Passione Gourmet Baita Inarca, Proserpio (CO), di Fabrizio Nobili - Passione Gourmet

Baita Inarca, Proserpio (CO), di Fabrizio Nobili

Trattoria
Recensito da Presidente

Valutazione

Pregi

Difetti

Visitato il 04-2024

Recensione ristorante.

Era da circa un decennio che non pranzavo in questo locale, benché queste zone le conosca piuttosto bene, luoghi dove spesso venivo e vengo tuttora ad arrampicare o a fare passeggiate tranquille; forse perché la baita Inarca si raggiunge percorrendo una strada senza sbocco al termine della quale iniziano boschi, pascoli e sentieri.


Quella di oggi è una giornata ideale da trascorrere fuori porta, il tempo indeciso non invoglia a fare scelte più impegnative e l’autunno ormai pieno che regala anche ai più semplici paesaggi di campagna quel tripudio di colori caldi capaci di renderli magici e preziosi.
La tranquillità e la totale preponderanza della natura rendono in ogni caso questo indirizzo perfetto per il relax in ogni periodo dell’anno.
Alla baita Inarca la ricerca di materie prime di qualità che provengono da produttori selezionati (presidi slow food, olio Pianogrillo e salumi prodotti da loro per fare qualche esempio) è garanzia di gusto e semplicità. La cucina segue le stagioni e le ricette tradizionali del territorio, in alcuni casi rivisitate o reinterpretate.
La stagione è ideale per degustare qualche piatto a base di funghi e iniziare la stagione con qualcosa di decisamente invernale.
Nella saletta a piano terra, ben illuminata e con tante bottiglie a far bella mostra di sé cominciamo con la lettura della carta dei vini elencati per vitigno e non come d’abitudine per zone regionali trovando alcune interessanti referenze a prezzi onesti. Scegliamo per andare fuori dalle solite conoscenze su un notevole Schioppettino 2001 Ronchi di Cialla, elegante, equilibrato e bevibilissimo, con golose note di ciliegie e fragole, bilanciate da un bouquet balsamico di rosmarino e salvia, con una lieve spruzzata di pepe bianco.

Dalla carta scegliamo un tortino di trota e carciofi, buono ma con problema tecnico dovuto al piatto, non riscaldato in precedenza, che ha fatto rapidamente raffreddare i carciofi.

Segue un delicato e croccante fagottino di finferli e chiodini e patate con salsa al parmigiano, piacevole e non invasiva.

poi un rigoroso piatto stagionale, delle ottime tagliatelle con porcini, ricche in consistenza e condimento ma forse un poco troppo sapide.

Altro must del periodo e del luogo un’adeguata cassoeula con polenta, la prima della stagione.

Una nota di merito va all’altro secondo: il galletto al forno con broccoli romani e porcini, con una consistenza ed un gusto degni del decisamente più blasonato Poulet de Bresse.

Per chiudere nel segno della tradizionale cucina casalinga ecco una sontuosa spuma di zabaione al moscato, che decidiamo di abbinare, con grande soddisfazione, ad un ottimo bicchierino di Pedro Ximenez.

il pregio : zona tranquilla e rilassante

il difetto : gli ultimi 200mt di strada stretta ed un po’ dissestata.

Trattoria Inarca
Via Inarca, 16
22030 PROSERPIO – CO
Tel. 031.620424
Chiuso: Lunedì
si spendono 30/35 euro

