L’asinello

VALUTAZIONE

Cucina Classica

15/20

PREGI
Lo charme del luogo e del piccolo borgo.
La carta dei vini curiosa e ricercata sul territorio.
DIFETTI
Il capitolo dolci da migliorare.
Alcuni tavoli troppo vicini alla porta d’ingresso e ai servizi.

L’eleganza del desco chiantigiano

Se non fosse per la bellezza incontaminata del paesaggio, di fama mondiale, del Chianti, difficile sarebbe individuare sull’atlante Villa a Sesta. Un minuscolo gioiello di 40 anime fortunate, che vivono circondati da colline su cui scorrono interminabili i filari delle viti. Su questo palco va in scena la performance gastronomica de L’Asinello dello chef Senio Venturi e della moglie Elisa Bianchini, donna di sala dal tocco discreto e premuroso. Ricavato da un’antica stalla per gli asini, questo ristorante sembra aver conservato la testardaggine, positiva, dell’equide: la tenacia nel far scoprire, e valorizzare, lo scrigno delle tradizioni e dei prodotti locali.

L’ambiente caloroso richiama immediatamente la classica allure toscana, carica di storia e calore rurale. Pochi coperti per un percorso che mostra scorci di solido classicismo tecnico e territoriale. Tra i piatti che ci hanno maggiormente colpito, la zuppa di funghi e vitello, dove il capovolgimento di consistenze tra la carnosità del fungo e la fondente morbidezza della tartare di vitello nel suo fondo esprimono un intrigante equilibrio. Oppure gli ottimi ravioli cacio e pepe, ragù di agnello, pere e zafferano sembrano distillare in maniera inequivocabile gli ingredienti iconici raccontando, in golosi bocconi, il bucolico toscano circostante. Peccato per il risotto fagiano e mandorle, da cui ci saremmo aspettati una spinta molto più marcata sulla timbrica della cacciagione, autentico feticcio regionale, in questo caso ulteriormente indebolito dalla delicatezza della mandorla.

Ciò detto tutto il percorso esprime, a L’Asinello, grande calore, specchio della cura e della dedizione che Senio ed Elisa dedicano ad ogni ospite, in perenne omaggio al loro territorio: le colline del Chianti.

La Galleria Fotografica:

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Giacomo Bullo

Prima come cuoco, annoverando esperienze nel campo gastronomico fino al foraging nostrano, oggi come narratore amante del buon cibo in tutte le sue forme ed espressioni. E’ convinto sostenitore dell’esistenza, in qualche dizionario sconosciuto, della gastrofilia: nei suoi racconti, il tentativo di definirla. Let’s do it!

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VALUTAZIONE

Cucina Classica

15/20

PREGI
Lo charme del luogo e del piccolo borgo.
La carta dei vini curiosa e ricercata sul territorio.
DIFETTI
Il capitolo dolci da migliorare.
Alcuni tavoli troppo vicini alla porta d’ingresso e ai servizi.

INFORMAZIONI

PREZZI

Menù degustazione: 55€, 65€
Alla carta 50€

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