Passione Gourmet Ristorante Mosaico, Hotel Terme Manzi, Chef Nino Di Costanzo, Casamicciola Terme, Ischia (NA) di Fabio Fiorillo - Passione Gourmet

Ristorante Mosaico, Hotel Terme Manzi, Chef Nino Di Costanzo, Casamicciola Terme, Ischia (NA) di Fabio Fiorillo

Ristorante
Recensito da Presidente

Valutazione

15/20 Cucina prevalentemente di avanguardia

Pregi

Difetti

Visitato il 03-2024

Questa recensione aggiorna la precedente valutazione che trovate qui

Recensione ristorante.

Forma e sostanza. Non si può negare che siano obiettivi centrali nelle grandi tavole. Chi vuole essere al passo con i tempi deve necessariamente perseguire entrambi, anche se, ne siamo consapevoli, non sempre è facile bilanciare i due aspetti. Al Mosaico, Norbert ed io abbiamo avuto la netta sensazione che Di Costanzo, al timone delle straordinarie cucine (visitatele, vale la pena), sia fin troppo focalizzato sull’estetica dei suoi piatti, alcuni davvero bellissimi (non fatevi ingannare dalle foto, questa volta appena sufficienti, a causa della luce troppo soffusa in terrazza), ed abbia un po’ perso di vista la centralità che il gusto deve avere in ogni preparazione. Ci sentiamo, quindi, di muovere questo piccolo appunto, in considerazione del fatto che nel corso delle nostre visite abbiamo riscontrato comunque una mano potenzialmente in grado di dare soddisfazioni. Di Costanzo ha classe, si vede, e tanti mezzi a sua disposizione; ha le carte in regola per ambire ad un futuro radioso. Qualche passo incerto però c’è stato, ed è giusto renderne conto ai nostri lettori.

Il luogo è curato, il Terme Manzi è un Relais&Chateaux, e l’attenzione ai dettagli la si nota non solo in sala ma in tutto l’albergo, dalle camere alla piscina, dal bar alla reception. Certo, seppure situato sulla collina del borgo di Casamicciola, dall’hotel non si vede il bel mare d’Ischia, ma lasciatevi coccolare dallo staff, e del minus del panorama ve ne dimenticherete ben presto.


La carta dei vini è discreta, non è vasta nè profonda, ma qualche buon prodotto lo si trova. Lunar di Movia 2007 e Villa Bucci Riserva 2004 (notevole come sempre) le nostre scelte.

Gradito omaggio della cucina, a titillare le nostre papille, una mini composizione di pane al basilico, panna acida, gelatina di rapa rossa, salmone, caviale e limone candito. Mix rinfrescante ed appagante.

Ben predisposti anche da una vasta selezione di olii da tutto lo Stivale, affrontiamo il menu degustazione grande con ottime prospettive.
La “passeggiata napoletana” è un percorso di alcuni dei grandi classici della cucina partenopea: caprese, parmigiana di melanzane, pane e fagioli, mosaico di seppie e peperoni (capolavoro compositivo di certosina pazienza), zucchine e branzino, gateau di patate. Non tutte le preparazioni ci hanno convinto, a dimostrazione che la cucina non è matematica e non sempre cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia. L’innovazione non può essere degna di nota se la ricetta classica è di gran lunga superiore alla rivisitazione in chiave moderna. In particolare la parmigiana ed il gateau ci sono sembrati privi di mordente, dal gusto appiattito.

Fortunatamente il livello dell’asticella si alza con il gambero violetto, mandarino, ricotta di bufala e fave di cacao. Mirabile connubio dalle nuances tipicamente estive. Cacao e ricotta in dosi omeopatiche a dare spinta. Molto convincente.


Buona la palamita, cruda, con caesar salad indivia e bacon. Anche in questo caso siamo in presenza di un mero (ma indovinato) assemblaggio di ingredienti.

Storciamo il naso dinanzi ad un piatto sulla carta interessante, ma di cui, alla prova d’assaggio, non siamo riusciti a comprederne il senso. “Bufalo e bufala”: carne di bufalo, biscotto di agerola, mousse di patate, pomodoro cuore di bue, mazzancolla, musetto di maiale, funghi champignon, ricotta di bufala, olio di semi di zucca tostati. Ci siamo persi in un guazzabuglio di ingredienti senza trovare il bandolo della matassa. Non si è svelato ai nostri occhi (ed alle nostre papille) un filo conduttore. I singoli elementi godevano di luce propria senza fondersi in un armonico coniugio.


Buona, invece, la variazione di coniglio (dalla carta), coscio in crosta di pistacchi e arachidi con crocchetta di patate al provolone del Monaco, lombetto alla soia con arancino di riso alla citronella, carrè, e trippa con sedano rapa e funghi pioppini; sintomo che anche le carni, a dispetto della location isolana, sono nelle corde dello chef. Le cotture erano indovinate, gli abbinamenti anche. Un percorso logico in un crescendo di sapori.


