La Pergola

VALUTAZIONE

Cucina Classica

17,5/20

OSPITALITÀ

20/20

PREGI
Dopo trent’anni, resta una esperienza gastronomica di livello, da provare tout court, arricchita da un servizio e da una carta vini di indubbia fattura.
DIFETTI
La prenotazione non agevolissima.

Un luogo rinnovato, tra spazio e tempo

Da circa un anno il ristorante La Pergola è stato completamente ristrutturato con l’intento di andare “oltre”. Offrire ambienti che guardano con ottimismo verso il futuro, per un’accoglienza più “moderna”, partendo ad esempio dalla personalizzazione di piatti e posate. Summa elegantia del Rome Cavalieri Waldorf Astoria, l’Hotel Luxury che lo ospita, dall’incredibile patrimonio artistico, visitabile su prenotazione e dall’altrettanto epico panorama su Roma. Heinz Beck ne è parte integrante. Indispensabile. Un protagonista indiscusso dell’alta ristorazione, con una visione di cucina che vuol esser appagante, tecnica, elegante. Ma cos’è oggi? L’interprete di una storia di amore e bellezza che fa del classicismo (ri)costruito ed evoluto, il suo cavallo di battaglia.

Una cucina sempre più circolare

Gli spunti contemporanei o più propriamente moderni di questa “linearità” si concretizzano nello studio, nella ricerca sull’ingrediente, nella loro cottura. Una evoluzione che non vuol ancorarsi alle mode. Lo sguardo di Beck oggi è proteso verso la massima riduzione dello spreco, degli scarti, verso la valorizzazione dei vegetali; mettere cioè nel piatto preparazioni salutistiche, leggere, digeribili, belle, in grado di giungere al cervello non solo quale mero nutrimento ma anche come stimolo vitale. In tal senso, con innegabile e storica padronanza tecnica – dopo il servizio di un ottimo aperitivo preparato al tavolo in stile omakase giapponese – citiamo 0,01%; piatto complesso in costruzione ma fortemente essenziale, dedicato appunto alla sostenibilità e che mira a rappresentare cosa siamo noi sulla terra. Si tratta di un sanpietrino realizzato con un guscio di acqua di pomodoro, purea di sedano e carbone vegetale liofilizzato, scioglievole al palato, ripieno di maionese senz’uovo, poi adagiato su un carpaccio di pomodoro, olio al basilico e salsa ai semi del basilico stesso. La piacevolezza vola via tra morbidezze e acidità.

La centrale esaltazione del vegetale non smussa comunque mai gli equilibri, profumatamente marini nel Gambero rosso su consistenze di fagiolini e taccole, fresco, agrumato, e nel più persistente astice su estratto di liquirizia, cuore di spinaci e cetrioli. L’intensa Sella di agnello sull’antica via Appia è poi quella portata narrativa che omaggia Roma, presente da tempo ma oggi proposta in abbinamento a dei legumi germoattivati (lenticchie, fagioli occhiello nero e cicerchia) simil mattoncino del pavé. La glassatura in superfice, realizzata col fondo di cottura della carne, ne esalta la raffinatezza, contribuendo a renderlo un componimento pienamente armonico oltre che biodisponibile per l’organismo. È innegabile che la citata prevalenza del senso classico del termine, o, la voluta ripetitività di alcuni ingredienti principali negli anni a La Pergola si contrappongano all’assenza di azzardi, verticalità, spigolosità – più, o meno dirompenti. Pregio o difetto? La questione è sfumatamente soggettiva, ancor più in percorsi degustazione come questo, senz’altro impegnativo in termini di prezzo (almeno in Italia) ma che, nel contempo, la incasella quale esperienza sempre affascinante, colta e di alto spessore, non soltanto grazie alla coerenza stilistica stessa di Beck, ma anche a due elementi equamente ripartiti: sala e servizio da zenith internazionale e ubicazione ancestrale. In una Roma storicamente sempre più caotica, anche ciò non è poco, anzi.

IL PIATTO MIGLIORE: Agnello sull’antica via Appia.

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Andrea Mucci

Dall’inizio del terzo millennio lavora in ambito finanziario ma la tavola, qualsiasi sia la sua declinazione, ne occupa da sempre i ritagli del tempo libero, alimentandone la ricerca del gusto, della piacevolezza e del senso estetico. Sommelier AIS per passione, si innamora dello champagne, che berrebbe anche a colazione e degusta con immancabile sottofondo jazz. Nel piatto ricerca l’essenza della materia prima, tra forma e soprattutto sostanza, con la curiosità di sapere cosa avrà da dire al palato.

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VALUTAZIONE

Cucina Classica

17,5/20

OSPITALITÀ

20/20

PREGI
Dopo trent’anni, resta una esperienza gastronomica di livello, da provare tout court, arricchita da un servizio e da una carta vini di indubbia fattura.
DIFETTI
La prenotazione non agevolissima.

INFORMAZIONI

PREZZI

Menù degustazione da € 350 o € 295

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