Ristorante Pascia, Invorio (NO), di Alberto Cauzzi

VALUTAZIONE

Cucina Classica

14/20

PREGI
DIFETTI

Recensione Ristorante
Il giovane Paolo Gatta, classe 1981, è rimasto folgorato quasi 4 lustri or sono sulla via di Stresa. Qui, nei dintorni, si è formato. Tra i suoi maestri l’arcinota Luisa Vallazza ed il meno noto ai più, ma non a me e ai novaresi-biellesi che bazzicano questo sito, Renato Bacchetta della Taverna del Pittore di Arona. Poi Ezio Santin (Urca!) e dulcis in fundo, per riempire il curriculum di nomi più conosciuti ai neo-gourmet rampanti, Arzak e Carlo Cracco. Arriva qui, nella sua Invorio, dopo un passaggio dal buon Bertinotti al Pinocchio di Borgomanero e apre il suo locale, il Pascia (Paolo in russo, per chi non lo sapesse). Seppur così giovane la sua formazione non può essere che quella che abbiamo letto sin qui. Al bando spume, alginati, sferificazioni. Qui al Pascia si fa cucina, concreta, golosa, piena. Con qualche spunto di modernità, ma sostanzialmente e saldamente posizionati in un contesto che vede la soddisfazione del cliente al centro. Con porzioni mai troppo contenute, con sapidità importanti, con note suadenti, grasse e avvolgenti come deve essere una buona cucina classica. Nessuna spinta in alto, nessun rischio, tutto calcolato. Un luogo che rientra perfettamente nei canoni della sgommata, che soddisfa il cliente con un servizio professionale, attento e premuroso. Che accompagna l’ospite in un tripudio di avvolgenti e confortanti certezze. Forse per essere migliore a questa cucina manca un pochino di precisione. Nelle cotture, non sempre perfette, e negli abbinamenti, non sempre azzeccati o nei condimenti, non sempre proporzionati. Prendiamo i plin, la cui sfoglia non è callosa e consistente come dovrebbe essere, e finisce pertanto per confondersi con la consistenza del ripieno. La capasanta ai cereali, leggermente appesantita dal filo d’olio aggiunto durante il servizio al piatto. Lo sformatino di broccoli, che sarebbe stato meglio cuocere qualche minuto in meno. Ottimi i gnocchetti di topinambur e triglie, buono il dolce, perfetto e goloso il fagottino d’uovo con la fonduta di toma. Meno intriganti le due entrate più creative, il segno che la formazione di Paolo ci porta più ad essere propensi per le sue preparazioni più classiche.

La sala



Amouse buche




Scampi del Mediterraneo, insalata russa , salsa yogurt al curry

Insalata d’inverno, crema di pomodori verdi e spuma di formaggio

Capesante arrosto in millefoglie ai cinque cereali

Fagottino d’ uovo di Paolo Parisi su fonduta di toma Alpe Buscagna e puntarelle

Gnocchetti di topinambur, triglie di scoglio e olive Taggiasche

Ravioli del plin al burro d’ alpe profumato alla santoreggia

Trippa, sformato di broccoli e gambero (foto di apertura)
Pre dessert

Sacher torte al profumo di spezie, gelato al caramello e chutney di mango

Il pregio : una buona e golosa cucina classica
Il difetto : l’entrata non ben segnalata

Ristorante Pascia
Via Monte Rosa, 9
Invorio (No)
Tel. +39.0322.254.008
Chiuso il lunedì
Menù degustazione 48, 60, 70
Alla carta 75 euro

www.ristorantepascia.it

Visitato nel mese di Febbraio 2012


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Alberto Cauzzi

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4 Comments

  1. q.b. ha detto:

    Molto bella la sala e il decor della tavola…molto belli e golosi anche i piatti, lo trovo in netto miglioramento 🙂

  2. Massimo Sola ha detto:

    bello bello bello.

  3. la cinta milanese ha detto:

    Rispetto alla mia visita di un anno e mezzo fa sembra che Paolo abbia fatto passi da gigante! Ai tempi non rimasi molto convinto…spero che le cose siano cambiate in meglio!! Bella recensione 😉

  4. la max61° ha detto:

    E’ nel mirino da un bel po’. Ci arrivo prima …o ….poi!
    Grazie per la bella rece.
    LA MAX61°

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