Valutazione
Pregi
- Un’osteria moderna con ottima materia prima
Difetti
- I dolci, forse troppo classici e a tratti pesanti
E’ bello tornare a Giosano… opps Izano. Eh si, il nome dell’osteria, come si usava una volta, è il nome antico del paese. E qui si respira tutta la sana e schietta aria delle osterie di un tempo. Cotture lunghe, anzi lunghissime. Preparazioni amorevoli, confortanti. E non c’era mica bisogno una volta di partire con la tiritera della materia prima di qualità. Era un default la materia prima di qualità. Si tirava il collo ad un pollo che razzolava in cortile, si coglieva la zucca nell’orto, si tiravano su due salami dalla cantina, del maiale ucciso qualche mese prima.
Ecco, qui a Izano, pardon Giosano, respirerete questa aria. Poi Davide vi fa capire, tra una chiacchera e l’altra, che la macchina per il sottovuoto e l’abbattitore di temperatura ce l’ha pure lui. E usa la tecnologia come andrebbe usata, per migliorare, per evolvere una preparazione… non per farsi soltanto la vita più comoda. Ecco allora che, quando serve, la mamma sfoglina prepara delle didascaliche paste ripiene da far rinvenire anche un morto. E se proprio il manzo non ce l’hai in giardino allora vai da Martini a prenderlo, un nome una garanzia. Oppure ti approvvigioni alla peggio da quel Macalli Walter che da queste parti è ben conosciuto, nel Cremonese-Cremasco.
E qui ci si impegna, con la straordinaria materia prima, a fare una CassoeulaPiatto tradizionale lombardo fatto con le parti grasse del maiale e con la verza. La cassoeula richiede una lunga cottura e si mangia comunemente durante i mesi invernali.... Leggi che più perfetta di così si muore. Collosa, che “tira” al punto giusto, perché ha cotto il tempo debito e ha riposato altrettanto. E ti commuovi quando al tavolo appaiono i “nervitt”. Mica quelli del discount, tzè. Quelli veri, da uomini.
E’ bello poi essere circondati da una serie di tavoli da compilation, che ti fanno ricordare i bei tempi dell’osteria di una volta. Da un lato la famigliola in uscita domenicale, con tanto di monsignore invitato al tavolo. E all’altro lato il gruppo tri-generazionale (nonne-mamme-figlie) indaffarate nel chiacchiericcio del pranzo della domenica senza i mariti, impegnati nella disfida casalinga della squadra del cuore, appuntamento rigorosamente only for men.
Se questa è la storia, la tradizione beh … voglio farci un passaggio almeno una volta alla settimana all’Osteria di Giosano.
Salumi, di Walter Maccalli e … un intruso 🙂
il cotechino con il purè
I nervitt
Risotto zucca e funghi porcini
I tortelli cremaschi, paradisiaci !
Raviolacci di stracotto d’asino
Pappardelle a la Lievre 🙂
Fritto misto … intruso per i non carnivori 🙂
La Cassoeula !!!!
l’ottima degustazione di formaggi …
Meringata casalinga al fiordilatte con cioccolata
Semifreddo alle castagne con croccantino di nocciole
Crostata di pere, cioccolato e Nutella
Ciao Alberto, è un po' che non frequento il blog. Passavo di qui per caso e mi son imbattuto in questa bella rece..Sono i posti che alla fine preferisco ancora e non per una questione squisitamente economica. Unico neo, ma conferma una mia convinzione maturata in tutti gli anni di militanza gastronomica, è quello della CASSOEULA. Non c'è niente da fare.! Nei ristoranti e nelle trattorie - osterie non gli riesce di prepararla come si deve. Te lo dico con il proverbio milanese che identifica la buona riuscita del piatto CASSOEULA. " La Cassoeula la g'ha de vess TACHENTA: ne SBRODOLONA , ne SBRODOLENTA"! La foto è eloquente come non mai. Ciao e tardivi ma sinceri auguri 2013.
Mi spiace deluderti caro Max ma questa Cassoeula era tachenta al punto giusto, il collagene invadeva la preparazione ! grandiosa!
Sarà. Mi devo arrendere. Tu l'hai avuta servita nel piatto.Io guardo la foto e, francamente ne posso trarre solo questa impressione. Ri-Ciao