Oltre

Rigatoni, Oltre., Daniele Bendanti, Bologna

VALUTAZIONE

Cucina Classica

Cucina Moderna

Trattoria

14/20

14/20

CebollaCebolla

PREGI
I primi della tradizione.
La carta dei vini presentata con l’iPad, ricca di informazioni su vitigni e caratteristiche.
Un sito internet ben fatto, con un sistema di prenotazioni efficiente.
DIFETTI
La ripetizione nell’utilizzo di alcune materie prime.
La sensazione dopo aver assaggiato alcune pietanze è che si potrebbe osare di più, andare “Oltre”.

Oltre: atmosfera metropolitana nel centro di Bologna

Vicino alla  gastro – movida del Mercato delle Erbe, in una parte non memorabile del centro di Bologna di recente valorizzata e restituita alla città, da un paio d’anni Lorenzo Costa in sala e Daniele Bendanti in cucina hanno dato vita a Oltre.

Entrambi con importanti esperienze alle spalle – la famiglia di Lorenzo è proprietaria dello storico “Battibecco” e chef Bendanti ha diretto per anni le cucine dell’Osteria Bottega – hanno dato oggi vita a un locale stiloso che si caratterizza per la piacevole atmosfera metropolitana d’insieme, grazie all’accurata scelta degli arredi, dei colori, delle luci di design, alle graziose e griffate divise del personale di sala e, ultimo ma non ultimo, all’accattivante menù, impaginato come un fumetto. La scelta del nome, denota sicuramente lo sforzo, riuscito, di andare “oltre” l’offerta canonica, purtroppo sovente stantia e stereotipata, che si trova in città.

Tradizione bolognese, che ammicca alla modernità 

Appena conquistato l’ingresso, tempestato di adesivi quasi a celare il locale nello stile degli speakeasy, l’ambiente ha l’arredamento trendy e frizzante di un locale di una capitale europea e difatti, al momento della nostra visita, gli avventori erano quasi tutti stranieri. Peccato solo, a questo proposito, che manchi una selezione di aperitivi…

L’offerta si caratterizza prevalentemente  per la presenza di piatti della tradizione bolognese alleggeriti e modernizzati secondo le tendenze della neo-tradizionale cucina italiana (vedi Trippa o Santo Palato, tra i più noti). La scelta del pane e delle carni denotano cura nella scelta delle materie prime.

Alla sfoglia tirata al mattarello è dedicata una parte del menù, quella che ci ha convinto di più: eleganti i tortellini al brodo chiaro di cappone, tra migliori in città, in cui svettano la noce moscata e il parmigiano del ripieno; ottima la fattura dei ghiotti Balanzoni burro e oro, dalla farcia di mortadella e ricotta; golosi i rigatoni al torchio con la salsiccia, che grazie alla tiratura trattengono tenacemente la salsa al burro; ben eseguite le tagliatelle accompagnate da un ragù tagliato grossolano al coltello, piacevolmente nodoso.

Sempre a tema tradizione i due antipasti: uno sformatino di pancotto al ragù, recupero del pane vecchio rappreso col latte, lardo e aromi,  e un roll di polpettone fatto col ripieno dei tortellini, servito con cavolo nero, friggione e maionese all’erba cipollina.

Solo delicata la guancia di manzo brasata al Sangiovese, in cui l’acidità del melograno dona sì croccatezza ma si perde, a scapito della salsa. Nel solco della tradizione anche la piacevole zuppa inglese, arricchita da un croccante crumble di biscotti. Ci ha colpito invece, per eleganza, la panna cotta al pane raffermo.

Menzione speciale per la carta dei vini, studiata e con un occhio alle etichette naturali, e il servizio agile, attento e premuroso.

La Galleria Fotografica:

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Filippo Boccioletti

Avvocato di professione e gastronauta per diletto, viaggia incessantemente alla ricerca del buono e del bello. Insigne membro della Dotta Confraternita del Tortellino, ama il pomodoro e detesta il coriandolo; il convivio, la scrittura, e la cultura del cibo sono le sue passioni. La cena giusta e perfetta? Senza dubbio la prossima...

3 Comments

  1. Andrea Sabattini ha detto:

    Ottima recensioni, mi ha fatto provare le emozioni della degustazione.
    Sono curioso di andarci
    Grazie

  2. […] Oltrevia Majani 1/A, Bologna – +39.051.0066049http://www.oltrebologna.it […]

  3. Roberto Stringa ha detto:

    Il locale: tutto molto “giovane”, tutto molto buio, tende a fili stile nightclub anni ’70 (ti aspetti che prima o poi sbuchi da qualche parte Sylva Koscina).Tavoli senza tovaglia, piattino dell’olio ma non quello del pane, pane del Forno Brisa in un sacchetto di carta che ne indica la provenienza (con codice QR da inquadrare: una forma di pubblicità non molto più elegante degli fortunatamente scomparsi posacenere con logo dello sponsor). Il combinato disposto di tutti questi elementi fa sì che quando si estrae una fetta di pane dal sacchetto non si sa poi dove appoggiarla (il cameriere, ad espressa domanda, ci ha consigliato di reinserire il pane già sbocconcellato nel sacchetto di carta).

    Il servizio: personale di sala giovanissimo così come il titolare Lorenzo Costa, tutti con maglioncini neri senza collo, tutti molto sorridenti e gentili.

    La cucina: tradizione bolognese garantita dallo chef Daniele Bendanti, per tanti anni all’Osteria Bottega.

    La cena: scelto il menu degustazione da sei portate (53 euro): benvenuto con assaggio di minestra imperiale (discreta ma purtroppo servita tiepida); vitello tonnato (mah?! senza senso e senza storia); polpettone con friggione (buono ma servito in quantità tale da non riuscire quasi a capirne il gusto); tortellini con salsa al parmigiano (il piatto migliore della serata: buoni, intensi, armonici); tagliatelle al ragù (vale lo stesso discorso del polpettone: la porzione è talmente piccola da non riuscire ad apprezzarne la qualità); cotoletta alla bolognese (eccessivamente sapida, carne senza osso e esageratamente sottile: probabilmente un piatto, per sua natura, da non inserire in una degustazione); fiordilatte (molto più simile ad un creme caramel che ad un latte in piedi, ma soprattutto dolcissimo).

    Conclusioni: una grande delusione, forse per le aspettative troppo alte, forse per il ricordo di Bendanti all’Osteria Bottega, forse perché la tradizione o la si innova (e la si rispetta stravolgendola) o la si conserva nella sua autenticità. La tradizione è “cool” di per sé e non ha bisogno di orpelli e atmosfere lounge.

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VALUTAZIONE

Cucina Classica

Cucina Moderna

Trattoria

14/20

14/20

CebollaCebolla

PREGI
I primi della tradizione.
La carta dei vini presentata con l’iPad, ricca di informazioni su vitigni e caratteristiche.
Un sito internet ben fatto, con un sistema di prenotazioni efficiente.
DIFETTI
La ripetizione nell’utilizzo di alcune materie prime.
La sensazione dopo aver assaggiato alcune pietanze è che si potrebbe osare di più, andare “Oltre”.

INFORMAZIONI

PREZZI

Alla carta: 45€

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