Valutazione
Pregi
- Grande attenzione ai dettagli.
- Cantina molto fornita.
- I bambini sono trattati come dei Re.
Difetti
- Se non vi piacciono i menù degustazione, non è il vostro posto.
Una grande cucina creativa nel cuore del Sud Italia
L’energia sprigionata da un gruppo di giovani ragazzi che lavora all’unisono è uno spettacolo emozionante: in qualsiasi contesto, in qualsiasi settore, vedere un insieme che diventa una sola cosa spinta verso l’obiettivo condiviso, è forse come visualizzare il senso stesso del nostro passaggio su questa Terra. Quando questo succede, il confine tra gruppo di lavoro e famiglia diventa tanto sottile da fare fatica a distinguerne i confini. E, come non ci stancheremo mai di ripetere, quando queste energie si sprigionano in un ristorante, quello è il posto dove andare. Assolutamente.
C’è un simbolo che troverete in tutti i tavoli del Kresios: la formica.
Per una formica l’impossibile non esiste: può sollevare e trasportare un oggetto pesante più di tre volte il suo peso e, nel caso da sola non ne fosse capace, troverà un gruppo pronta ad aiutarla e a spingere l’enorme fardello verso il formicaio. Un simbolo perfetto per la macchina messa a punto da Giuseppe Iannotti.
Si può investire in una struttura di questo tipo a Telese? Impossibile.
Si possono proporre 2 soli menù degustazione, abolendo la carta, in un momento in cui quasi tutti vanno verso la parte opposta? Impossibile.
Si può spingere la tecnica di cucina ad un livello ancora mai visto nel Sud Italia? Impossibile.
Allora serviva proprio un visionario per rendere tutto questo possibile, concreto, reale.
Le nostre cene al Kresios hanno visto negli anni alterne fortune, ma mai abbiamo dubitato del fatto che Iannotti fosse un professionista da seguire attentamente. Un giovane cuoco di talento può avere margini di sviluppo enormi e quello che un anno può apparire sbiadito, l’anno successivo può risultare perfettamente a fuoco.
Dopo due cene ravvicinate in cui abbiamo provato sostanzialmente tutti i piatti dei due menù estivi, possiamo affermare ora con convinzione che la maturità stilistica di Iannotti si sta manifestando in pieno.
E la cosa che più ci rallegra è vedere come i giovani chef italiani stiano raggiungendo vette di assoluta eccellenza in modi diversissimi. La capacità improvvisativa di Francesco Brutto, la profondità di gusto di Oliver Piras e Alessandra Del Favero, la cucina di approfondimento di Floriano Pellegrino e Isabella Potì.
Ognuno segue la sua strada. Iannotti ha scelto lo studio esasperato dell’ingrediente, la tecnica sopraffina, le concentrazioni, le fermentazioni, la costanza interpretativa, la convinzione dell’importanza del progetto più che del piatto singolo. Se dovessimo affiancargli un Maestro guida, non avremmo dubbi ad indicare Niko Romito.
I piatti del Kresios sono un vero uragano: Spagna, Giappone, Italia, Francia, mescolati in un turbine di sensazioni e immagini, e sparati a mille all’ora in un piccolo boccone. Questo menù è un film.
Non si può mangiare lo spiedino di rana pescatrice, prugna fermentata e polvere di aglio nero senza ritrovarsi in un lampo seduti a un izakaya di qualche via di Tokyo.
O non essere obbligati a spostare tutti i parametri della melanzana perfetta, ritrovandola nel piatto abbinata a lamponi ghiacciati e pasta di misoE' un condimento di origine giapponese derivato dai semi della soia gialla, cui spesso vengono aggiunti cereali come orzo o riso, segale, grano saraceno o miglio. È diffuso in tutto l'estremo Oriente, soprattutto in Corea e Giappone, dove svolge un ruolo nutrizionale importante, essendo ricco di proteine, vitamine e minerali. Il miso funge da base per numerose ricette e zuppe... Leggi: una melanzana che viene prima osmotizzata in acqua e sale, poi fritta ed infine marinata in osmosi. Una melanzana unica, che toglie tutti i difetti della frittura mantenendone il gusto: non è forse questo che dovrebbe fare la cucina moderna?
O ancora, gridare al miracolo per una pancia di maiale bollita con porro e zenzeroLo zenzero (Zingiber officinale Roscoe, 1807) è una pianta erbacea delle Zingiberaceae (la stessa famiglia del Cardamomo) originaria dell'Estremo Oriente. Coltivata in tutta la fascia tropicale e subtropicale, è provvista di rizoma carnoso e densamente ramificato dal quale si dipartono sia lunghi fusti sterili e cavi, formati da foglie lanceolate inguainanti, sia corti scapi fertili, portanti fiori giallo-verdastri con macchie... Leggi e ricoperta da una foglia di barbabietola: semplicemente una delle cose più buone mangiate da tempo.
Due ultimissimi spunti, giusto per convincervi -e, se necessario, convincere la vostra metà- che Telese è una giusta meta di vacanza? Agnello cotto su binchotan e fungo shitake: questo fungo farà scuola, un concentrato di sapore incredibile e una consistenza entusiasmante. O l’anatra, frollata, marinata e poi grigliata lentamente sempre su binchotan, servita semplicemente con bieta e fondo di anatra: sublime.
Aggiungiamo un’attenzione a tutti i dettagli di contorno altrettanto maniacale (notare lo studio sulle stoviglie) e un servizio di sala da applausi coordinato da Alfredo Buonanno, un’esperienza nell’esperienza il suo abbinamento liquido al menu, e la sua abilità da uomo di sala.
E’ il momento.
Il momento di venire a Telese Terme. Il momento di dare il giusto valore a questo ristorante che è già oggi una delle realtà più interessanti del Sud Italia.
Se anche dovesse diventare il N°1 al mondo non ci andrò mai perché preferisco scegliere i piatti in base agli ingredienti che più mi aggradano.