Valutazione
Pregi
- Cucina romana autentica, con una cura notevole rivolta a esecuzioni e materie prime.
- Invidiabile rapporto qualità/prezzo.
Difetti
- I dolci, da rivedere.
Tradizione verace, vestita a festa: la rivincita delle trattorie a Roma
Roma ha bisogno di trattorie serie. Non è uno scherzo. Sembra un paradosso parlare così della città regina di piatti ‘must’ tradizionali, come amatriciana, carbonara, cacio e pepe. Ma il problema si pone, per un banale ed evidente motivo: le trattorie/osterie capitoline assecondano – spesso e volentieri – una “non cultura” del prodotto. Non solo, è frequente convinzione che un piatto opulento, saturo di condimenti, con materie prime dozzinali, possa rappresentare al meglio i dettami tradizionali. Tutto questo non accade, invece, alla Osteria Bonelli.
Per carità, la Capitale vanta anche numerose insegne di merito che fanno la differenza, sia nuove che consolidate. Ma rintracciare il prototipo di trattoria ‘verace’, a prezzi corretti e con un occhio puntato sulla qualità, non è impresa così facile.
In questo ambito, Osteria Bonelli, mantiene e rilancia le aspettative di quel che dovrebbe essere – al giorno d’oggi – una semplice trattoria romana di periferia. Situata fuori da rotte inflazionate, tra Torre Maura e Torre Spaccata, questa realtà propone un lavoro serio e filologico. A modo suo encomiabile.
Non aspettatevi colpi d’ala esagerati. Qui si vola con i piedi ben piantati per terra, tutelando schiettezza e sostanziosa romanità.
Schiettezza ai fornelli, seguendo la legge del mercato. Attenzione per cotture e condimenti
L’ambiente è amorevolmente spartano, caloroso, sempre affollato da ‘aficionados’ di quartiere (la prenotazione è obbligatoria!). Ampi tavoloni in legno, tovaglie di carta e un servizio tanto celere quanto disponibile e cordiale. Il menu è appuntato su una lavagna “mobile” che trotta ad alta velocità da un coperto all’altro. I piatti ruotano giornalmente in base alla spesa fatta al mercato e alla consequenziale stagionalità dei prodotti. Nulla di sorprendente all’apparenza, ma come evidenziato prima, ciò a Roma non è affatto scontato.
Altro pregio dell’osteria, risiede nella premura per per il “DIY” (do it yourself) ben fatto, e per un’attenzione non banale a cotture e condimenti. Cucina casalinga, trasformata con un bel gomito ai fornelli e una genuina freschezza in sottofondo.
Così gli antipasti – dai fritti asciutti e fragranti all’atavica insalata di nervetti – si mostrano sì ghiotti e appaganti, ma non su scale lipidiche eccessive che compromettono la futura digestione.
Idem i primi piatti, realizzati a regola d’arte: sontuosi e avvolgenti i Tonnarelli alla gricia; magistralmente nerborute le Tagliatelle all’uovo, tuffate in un intenso e setoso sugo di coda alla vaccinara “comme il faut”. Tra le portate principali, poniamo l’accento sull’ottimo Bollito in bianco, o sul succulento Coniglio alla cacciatora. Il giovedì, è facile trovare in lavagna la Carne di cavallo – usanza quasi dimenticata – interpretata dal saporoso diaframma equino alla griglia. Abbiamo riscontrato solo qualche défaillance sul capitolo dolci: a tratti troppo zuccherini e con un’incomprensibile prevalenza di ricette campane e non laziali in carta. Ma con una spesa media di circa 25 euro a persona (vino incluso), quella di Bonelli è una storia che va vissuta e raccontata. In particolare per gli amanti delle vere trattorie capitoline.
osteria bonelli tra torre maura e torre spaccata? Capisco che per alcuni Roma sud est possa apparire come una nebulosa massa urbana indistinta, ma prima di scrivere certe cose darei un'occhiata a Google Maps (almeno)