Passione Gourmet Trattoria Il Gabbiano, Corte dè Cortesi (CR), di Giovanni Gagliardi

Trattoria Il Gabbiano

Trattoria
piazza Vittorio Veneto 10, Corte dè Cortesi (CR)
Recensito da Presidente

Valutazione

Pregi

  • Una bella carta dei vini

Difetti

  • Qualche sbavatura nel servizio
Visitato il 03-2013

Cremona è universalmente nota come la città delle tre T (turòon, turàs, tetàs, ovvero torrone, Torrazzo e …), oltre che per aver dato i natali a Stradivari, a Mina ma soprattutto all’indimenticato Ugo Tognazzi, grande gourmand oltre che formidabile attore. E del resto in città, così come in tutta la provincia, è fortemente sentito l’amore per la buona tavola.
Qui è ancora possibile scoprire tradizioni gastronomiche antiche e di grande interesse, profondamente radicate in un territorio che ha come protagonista il Po che segna a sud il confine della provincia. Il Grande Fiume porta in dote il pescato (pesce in carpione in primis) e gli ortaggi che trovano nelle terre alluvionali un ambiente ideale.
Tutt’intorno, il paesaggio è quello della Bassa, terra tradizionalmente vocata all’allevamento, da cui derivano una salumeria e una casearia di tutto rispetto.
Nei dintorni, tra ville, chiese e castelli, c’è un sicuro e onesto approdo per una sosta all’insegna dei sapori del territorio. Siamo a Corte dè Cortesi, una ventina di chilometri a nord di Cremona. Qui, nella bella piazza in cui fa mostra di sé il Palazzo del Comune, troverete l’accogliente e ormai storica (quest’anno compie 30 anni di attività) Trattoria Il Gabbiano di Giusi Tigoli e Gianni Fontana.
Il locale, ospitato in una bella casa di campagna del primo ottocento, ha subito, nel corso degli anni, importanti trasformazioni sul piano estetico e non solo grazie anche al sempre maggiore coinvolgimento nella gestione dei figli Stefania e Andrea e di Elena, moglie di Andrea, che oggi è responsabile della sala.
E così all’ingresso, quella che era la tradizionale sala bar, oggi ha l’aspetto di una moderna enoteca in cui una particolare attenzione è dedicata ai distillati di cui si contano oltre cento etichette. A far bella mostra di sé, inoltre, una selezione di prodotti alimentari di qualità in vendita.
Due i percorsi di degustazione previsti, uno della tradizione di Cremona con salumi e grandi classici come Marubini e Faraona di nonna Bigina con mostarda, piatto che pare risalire addirittura al ‘700. L’altro è indicato come Menù Creativo, anche se in realtà è più che altro un percorso fuori dal territorio (a meno di non voler considerare creativi piatti come la terrina di ciccioli d’oca, lo sformato di verdure o le tagliatelle di farina monococco con ragù di cinghiale).
La Carta, in cui spiccano i piatti della migliore tradizione cremonese (in cui, anche per l’influenza della vicina Emilia, a farla da padrone sono le paste ripiene), è ben congegnata e ricca di indicazioni. Dall’elenco dei produttori, ai presidi Slow Food, alla indicazione dei piatti senza glutine. Insomma è piuttosto evidente lo sforzo teso ad effettuare un salto di qualità dal clichè dell’onesta trattoria di provincia. E la conferma viene anche dalla carta dei vini di livello più che buono e da qualche tocco scenografico come la Tartare di manzo condita direttamente al tavolo.
Ecco perché restiamo perplessi quando notiamo che nel versare il vino non lo si faccia assaggiare prima. Ma tant’è. L’anima più profonda dell’osteria a volte riemerge.
Abbiamo ordinato alla carta muovendoci tra territorio e non ed abbiamo trovato una cucina onesta, sincera, seppur priva di particolari acuti, che mantiene quello che promette, sicuramente non eleganza e leggerezza.
Preparazioni classiche, paste ripiene ben condite, intingoli saporiti. Insomma, tutto quello che ci si aspetta da una buona trattoria.

Ad Majora

Tartare di manzo con i suoi condimenti: buona, scenograficamente condita al tavolo con cipolla, senape, capperi, acciughe, pepe, worcester e tabasco.

Sformatino di verdure con fonduta di Bagoss: piatto che ricorderemo per la non comune tenacia del finocchio in accompagnamento.

Ravioli al Castelmagno con tartufo nero: niente da dire, le paste ripiene sono buone seppur non leggerissime.

Marubini con salsa di noci e Grana Padano.

Bocconcini di cinghiale in umido con Polenta di mais Quarantino (Parco dell’Oglio).

Per finire, Salame al cioccolato, classico dei classici in una ottima versione.

1 Commento.

  • Marco 50&5029 Giugno 2013

    Bene, l'amico chitarrista ci aveva visto giusto, buon vino, buoni prezzi e marubini. Marco 50&50

Lascia un commento

La tua email non sarà pubblicata. I campi obbligatori sono contrassegnati *