Passione Gourmet Ristorante Il Pievano Castello di Spaltenna - Passione Gourmet

Il Pievano

Ristorante
via Spaltenna 13, Gaiole in Chianti (SI)
Chef Vincenzo Guarino
Recensito da Leonardo Casaleno

Valutazione

15/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

  • La cornice che ospita il ristorante, il castello e l’ubicazione dello stesso.
  • La valorizzazione degli ingredienti locali.

Difetti

  • L’illuminazione non rende giustizia all’estetica dei piatti.
  • Qualche azzardo/contrasto in più non guasterebbe.
Visitato il 06-2018

Toscanità mediterranea nel cuore del Chianti: la cucina di Vincenzo Guarino al Castello di Spaltenna

La cornice del meraviglioso Castello di Spaltenna a Gaiole in Chianti, borgo feudale che affaccia sulle colline del Chianti, da sola vale una visita.
L’intera offerta gastronomica di questo luogo senza tempo è nelle sicure mani del levigato Vincenzo Guarino, campano di origini, ma giramondo d’adozione e chef del ristorante Il Pievano.

La sua cucina è sincera e porta con sé il frutto di esperienze e passioni che si intravedono nelle diverse tecniche – spagnole e francesi su tutti – che contraddistinguono le sue creazioni, in cui la tradizione toscana viene contaminata con accenti campani e mediterranei.
Quella di Guarino è una cucina studiata a tavolino, perfetta per ogni avventore e che funziona.
I piatti, appaganti e dal gusto rotondo, sono apprezzatissimi dalla clientela, anche se a nostro avviso potrebbero spingere di più sull’acceleratore per quel che concerne aspetti quali le acidità e i contrasti.

È invece identitaria della Toscana la cucina, che porta nel piatto prodotti del territorio come i fantastici volatili dell’azienda Laura Peri e la Chianina della macelleria Fracassi, eccellenze il cui sapore svetta a ogni singolo assaggio.

Estetica, prodotti regionali e molto altro

A volte ci si focalizza troppo sulla forma, con il rischio di essere fini a se stessi – vedi il gioco sulla Pappa al pomodoro, molto incentrato sulle consistenze, ma a tratti ripetitivo – altre volte più sulla sostanza – come nel Piccione, in cui la cottura classica perfetta risolleva le sorti, con una grande interpretazione del volatile sulle rischiose nuances dolci di zenzero e foie gras o della sontuosa Spigola d’amo, omaggio a Jackson Pollock.

Decisamente meno incisivi i dessert, belli all’aspetto, ma troppo carichi nel sapore e nelle combinazioni.
L’estetica del piatto ha un particolare occhio di riguardo, a cominciare dalle stoviglie e, più in generale, da alcuni piatti in legno, originalissimi e disegnati dallo chef e dai manufatti in ceramica, realizzati da una bottega artigianale, annessa al resort.
I tavoli del ristorante sono gremiti di clientela anche locale. In estate il servizio viene effettuato nel bellissimo chiostro, sotto la Pieve con campanile, e l’atmosfera che si respira, a lume di candela, è a dir poco affascinante.

C’è grande entusiasmo, insomma, e siamo certi che ci sarà una crescita graduale.

La galleria fotografica:

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