Discreto il risotto al limone  (dalla carta) con fiori eduli e battuto di scampi, non perfettamente mantecato.

Piacevoli i mini tortelli con gamberi rossi,basilico e zucchine, freschi e dalla sfoglia tirata come si conviene.

Piatto della serata i buonissimi spaghetti aglio, olio, peperoncino, astice, mentuccia e purea di melanzane affumicate. Sapore suadente, e consistenza avvolgente, diverse sfumature si susseguono al palato, con l’affumicatura che dà una sterzata vigorosa per chiudere il cerchio dell’equilibrio gustativo.


Un po’ complesso, come piatto di mare, il branzino in crosta di fresella e frutti di mare, con cavolfiore, pomodoro, spinaci e pane al nero di seppia. Ovvia conseguenza la comprimarietà del branzino, da protagonista, sulla carta, a mera comparsa.

Scomposto e ricomposto l’agnello sambucano in crosta di pinoli con parmigiana di melanzane e scarole.

Anche i dolci seguono la falsa riga delle portate salate, grande cura estetica, ma risultati altalenanti. Buonissimi i bonbon con cioccolato al latte e frutto della passione ed il fondente alle fave di cacao.

Meno il tortino al cioccolato, che sconta un lieve eccesso di cottura,  e gelato al lemongrass.

Più che interessante la camomilla con spezie,

meno le “geometrie” di cioccolato (cubo al latte ripieno di torrone,cono alle nocciole con gelato al latte di bufala, sigaro allo Strega, cioccolatino al distillato di mela annurca) dalle consistenze e dai sapori un po’ scontati.


In una piccola teca la piccola pasticceria, che soddisfa la vista ed il palato.

Menzione particolare per pani e grissini di notevole fattura.

Di Costanzo guida una Ferrari, ha un team collaudato, servizio in sala che gira alla perfezione (i coperti sono solo 20), attrezzature all’avanguardia, ed una proprietà che non bada a spese per finanziare un progetto che mira in alto. Ma una lucidata in meno alla carrozzeria ed una messa a punto in più al motore sarebbe cosa auspicabile e gradita. I risultati, purtroppo, sono ancora altalenanti; a nostro avviso ciò può essere imputato alla eccessiva elaborazione delle preparazioni, visti gli innumerevoli passaggi/cotture e preparazioni prima di approdare al tavolo. Forse meno complessità, a tratti ridondante, potrebbe portare a risultati più convincenti per un cuoco che, ripetiamo, ha talento e potenzialità elevate. Torneremmo di sicuro ancor più volentieri di quanto non facciamo già adesso.


il pregio :l’attenzione massima per i clienti

il difetto : rapporto sfavorevole forma/sostanza

Ristorante Mosaico
Hotel Terme Manzi
Piazza Bagni, 4
80074 Casamicciola Terme NA
tel 081 994 722
Chiusura: martedì
Chiusura stagionale: da Novembre a Marzo
Costo: 130 euro menu degustazione, 120 euro alla carta

www.termemanzihotel.com

Visitato nel mese di Luglio 2011

Visualizzazione ingrandita della mappa

Fabio Fiorillo

12 Commenti.

  • michele18 Ottobre 2011

    recensione ridicola! a mio parere. conoscendo Nino Di Costanzo si capisce che la prima cosa a cui punta è il gusto!io sono stato più volte al mosaico, esperienza unica!

  • PEPPE18 Ottobre 2011

    Attualmente nino e uno dei pochi geni della cucina italiana(grande ricerca tecnica e passione) e uno dei pochi cuochi che e sempre onnipresente in cucina (se non ce il mosaico non apre) a differenza di molti altri ,il suo (problema e che e poco mediatico. Nino ad majora sempreeeeeeeee!!!!!!!!!

  • Giancarlo maffi18 Ottobre 2011

    " ha perso di vista la centralita' che il gusto deve avere in ogni preparazione" . Basterebbe questa affermazione, notoriamente scritta a verita' imprescindibile sulle tavole di Mose', a segnare con traccia rossa una recensione evidentemente scritta in stato confusionale. Detto senza offesa. Ma se i recensori si offendono, porteremo pazienza. Conosciamo le dita che alzeranno, stizzite. E gli acuti strilli che ci assorderannoin loro difesa, anche da chi non ci mette piede da tempo.

  • michele di fabio19 Ottobre 2011

    scandaloso.......................frequento questo ristorante e questo chef dal primo giorno di apertura ed è vergognoso leggere quanto scritto e considerato da codeste persone ,nino è veramente un grande genio gastronomico capace di fare veramente cose che solo lui puo fare e concepire ,maestro di capolavori unici ma sopratutto l'unico e dico l'unico che vive per la cucina e per i suoi clienti a differenza di tanti ciarlatani detti cuochi che puntano solo a palcoscenici etc nino sei un grande

  • alberto cauzzi19 Ottobre 2011

    Il voto e il ragionamento espresso da PG può non essere condiviso, questo ci sta. Ma non per questo bisogna usare argomenti irrisori ed offensivi per legittimare la tesi opposta. Noi non siamo stati ne irrisori ne offensivi, abbiamo espresso un punto di vista. E' singolare che ciò debba essere ribadito ogni volta, ma ormai a questo mondo contraddittorio fa rima con rissa. bah!

