Valutazione
Pregi
- Un piccolo, grande, scrigno di emozioni nel cuore di Sappada.
Difetti
- La lentezza del servizio delle pietanze in alcuni momenti.
L’amore e la gioia a Sappada
Fabrizia Meroi e Roberto Brovedani hanno creato un luogo magico semplicemente con una dote, caratteristica, tanto importante quanto affatto comune: l’empatia. Un sostantivo quantomai attuale, che dovremmo ritrovare in ogni angolo e scorcio di questo nostro mondo, ma che è invece tanto raro. E la nuova generazione in sala, capitanata dalla loro dolce e graziosa figlia, Elena, è l’esempio lampante che passione, amore, gentilezza e attenzione al prossimo sono doti che si tramandano, eccome.
Ecco, quindi, che da Laite – luogo del cuore di molti appassionati – oltre al divertimento troverete tanto sentimento, lo stesso che traspira finanche dalle pareti di questo splendido ristorante. Un servizio attento e puntuale, sempre presente, mai invadente ma che sa leggere nell’anima dell’avventore e colpirlo nel cuore, facendosi perdonare anche qualche piccolo ritardo tra una portata e l’altra perché quello che arriverà a tavola, e come vi arriverà, sarà semplicemente fantastico.
Il merito è anche e sopratutto di una cuoca, sostanzialmente autodidatta ma che ci ricorda tanto, tantissimo, un altro grande cuoco della cucina italiana: Fulvio Pierangelini. Un sacro fuoco istintivo nel comprendere la materia e saperla elaborare in maniera unica, personale e assai efficace: in questo Fabrizia Meroi ricorda tanto il grande cuoco di San Vincenzo. In una parola, nella sensibilità di un tocco unico nel maneggiare anche un semplice pomodoro.
Ecco quindi scaturire da queste mani capolavori gustativi come “Dipinto di giallo e arancio“, un connubio di ingredienti accomunati dal colore ma la cui interazione genera una potenza gustativa davvero formidabile. E potremmo continuare, poi, in questo solco con porro, canapa, sarda affumicata, mela e levistico o coi fantastici tortelli, ribes, fegatini di pollo e formaggio di fossa e ancora con mammella, latticello, uova di trota, olivello spinoso e fieno. In quest’ultimo, in particolare, stupisce il connubio di ingredienti in cui l’equilibrio appare molto complicato e difficile e che, invece, prende forma tra le mani di questa splendida cuoca in una maniera davvero compiuta e centrata, oltre che inattesa.
Una cuoca per la quale riteniamo che il riconoscimento Michelin Chef Donna 2018 by Veuve Clicquot sia azzeccato e quantomai attuale, al punto che auspicheremmo un maggiore riconoscimento da parte delle guide di settore per un ristorante che non si ferma e che anzi continua a migliorarsi, nel segno dell’amore e della gioia.