Valutazione
Pregi
- Un nome celebre della ristorazione cittadina torna alla ribalta.
Difetti
- I bagni non al piano.
Oliver Glowig ripropone la sua cucina in modo più easy in una delle nuove cattedrali dedicate al cibo
Una nuova tendenza che si sta affacciando in modo sempre crescente nei vari format della ristorazione nostrana è senza dubbio quella “aggregazionista”, in cui più o meno vaste aree, non necessariamente delegate alla vendita al dettaglio nell’ambito alimentare, diventano occasione per concentrare in uno spazio delimitato eccellenze gastronomiche.
Un pioniere di questo nuovo corso potrebbe essere considerato Eataly, anche se, in questo caso, il riferimento sarebbe a una più generica vetrina di cibi di qualità superiore, mentre la deriva di cui si sta parlando riguarda l’unione di botteghe più o meno “griffate” che eleggono un luogo adatto a potenziare sinergicamente la loro visibilità e il loro mercato.
A Roma senz’altro esempi validi sono il mercato del Testaccio e il Mercato Centrale, quest’ultimo modellato sull’originale archetipo fiorentino, ubicato nella Cappa Mazzoniana, nei pressi della stazione Termini.
Il piano terra è davvero un brulichio di offerte golose che spaziano dal dolce al salato senza soluzione di continuità veicolando il nome di molte botteghe romane che qui trovano adeguato e proficuo risalto.
Al primo piano, strategicamente più appartato rispetto al bailamme del piano inferiore, uno dei nomi eccellenti della ristorazione romana, il tedesco Oliver Glowig, ha trovato il luogo ideale dove riproporre, con l’aiuto di una brigata più snella, una cucina più pop, gustosa e al tempo stesso priva di quelle complicazioni che una ristorazione più ambiziosa reca inevitabilmente con sé: La tavola, il vino e la dispensa.
I piatti sono semplici, ben fatti, perfettamente costruiti per incontrare i favori del pubblico più disparato e inseriti in un contesto decisamente easy e privo di fronzoli.
Materie prime selezionate, tecniche di lavorazione impeccabili, piacevolezza ricercata e conseguita in ogni preparazione sono il tratto distintivo di questa nuova avventura dello chef.
Non mancano alcuni piatti particolarmente riusciti come i tortelli di coda alla vaccinara, la guancia di maiale servita con una purea di patate, tanto elementare quanto efficace, o le zuccherate frittelle con crema alla vaniglia di fanciullesca memoria, ma è l’insieme dell’offerta che riesce nell’intento di rappresentare una certezza in uno di quei luoghi, come la stazione centrale dei treni di una grande città, che certamente per tradizione nazionale non è luogo deputato alla ristorazione di qualità.