  • michele di fabio19 Ottobre 2011

    sig Cauzziqui qui nessuno è intenzionato a fare risse ,botte o altro ci mancherebbe ne tanto meno di controbbattere un opinione espressiva si tratta della realta dei fatti la recensione a mio parere e a quanto pare a parere di tutti e totalmente fuori luogo e priva di fondamenta poi se dobbiamo dire si padrone perche lei ed il suo gruppo seiete stati scelti dal padreterno per poter affermare delle cose non vere non corrette ok va bene ,mi scuso io e tutte le persone che hanno la mia stessa considerazione

  • Fabio Fiorillo19 Ottobre 2011

    Mi fa piacere la levata di scudi per lo chef Di Costanzo che evidenzia una forte stima da parte vostra per uno chef talentuoso. Dal canto nostro non potevamo non far rilevare che nel corso della nostra visita, a fronte di un'espressione tecnica notevole ( preparazioni così complesse è raro incontrarle su altre tavole dello stivale), non sempre i risultati sono stati pienamente soddisfacenti, vuoi per la carenza di equilibrio, vuoi per il gusto un po' traballante. Abbiamo, però, altresì sottolineato che Di Costanzo è dotato di indubbie capacità e che, accantonando qualche tecnicismo fine a se stesso, potrà entrare nell'empireo della ristorazione non solo regionale.

  • fabio fiorillo19 Ottobre 2011

    Gentile Di Fabio, se abbiamo dato la possibilità ai nostri lettori di commentare le recensioni, significa che siamo aperti al dialogo (ed alle eventuali critiche). Un dialogo costruttivo, però. La sua affermazione "si tratta della realta dei fatti la recensione a mio parere e a quanto pare a parere di tutti e totalmente fuori luogo e priva di fondamenta", per poter avere adeguata risposta, dovrebbe essere argomentata in modo più circostanziato. Nel testo della scheda ho cercato di spiegare cosa per noi non andava e cosa ci è piaciuto. Gradirei che anche i nostri lettori lo facessero, senza nascondersi dietro apodittiche offese e barricate elevate nel segno della stima/amicizia per un determinato cuoco.

  • Enzo Vizzari21 Ottobre 2011

    Prescindo dal voto, ma sono d'accordo che in più di un piatto la ricerca sulla forma prevale su quella dei sapori, sino a mettere in secondo piano il prodotto: affermarlo non è un'offesa al talento - non comune - di Nino Di Costanzo, ma è la "lettura" oggettiva' della sua visione della cucina, del suo stile.

  • giovanni di stasio21 Ottobre 2011

    mi spiace ma non sono assolutamente d'accordo ,usare dei piatti non comuni a nessuno e fuori dalle concezioni del piatto stesso non significa essere condizionati dalla forma ,per quanto mi rigurada essendo stato piu volte ad ischia in questo ristorante ho sempre sentito e gustato nettamente ogni singolo elemento anzi sempre piu evidenziato e sempre piu deciso sul gusto dello stesso ,nino a parer mio continua sempre a crescere e migliorare giorno per giorno facendo sempre piu passi da gigante ,il problema credo che in questo momento o forse da sempre non si e mai visto un talento capace di assemblare forme ,colori ,gusto e precisione cosi massima,a parer mio non e cosi anzi totalmente l'opposto ma giustamente ognuno dice la sua ma forse io a differenza di altri ci vado e spesso al mosaico e non ne sono uscito mai deluso anzi sempre piu scioccato e sempre piu con la voglia di ritornarci ,ma forse il problema di questo grande chef e che nn fa il para.... lo come tanti altri no frequentanto salotti televisioni etc io ne parlo da perfetto estraneo di questo mondo sono solo un frequentatore di grandi ristoranti e a mio modesto parere il mosaico e tra i primi nella mia graduatoria

  • Giovanni Lagnese20 Settembre 2012

    Ragazzi, non scherziamo. Ripassateci quanto prima, prima che chiuda (15 ottobre). Per me è da 18 ed è al vertice in Campania e in Italia, paragonabile per tecnica alle grandi tavole del mondo. La cucina oggi ha bisogno di complessità contro moda e il Mosaico è una possibile risposta. Parlo di complessità gustativa, sia chiaro. P.S. Scrivetemi in privato, forse ho una cosa da dirvi che potrebbe interessarvi.

  • Giovanni Lagnese13 Maggio 2013

    Riprovato recentemente. Di nuovo: non scherziamo. Basterebbe solo l'agnello provato l'ultima volta per collocarlo fra i top chef italiani. Potrebbe però osare di più. Per me un 17.

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