Un’osteria, due anime… la memoria materna e la scommessa del figlio
Una storia antica, che nasce con una macelleria alla fine dell’800 e che poi, negli anni ’50 del secolo scorso, si fa Osteria. L’Antica Osteria Magenes, che affonda le sue radici tra le cascine di Barate di Gaggiano, pochi chilometri a sud ovest di Milano.
Una storia antica rappresentata oggi ai fornelli dalla splendida figura di Mariella Magenes,, che ha condotto l’osteria ad essere uno dei punti di riferimento per la cucina milanese di tradizione. La cotoletta, il risotto giallo, la trippa, l’ossobuco in gremolada, come in città è ormai pressochè impossibile trovare.
Una storia antica e di successo fondata sulla cucina della tradizione. E poi, come in molte altre storie che abbiamo raccontato: il momento del passaggio generazionale, le nuove tecniche, la modernità, il concetto di osteria tradizionale che inizia a stare stretto, la voglia di sperimentare, di trovare altre strade.
L’altra faccia di questa storia antica ha il volto pulito e simpatico di Dario Guidi: figlio di Mariella, non ancora trentenne, una laurea in Economia, qualche esperienza in giro per il mondo (anche un passaggio da Adrià) ma nessun Maestro dichiarato, Dario è l’artefice del lato creativo dell’Osteria.
L’offerta è, infatti, bifronte. La carta presenta piatti di impostazione marcatamente più tradizionale, fatta eccezione per qualche proposta più creativa ed i menù degustazione (ce ne sono ben 4 tutti a sorpresa e costituiti da piatti fuori carta) con i quali si lascia mano libera allo chef per un percorso più fantasioso.
Conosciamo bene ed apprezziamo il lato classico e tradizionale dell’osteria, quindi stavolta abbiamo lasciato mano libera allo chef per sondarne il lato più creativo.
Il risultato si è rivelato altalenante. In qualche passaggio il giovane Guidi sembra ancora troppo preoccupato di stupire e di fare sfoggio di tecniche, anziché di calibrare il gusto delle preparazioni.
E così non ci hanno entusiasmato gli amuse bouche, che ripropongono il gioco ormai “antico” della forma a cui corrisponde un contenuto diverso. E così sembra oliva ma dentro c’è tartareLa bistecca alla tartara (conosciuta anche come carne alla tartara, steak tartare o più comunemente tartare) è un piatto a base di carne bovina o equina macinata o finemente tritata e consumata cruda. La ricetta prevede che dopo essere stata triturata la carne deve o marinare nel vino o in altri alcolici oppure viene aggiunto del succo di limone e... Leggi di vitello, sembra pomodoro ma dentro c’è estratto di brodo vegetale. Alla fine nulla lascia il segno. A parte il bonsai di ulivo (neanche tanto piccolo) che viene messo davanti al commensale affinchè questi possa gustare un’oliva (una!). Ti aspetti inevitabilmente un boccone che ti lascia stecchito, ma così non è.
Interessanti e tutt’altro che banali invece i Filoni, vichoysse, caviale di tartufo, crumble al muscovado, piatto non facile che presenta un bellissimo gioco di contrasti tra l’acido della salsa ed il grasso del midollo, un piatto in cui risulta fondamentale la sapienza nel dosaggio degli ingredienti per mantenere il gusto in perfetto equilibrio.
Non convince l’Ostrica e la sua perla nera, mela verde e caffè, omaggio al periodo trascorso da Ferran Adrià, probabilmente. Piatto poco equilibrato e mal concepito: la sfera di zucchero tende ad attaccarsi ai denti, il contenuto è una sorta di cremina granulosa a base di nero di seppia e calamari al vino rosso. Il risultato, non aiutato dalla temperatura di servizio volutamente bassa, risulta poco gradevole e comunque poco adatto a rivestire il ruolo di prima portata in un menu degustazione.
Si torna su con i NoodlesI noodles sono stati creati in Cina più di 4.000 anni fa e grazie a viaggi, migrazioni e commercio si sono poi diffusi anche in altre nazioni, come Corea, Tailandia, Filippine e, ovviamente, Giappone. Si producono con un impasto di farina di qualunque tipo a cui si aggiunge acqua ed eventualmente uova e con cui si creano dei fili di... Leggi ai 3 brodi vegetali, in cui i noti spaghetti orientali acquistano la carnalità della ‘nduja e si sposano perfettamente con lime e cocco per un gioco di sapori davvero prorompente.
Come si è capito, il risultato è un po’ come andare sulle montagne russe.
Il bicchiere mezzo pieno è dato dal fatto che i piatti migliori non erano piatti per nulla facili, e quindi secondo noi Dario Guidi ha margini di crescita.
Menzione finale d’obbligo per l’altro fratello, Diego Guidi, che dirige la sala e si occupa dei vini (la cantina non è sterminata ma è tutt’altro che scontata) con eccellente professionalità.
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Arachide soffiata, alga nori e wasabi
Eutrema japonicum, conosciuta comunemente come wasabi o anche con il nome di ravanello giapponese, è una pianta di origine giapponese appartenente alla famiglia delle Brassicacee (o Crocifere). La pianta cresce spontaneamente in vicinanza dei fiumi in zone fredde del Giappone, come per esempio in montagna o nelle valli in quota. Dal rizoma di Eutrema japonicum si ottiene una pasta di... Leggi.
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Foglia del lime keffir, curry
Con il termine curry in italiano si intende una varietà di miscele di spezie pestate nel mortaio, in uso principalmente nel sud-est asiatico. Le spezie utilizzate possono variare notevolmente e, a seconda di quelle dominanti, possono cambiare il colore e la piccantezza della miscela. In India l'equivalente italiano della parola curry è masala, del quale ne esistono decine di varietà,... Leggi verde e grasso di cocco.
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Versata la bisque
E' una ricetta della cucina francese tipicamente basata sul brodo di crostacei (aragoste, astici, gamberi di fiume). Si tratta di una zuppa che può essere servita in purezza oppure utilizzata come fondo di cottura per la preparazione di altre pietanze. È da considerarsi a tutti gli effetti un fondo bruno a base di crostacei. Per preparare la bisque è necessario... Leggi il piatto è completo.
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Cioccolato bianco, frutta e bottarga
La bottarga è un alimento costituito dall'ovario del pesce, le cui uova vengono salate ed essiccate con procedimenti tradizionali. Viene ricavata dalle uova di tonno o di muggine. I due prodotti differiscono sia nel colore che nel gusto (più deciso quella di tonno). La bottarga di tonno ha un colore che varia dal rosa chiaro a quello scuro, mentre quella... Leggi di tonno.
2 Comments
Direi che il catalogo dei piatti di Roca, Arzak e compagnia post-Adrià è quasi completo.
Sarei grato se qualcuno mi indicasse come si ottiene l’effetto frattale. Grazie