Valutazione
Pregi
- Cucina molto centrata sul gusto.
- Ambiente decisamente confortevole.
Difetti
- La carta dei vini, da ampliare.
Nicola Locatelli lo vedemmo all’opera la prima volta qualche anno fa a Emergente Nord, la bella manifestazione organizzata dal vulcanico Luigi Cremona, e ci impressionò favorevolmente.
A quei tempi Locatelli, insieme alla moglie Simona, aveva dato vita all’Opera Restaurant in quel di Mozzo, nelle immediate vicinanze di Bergamo.
Oggi abbiamo ritrovato Nicola in qualità di chef/patron di quello che una volta era la Taverna degli Amici e che oggi è il nuovo Opera.
Siamo sempre in provincia di Bergamo, ma la nuova location è in collina, a Sorisole.
Il ristorante è grande, arioso, dotato di gradevolissimi spazi esterni perfettamente adatti ad accogliere cerimonie ed eventi in genere. Nelle salette interne, poi, artisti locali a rotazione espongono le proprie opere in modo da creare un suggestivo intreccio tra arte e cucina.
Ma in generale tutto ci è parso molto curato, ad iniziare dal simpatico aperitivo che viene servito direttamente in cantina ai tavoli correttamente distanziati.
Dalle atmosfere raccolte del piccolo ristorante di Mozzo al nuovo locale, il salto di qualità ci sembra evidente e non possiamo che augurare a Nicola e a tutto il suo team ogni fortuna. Noi ci crediamo perché la cucina di Locatelli ci ha convinto.
Innanzitutto per i risotti ai quali è dedicata una apposita carta.
Davvero buoni i due che abbiamo assaggiato. Molto cremosi, perfettamente mantecati, in una parola lussuriosi. In particolare abbiamo trovato intrigante e non scontato quello con zucca, liquirizia e provolone piccante. Unico neo: secondo noi per entrambi un minuto di cottura in meno non avrebbe nuociuto al risultato finale.
La cremosità dei risotti ben si presta a rappresentare la cucina di Locatelli che se fossimo costretti a definire in una sola parola definiremmo “succulenta”. Abbiamo apprezzato anche la grande attenzione alla stagionalità. E’ autunno ed entrando nel ristorante si viene letteralmente avvolti dall’odore di funghi e tartufi. Di grandissima qualità entrambi, a testimoniare una grande attenzione per le materie prime (in una stagione che, almeno per i funghi porcini, qualitativamente, non sembra eccelsa) .
Tutta la cena all’Opera procede all’insegna di una grande piacevolezza, con piatti di immediata lettura ed altrettanto diretta goduriosità.
La carta dei vini non è vastissima ma permette di scegliere qualche buona bottiglia con ricarichi più che corretti.
Il servizio marcia alla grande e trasmette grande entusiasmo.
Una bella cucina con pochi grilli per la testa e tanta concretezza nel piatto che, a nostro giudizio, ha ulteriori margini di crescita.
Ad Majora.
Appetizers.
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Te lo appoggio, metaforicamente.