Passione Gourmet Fonte della Valle, Montefortino (FM). Di Carlo Cappelletti.

Fonte della Valle

Trattoria
Località Tenna 9a, Montefortino
Recensito da Presidente

Valutazione

Pregi

  • Non fossero già sufficienti i motivi per tornare, c'è pure il "gratta e torna"!

Difetti

  • Poche, pochissime etichette a disposizione.
Visitato il 08-2011

L’entroterra piceno è un angolo d’Italia praticato da pochi. Gli appassionati di montagna, certo, hanno da tempo aggiunto i Sibillini ai preferiti per sciate, trekking ed escursioni, anche impegnative, ma tutto sommato neppure gli abitanti delle zone litoranee delle province di Fermo ed Ascoli conoscono a fondo (Pasquetta e Ferragosto non contano) il proprio entroterra, ed è un vero peccato. Qui siamo a Montefortino, nei pressi dell’orrida Gola dell’Infernaccio e del monte Sibilla che tante leggende ha ispirato, da Cibele alla Sibilla Cumana, dalla fata Alcina al wagneriano Tannhauser. Questo ristorante-pizzeria in realtà ha tutti i crismi della trattoria che ci piace, con una mano materna in cucina e tanta cura per i prodotti del territorio, due fattori che fanno dimenticare la location (più che altro l’esterno) non propriamente accattivante e la povertà assoluta della scelta enologica. La bandiera incontrastata del locale è la mela rosa dei Sibillini. Potendo capitare da queste parti solo in agosto, tuttavia, abbiamo ovviamente incrociato l’unica stagione in cui essa non è reperibile, ma quanto assaggiato in quest’occasione non ha fatto che accrescere la curiosità di provare i veri cavalli di battaglia di questa cucina.
Per aprire non si può prescindere da un assaggio di creme ed olive all’ascolana, che preparano il terreno ad un pranzo dai gusti intensi, privo tuttavia di fastidiosi eccessi di sapidità.

Certo in qualche preparazione, come in questa egregia coratella, l’utilizzo dell’olio è generoso a livelli che potrebbero far storcere il naso al più intransigente, ma è sempre giusto a mio parere tarare la “soglia di tolleranza” a seconda del tipo di cucina.

Lonza, pecorini ed un’ottima e vigorosa trippa emergono da questo misto di antipasti “alla Beatrice” (Barelli, la cheffa).

In agosto e sui Sibillini il tartufo nero estivo non può che recitare la parte del leone nei primi piatti. Si comincia con pappardelle con la crema delle prime zucche e burro al tartufo

per andare su un’intensa declinazione dedicata al solo tubero, presente in abbondanza in queste fettuccine

cui qui sono aggiunti anche porcini. Menzione speciale per una pasta semplicemente commovente per gusto e consistenza. L’eccellenza ci pare stia nella qualità delle uova, visto che comunque nelle Marche non si è soliti utilizzarne molte nell’impasto.

Non mancano nei dintorni le risorse idriche (tra l’altro il vicino Lago di Pilato dà asilo a questa singolarissima specie di crostaceo), per cui troviamo rifugio sicuro in una discreta trota al forno, cui non posso tuttavia non rimproverare il limone colpevolmente “obbligato”.

Semplici e gradevoli anche i dolci, dalla mattonella (Oro Saiwa, mascarpone e cacao), diffusissima in queste zone,

ad un discreto e non troppo dolce tiramisu al limone,

passando per l’interessante ed alcolico lonzino dei fichi, realizzato all’interno delle foglie (foto di copertina).
Il Brecciarolo di Velenosi, non assoluto, logicamente, ma dall’ottimo rapporto qualità prezzo. E poi d’altronde scelta ce n’è pochissima.

8 Commenti.

  • Raffo28 Ottobre 2011

    Ammappete,m'hai fatto proprio venì voja de facce un salto,fischia! Dimmi di più di quei frittini d'apertura...

  • Carlo (TBFKAA)28 Ottobre 2011

    fresca, ecchettedevodadì, fijo? ce sta le creme ce sta le live. e se magna insieme. Dolce e amaro. Che mica sti gurmette se so' 'nventati gnende...

  • Raffo29 Ottobre 2011

    Ok,ci di goliardia ferisce... ;-) Inetndevo: com'erano QUALITATIVAMENTE i frittini? Spessore e gusto della crema,Consistenza-Qualità del ripeno delle olive...?

  • Carlo (TBFKAA)29 Ottobre 2011

    Crema piuttosto spessa, come le tagliatelle uovo in primissimo piano..strepitose le uova, appunto. Olive senza l'eccesso della paraculissima salsiccia che viene spesso aggiunta alle tre carni con intenzioni più sparagnine che gustative. Oliva bene denocciolata e ricostruita, poca perdita di succhi quindi, nonostante la panatura forse troppo sottile avesse ceduto in qualche punto.

  • Raffo30 Ottobre 2011

    1000 thx

  • rinod30 Ottobre 2011

    mi intrometto per la prima volta e timidamente commento: e il tiramisù al limone? com'era? lo spunto non mi sembra malvagio... anzi mi piace proprio il limone a contrastare la grassezza del mascarpone. portebbe essere uno spunto per un dolce del nord elaborato in chiave sudista, a suggellare l'unità d'italia...

  • Carlo (TBFKAA)30 Ottobre 2011

    buonissima idea, infatti, La componente aromatica avrebbe potuto essere meglio amplificata da scorza grattugiata, piuttosto che dallo sciroppo. Discreto, e non buono tout-court per via di una sensazione di essenza di limone più che di limone. Grazie per avermi portato ad informarmi sulle origini del Tiramisu, Rinod :-)

  • Rinod31 Ottobre 2011

    Non c'è di che! Vi seguo con interesse e curiosità e leggo avidamente le vostre recensioni.

Lascia un commento

La tua email non sarà pubblicata. I campi obbligatori sono contrassegnati *