Biondi Santi e le “nuove” annate
Innovazione sì ma sempre di gran qualità
Riassaporare un quotidiano che sembrava lontano apre le porte al gusto conviviale e schietto dove anche solo una battuta di semplice confronto fa sembrare tutto più vivo, reale, tangibile.
Il gusto assume una forma ricca e rotonda, perché è il dettaglio che fa l’insieme. E di dettagli l’azienda Biondi Santi ne rilascia a pioggia in una giornata meteorologicamente perfetta. Perfetta come le annate del Brunello che per mano del suo amministratore delegato porta con sé al tavolo del pranzo. Un rosso di Montalcino 2018 elegante e vibrante, una riserva 2013 in prima uscita avvolgente nella sua fine freschezza ed una riserva 1983 “La Storica” maestosa e fresca come poche se ne sono assaggiate di Brunello e non solo.
Già al solo leggere Montalcino il timore reverenziale è d’obbligo se poi si unisce il Brunello allora la storia della vitivinicoltura italiana fa un sobbalzo che la porta a vedere dall’alto tutto il resto dell’enologia Italica. Non ce ne vogliano le altri grandi B italiane (Barolo, Barbaresco, Bolgheri) o le altre grandi denominazioni. Ciò che ha significato il Brunello e continuerà a significare nel panorama enologico mondiale non ha eguali. Sin dall’inizio della sua storia Biondi Santi è sinonimo di Brunello. E viceversa.
Oggi Biondi Santi racconta di una nuova gioventù grazie alla nuova proprietà non sconosciuta al mondo del lusso e del vino.
Una nuova giovinezza che ha nel mirino la qualità pur attraverso un’innovazione costante ma morigerata come si conviene alle grandi aziende. Un proseguimento nella qualità con dei guizzi in vigna prima ed in cantina poi che non deluderanno né gli appassionati storici, né i clienti nuovi che avranno di che apprezzare sul nuovo corso. Avvicinatevi a queste bottiglie con curiosità e rispetto, con attenzione e tempo da dedicare loro. Dal rosso più giovane alla riserva del 1983 emozioni ed entusiasmo saranno garantiti.
Parola di Biondi Santi.