Barolo Brunate-Le Coste 2008 Beppe Rinaldi

IL NOSTRO GIUDIZIO

Un grande Barolo nel nome della tradizione

Inizio autunno, la prima nebbiolina e l’umidità salgono dai colli delle Langhe: atmosfera ideale per gustarne profumi e sapori. L’occasione è di quelle importanti. Insieme ad Orazio, amico di scorribande enogastromiche, facciamo visita ad Annalisa Rinaldi e sua figlia Carlotta.  L’auspicio è che sia anche una serata di ricordi in cui l’amico “Citrico”, al secolo Beppe Rinaldi, ci faccia compagnia. Certo che ricordando la piacevolezza degli incontri e soprattutto delle conversazioni con Beppe che spaziavano dalla letteratura all’arte, dalla poesia ai viaggi, dal vino ai pezzi di ricambio della sua vecchia Lancia Fulvia e della sua Lambretta, dalla storia alla Langa, ancora non mi spiego il soprannome.

Decidiamo di andare da Giampiero Vivalda all’Antica Corona Reale di Cervere sia per gustarci i suoi piatti forti, naturalmente “conditi” con il tartufo bianco d’Alba, sia per bere qualche buona bottiglia.

La cucina si mostra, come sempre del resto, all’altezza delle aspettative: una festa dei sapori piemontesi, con trionfo finale di un uovo in cocotte, sempre accompagnato dal nobile tubero.

Scegliamo per l’eccellente cena tre vini: Clos Sainte Hune di Trimbach 2009, Chassagne-Montrachet Les Ruchottes di Ramonet 2009 ed il Barolo Brunate-Le Coste di Giuseppe Rinaldi 2008.

Il Clos Sainte Hune, come da copione, è strepitoso. Dietro un leggero sottofondo di idrocarburo emerge un naso di susina mirabelle e calendula, mentre al palato affiora un gusto di pesca gialla con nota affumicata. È un gran vino, cremoso, fragrante, sapido, teso e con finale lunghissimo. E lo Chassagne-Montrachet non è da meno. È la quintessenza dello chardonnay di Borgogna, con un naso di pietra focaia, banana e burro nocciola, e un palato sapido, verticale e vibrante. A proposito, perfetto l’accostamento con i tagliolini.

Ma il protagonista della serata è lui, il Brunate-Le Coste 2008, l’ultimo Barolo interamente vinificato da Citrico, prima di cedere alle figlie Marta e Carlotta la responsabilità di conduzione della cantina.

Il vino, ancora giovane, ha un naso che si apre con discrezione e intensità crescente. Dietro un sottofondo gessoso, emergono note floreali di violetta e petali di rosa, e una sensazione agrumata di buccia d’arancia. In bocca è un vino maschio, di pieno corpo, polposo e caratterizzato da un tannino austero. Un vino nello stile di Beppe, che esprime la freschezza, la complessità e la finezza di Brunate, così come il vigore e il tannino del vigneto le Coste; un Barolo tradizionale, questo è certo, timido all’inizio, ma che cresce via via nel bicchiere contribuendo a rendere la serata indimenticabile. Caro Beppe, ci mancherai, ma grazie al ricordo delle nostre conversazioni ed ai tuoi vini sarai sempre con noi.

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Mario Moreschi

Imprenditore calzaturiero, è ossessionato dalla continua ricerca della qualità sia nel vino che nel cibo. Visita con frequenza chef, sommelier e produttori di vino anche per mettergli ai piedi comode (e belle) scarpe. E’ convinto che buon vino e buon cibo insieme a buone (e belle) scarpe facciano parte dei veri piaceri della vita.

1 Comments

  1. Stefano ha detto:

    Molto interessante e piacevole. Mi sembrave di essere lì con voi

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