Il primo Supertuscan 100% Sangiovese
Scendi le scale e nell’aria già senti un profumo che ti attira ed affascina. Finita la discesa alla tua sinistra si apre una sala, tipica da cantina a soffitto basso, bottiglie lungo le pareti ma, tavolo al centro, e lì a braccio teso e mano pronta trovi Emanuele Reolon.

È lui che è felice, sorridente e pronto ad accogliere noi fortunati avventori e a raccontare il futuro che lui vorrà dare a quest’azienda.
Nel frattempo il profumo si diffonde sempre più e avvolge, ci sono una sessantina di calici con all’interno quel vino intrigante e pioniere che corrisponde al nome di Cepparello, di Isole e Olena.

Entriamo nel vino e capiamo con chi abbiamo a che fare: ci è voluta la visione di un uomo capace di sfidare la tradizione e di credere nella forza di un vitigno spesso relegato a ruoli secondari, per dare vita a un nome importante del vino italiano.
Negli anni ’70, Paolo De Marchi, giovane enologo di ritorno da un’esperienza formativa in Napa Valley, prese le redini dell’azienda di famiglia Isole e Olena, tra le colline di Barberino Val d’Elsa, – comune di Barberino Tavernelle – nel cuore del Chianti Classico.

In un’epoca in cui la “formula chiantigiana” imponeva l’uso di vitigni misti, De Marchi scelse la strada più difficile, puntare tutto sul Sangiovese in purezza, selezionando le viti più vecchie e produttive di uve di qualità superiore, raccolte a mano e vinificate con cura estrema.

Così, nel 1980, nasce Cepparello, un vino che non solo ha riscritto la storia della cantina, ma è diventato uno dei simboli del rinascimento enologico toscano e dell’identità più autentica del Sangiovese. L’intelligenza artificiale che interrogo, questa volta chiedendo di spiegarmi cosa fosse un Supertuscan, mi ha creato uno specchietto e mi è balzato subito all’occhio che Cepparello è il primo Supertuscan 100% Sangiovese… so che non è così però anche questa classificazione ha il suo motivo. Non me ne voglia né Enzo Morganti né Sergio Manetti.

Torniamo a Cepparello che non fu solo la nascita di un grande rosso, ma la creazione di un’identità: vigneti a bassa resa, selezione maniacale dei grappoli, affinamento di 18 mesi in barriqueCon "barrique" si intende una piccola botte di legno adatta all’affinamento di vino dalla capacità compresa tra i 225 e i 228 litri. Leggi, attenzione quasi artigianale a ogni dettaglio.
Cepparello si distingue per l’eleganza e la struttura, per i profumi intensi e complessi di fragoline di bosco, violette e legni nobili, per un palato robusto e compatto, strutturato e rotondo, capace di stupire in ogni annata. È un vino raffinato, equilibrato, pluripremiato, che incarna la massima espressione del Sangiovese toscano e la volontà di raccontare il territorio senza compromessi.
Degustare Cepparello attraverso le annate è un viaggio nella storia e nel carattere del Sangiovese. Le annate più fresche esaltano la finezza floreale e la tensione acida, mentre quelle più calde regalano pienezza e ricchezza di frutto.

Ogni annata racconta le sfumature del clima, della terra e della mano di Paolo De Marchi, che ha saputo interpretare il Sangiovese con sensibilità e rigore.
Cepparello è un vino longevo, capace di evolvere con grazia, sviluppando nel tempo sentori di tabacco, cuoio, sottobosco e spezie, senza mai perdere la sua eleganza innata.
Cepparello 2022 è un vino in “divenire” al momento del nostro assaggio; quando uscirà, ovvero a settembre, il consiglio è quello di tenerlo ancora qualche anno in cantina; non esiterà comunque sin d’ora a mostrare ai più audaci il suo altissimo potenziale.