Passione Gourmet Degustiamo il Barolo 1964 di Bartolo Mascarello - Passione Gourmet

Barolo 1964 Bartolo Mascarello

Vino
Recensito da Orazio Vagnozzi

Un Barolo da antologia!

Brillante, ancora giovane, fragrante, integro, vellutato, dotato di grande complessità aromatica: sorprendente questo grandissimo Barolo di Bartolo Mascarello; l’ultimo dei Moicani, come lui amava definirsi. Dopo averlo assaggiato, nessun dubbio: questo vino va al fianco – se non addirittura un gradino al di sopra – al mitico 1958 rispetto al quale questo ’64 spicca per equilibrio ed eleganza.

Il Barolo di Bartolo Mascarello, anche se certamente non da solo, rappresenta il Barolo nella sua veste più tradizionale. Bartolo – e adesso sua figlia Maria Teresa Mascarello – ha sempre prodotto Baroli con l’antica tecnica di assemblare le varie uve provenienti da diversi vigneti, per assicurare un maggiore equilibrio e una superiore armonia al vino. Ha sempre utilizzato le botti grandi consentendo al tempo – anche quando le tecniche di cantina non erano precise come quelle di oggi – di estrarre dal Nebbiolo tutto quello che questo vitigno può dare, così da produrre Baroli longevi, armoniosi e al contempo di grande carattere.

C’è un appuntamento fisso, ripetuto puntualmente ogni anno, che ci vede trascorrere un’intera giornata in Langa, dedicando alcune bellissime ore al tartufo bianco. È proprio in una di queste occasioni che abbiamo avuto il privilegio di assaggiare il Bartolo Mascarello 1964. La bottiglia riporta ancora in etichetta la vecchia dicitura “Cantina Mascarello in Barolo”, a memento di tutto il suo valore storico.

È una giornata soprattutto di bianchi, in cui ciascun partecipante porta un vino a propria scelta. Forse un po’ per snobismo, forse un po’ per esibizionismo, sta di fatto che pianifichiamo di portare prevalentemente grandi etichette francesi, tra cui Bollinger RD 2002, Montrachet di Leflaive 2005, Haut-Brion (bianco) 1989 ed Ermitage di Chapoutier 1992.

Ci sono anche due grandi bianchi italiani, Gravner 1999 e lo Chardonnay Regaleali Botritys 1991, oltre un favoloso Porto, il Quinta do Noval 1966.

Le bottiglie sono tutte perfette. Niente difetti dovuti al tappo o alla cattiva conservazione.

E dopo questa sfilata di bianchi, alcuni per la verità straordinari, arriva quello che si rivelerà essere il vino della giornata: proprio il Barolo di Bartolo Mascarello 1964.

Il vino si presenta brillante, di un colore granato intenso che non rivela per niente la sua età. Ho un momento di stupore e di ammirazione – e non sono il solo – per un vino che sembra molto, ma molto più giovane di quello che è. Al naso è piacevole, complesso e intrigante, con note di eucalipto, salvia, violetta e sottobosco; e poi amarena sotto spirito, prugna, note di tabacco. Già alla prima olfazione si capisce che si tratta di un piccolo miracolo.

L’attacco è al contempo morbido e fresco, in un equilibrio perfetto tra dolcezza e acidità: gode di una grazia commovente data dal frutto maturo e integro, cullato da un tannino vivo, dolce e vellutato. Il finale è lunghissimo, con un articolato retrogusto di fungo, amarena sotto spirito e tabacco.

Rimangono nella memoria gustativa la fragranza, la complessità aromatica, l’eleganza, l’integrità, la lunghezza e la surplace di un Barolo da antologia.

15 Commenti.

  • Stefano9 Febbraio 2019

    Complimenti, probabilmente siete riusciti a fermare il tempo. Poi si torna alla realtà pensando alla prossima bottiglia annata e ricominciare

  • Cristiana Lauro9 Febbraio 2019

    È un articolo bellissimo e molto ben scritto che ho letto con interesse fino in fondo, cosa che mi capita di rado. Aggiungo che la descrizione del vino nel bicchiere parla una lingua comprensibile a tutti e questo per me è l’unico vero modo per fare divulgazione. Altrimenti ce la cantiamo e suoniamo fra di noi del settore facendo a gara a chi la spara più grossa. Torniamo a raccontare il vino attraverso riconoscibili richiami al mondo vegetale, ad esempio, anziché inventarci accostamenti acrobatici a campo semantici assurdi. I miei complimenti più sinceri all’autore che conferma ancora una volta la sua stimata reputazione. E complimenti ai noti produttori di questi vini fantastici.

  • Orazio Vagnozzi9 Febbraio 2019

    Grazie Stefano!

  • Gianni Zanetti9 Febbraio 2019

    Un vero professore in grado di farci “ vivere” il vino come nessun altro. Quel “ grazia commovente “ e’ proprio l’emblema della sua filosofia di vita. Provare commozione di fronte ai miracoli della natura e’ tipico degli animi nobili. Grande Orazio, come sempre!

  • Silvano9 Febbraio 2019

    Assaggiato BAROLO Rinaldi 1064 E 1968 , STREPITOSE ANNATE !

  • Kelly Walker9 Febbraio 2019

    Wonderful Orazio. I hope to join you some day in the land of tarfufo bianco to share such an experience.

  • Orazio Vagnozzi10 Febbraio 2019

    Kelly, I am already waiting for you.

  • Orazio Vagnozzi10 Febbraio 2019

    Grazie Cristiana!

  • Mauss11 Febbraio 2019

    Orazio associe à une réelle passion du Grand Vin un sens du commentaire complet très riche d’adjectifs dont il a le secret en plusieurs langues. Mais, chose rarissime, il sait écouter les autres et il sait respecter ceux qui le méritent. Il a une cave de référence et n’hésite jamais à offrir des merveilles à ses amis. Mais là où il faut le respecter avec respect et humilité c’est quand il se lance dans un risotto d’anthologie. Si vous lisez ses commentaires vous verrez qu’une fois mis de côté un enthousiasme parfois excessif, vous avez une vérité juste.

  • mauss11 Febbraio 2019

    You do need very quickly to have this new blog in english in order to get a real audience at international. Chinese will be a plus too. French : you have the time :-)

  • Orazio Vagnozzi13 Febbraio 2019

    Dear Francois, thanks for the advice. One thing at a time. One of our project is to write in English as well.

  • Orazio Vagnozzi13 Febbraio 2019

    Francois, thanks for your words. By the way what you said about my risotto is absolutely right.

  • Orazio Vagnozzi13 Febbraio 2019

    Caro Gianni, grazie per le tue parole.

  • Orazio Vagnozzi13 Febbraio 2019

    Caro Silvano, concordo. Ho assaggiato il barolo di Beppe Rinaldi 1964. E' proprio strepitoso.

  • mauss13 Febbraio 2019

    Apranzo oggi a Bordeaux al ristorante "TENTAZIONI" : Roagna Pira 2012. Simply a cru at a world level !

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