Visitato nel mese di Ottobre 2011

www.inarcaweb.com


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Fabrizio Nobili

1 Commento.

  • Michela12 Dicembre 2011

    La Baita del “beato terreno del vago Eupili” La mia seconda volta in questo posticino tra le colline del Triangolo Lariano e vorrei come sempre condividere con voi le mie emozioni perchè sarebbe un peccato privare chi condivide la mia stessa passione per l’enogastronomia di provare lo stesso. Tempo di Premi, Bicchieri, Stelle, Chiocciole … ma quale miglior Guida se non quella che scriviamo noi ogni volta che abbiamo la fortuna di trovare certi posti, incontrare certe persone e degustare certe eccellenze enogastronomiche? Ormai mi conoscete e siete pronti alla mia recensione un po’ lunghina … anzi non mi piace questo termine perchè troppo formale ed invece quello che voglio fare io è semplicemente un racconto di quanto vissuto e condiviso con i miei compagni d’avventura. Sapevo di andare sul sicuro vista la prima esperienza a cena e quindi, con l’occasione di una gita lacustre in una bellissima giornata autunnale, scelgo io la meta per il pranzo e quindi Inarca sia! I miei amici speciali condividono la mia stessa passione e quindi non posso che scegliere questo posto a loro ancora sconosciuto … e soprattutto tornarci! Un piccolo sterrato e sentierino aprono le porte di questo posticino con annessa Azienda Agricola e lavori in corso di ampliamento e novità che v’invito a scoprire personalmente … com’è mio solito … raccontare e accennare ma non dire tutto per non togliervi il piacere di scoprire e vivere direttamente ogni sensazione. Entriamo e solo questo piccolo ingresso vale da aperitivo, con un’ambiente rustico ma soprattutto caldo, di un calore fatto di persone accoglienti, cordiali e molto disponibili. Jonathan, che è il “coccolatore” in sala mi riconosce nonostante sia passato un pochino di tempo dal nostro primo incontro e dopo due chiacchere ci fa accomodare in sala: un posto molto semplice ma estremamente complesso in questa sua essenzialità dove il principale elemento di arredo sono le Bottiglie…e mi è d’obbligo la maiuscola per la selezione delle stesse … circa 400 etichette raccolte in una carta che è come un’enciclopedia o meglio (anche qui questo termine mi sembra troppo formale per l’occasione) un album. Ebbene sì perchè il protagonista è il vino e quindi le pagine si susseguono partendo proprio dalla classificazione di questo e quindi poi sotto ogni voce le diverse etichette presenti …anche se poi sarà la competenza e consiglio a prevalere nella scelta … così come piace a me quando ci si trova in certi posti e con certe persone. Sì perchè anche se abbiamo una Sommelier al seguito ci piace scoprire affidandoci alle mani/bocca/sapere di chi ci accoglie nella propria “casa”. Veniamo quindi al menù …e pensate ogni settimana cambia abbinato ad uno degustazione e a piatti del giorno … e già questo fa capire l’utilizzo di materie prime di stagione, locali e di produzione propria, Presidi e altri prodotti selezionati con maestria, che poi Manuel in cucina trasforma in piatti che entreranno nei vs ricordi più belli motivandovi a tornare al più presto. Partiamo quindi con la scelta e al momento dell’ordinazione cosa ci viene annunciato? Che non in carta ma presente c’è la Trippa … come rinunciarvi … eliminare qualcosa già scelto e quindi sostituirlo con questo? Ma perchè commettere un tale reato! L’aggiungiamo come assaggio dopo gli antipasti e quindi trippa sia! Poi era la prima della stagione quindi davvero impossibile non prenderla in considerazione. Arriva al tavolo in pane e dei grissini artigianali al Curry meravigliosi e con quel tocco di spezia che stimola la bocca e gola per il godimento di quello che seguirà: tagliere di Salumi (Salame e pancetta dell’Azienda e una coppa piacentina stupenda per l’animalesco che ha in sé) e testina di Vitello con cipolla rossa, servita tiepida e… che dire …mi si scioglie ancora in bocca. Il vino che abbiamo scelto? Visto il menù un Lambrusco Assolo 2010 Medici Ermete , con un rapporto q/p, come tutto il resto, eccellente. E quindi ecco le Ns scodelle di Trippa … insomma la trippa della nonna la ricordate? Eccola nella sua miglior riuscita … tutti in silenzio nel degustarla e rivivere quindi ricordi, tradizioni, momenti di incontri familiari … che meraviglia! Chissà..magari in cucina c’è la nonna di ognuno… o semplicemente c’è un grande maestro di tradizione e cultura. Quindi i secondi piatti, tutti diversi per assaggiare le proposte presentate nel menù. E quindi ecco la lingua di vitello con polenta cremosa e salsa di porcini …. Che piatto! Una lingua di una tenerezza incredibile, all’interno ancora rosata … e pure la presentazione merita un plauso al cuoco, così come per tutti i piatti. Inoltre la nostra curiosità viene ripagata da Jonathan che alle nostre domande risponde molto apertamente, regalandoci qualche segreto di ingredienti, cotture e preparazioni. Altro secondo piatto è il Maialino da latte laccato al miele speziato con patate: cottura perfetta e materia prima pure qui impeccabile. Per chiudere quindi la mia scelta sulle Costolette d’agnello alle erbe con polenta di segale e salsa al vino rosso: potrei raccontarvi ogni boccone, il sapore di questa carne, la particolarità della polenta di segale e l’equilibrio di ogni ingrediente a creare questo ed ogni piatto assaggiato. Insomma che dire: che è un peccato non ci siano stati i dolci ma le portate sono davvero generose e quindi ci accontentiamo di gustare anche solo con gli occhi le prelibatezze che vediamo attivare agli altri tavoli. E poi per rimediare alla mancanza ci sarà sicuramente presto un’altra occasione, altre persone care da portare o con cui ritornare. Anche perchè poi sono molto curiosa di vedere la fine dei lavori in corso…anche se mi sono già fatta raccontare il progetto e quindi non vedo l’ora sia terminato. Spero di non avervi annoiato con il mio racconto ma secondo me è ancora troppo breve per quanto si meriterebbe di essere scritto …anche se credo che la cosa più bella non è tanto questa ma vivere certe emozioni/esperienze e quindi vi auguro di farlo presto … perchè se vi muove questa grande passione lasciatevi inebriare da essa e viaggiate condividendo. A presto, Miky

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