La cantina Quintarelli, mito senza tempo

IL NOSTRO GIUDIZIO

Bianco Secco 2023 Giuseppe Quintarelli

Vino che nel tempo ha avuto miglioramenti fino a portarlo nell’annata 2023 a una sorta di quadratura del cerchio, introducendo parzialmente dei legni su piccole porzioni dei vini provenienti da uve Chardonnay, Garganega, Sauvignon, Trebbiano e Saorin. Il Bianco Secco Quintarelli, discreto ma al tempo stesso tagliente e profondo offre con delicatezza al naso note floreali di fiori del limone assieme a sentori di frutti a polpa gialla, pesca, susina, fico d’india, passion fruit e un richiamo gessoso. Sorso espressivo che unisce carnosità fruttata, rigore strutturale, una decisa scia fresco- sapida a una persistenza formidabile.

Valpolicella Classico Superiore 2017 Giuseppe Quintarelli

Il Valpolicella Classico Superiore rappresenta la storia di questa azienda e un punto di riferimento per tutta la denominazione, ottenuto da uve Corvina, Rondinella e Cabernet. L’affinamento si protrae per 60 mesi in botti grandi di rovere. Unisce da sempre una piacevole e ottima beva senza rinunciare alla complessità gustativa. Nella denominazione Classico Superiore, su cui il Consorzio punta molto nei prossimi anni, si punta a farlo diventare il vino più rappresentativo della Valpolicella, si trova un po’ di tutto, dai vini snelli e agili, scarichi di colore stile Pinot Nero, a quelli concentrati, stratificati, densi e complessi, la Valpolicella della cantina Quintarelli unisce i 2 mondi alla perfezione. Quadro aromatico ampio dove si incrociano classici frutti rossi come marasche, prugna, lampone a note di spezie come il pepe nero, la noce moscata, legno di cedro, erbe officinali, tocco di tabacco alla menta e di scorza di arancio essicata, firma autorevole della Corvina. Assaggio dinamico, l’avvolgente morbidezza, la generosa sapidità, un tannino aggraziato accompagnano la lunga chiusura con rimandi fruttati.

Rosso ‘Ca’ del Merlo’ 2017 Giuseppe Quintarelli

Ca’ del Merlo è frutto di un blend nato per volere di Giuseppe molti anni fa che testimonia la padronanza nel sapere unire la tradizione con Corvina, Corvinone e Rondinella a vitigni come il Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Nebbiolo, Croatina e Sangiovese. Come per la Valpolicella si utilizza una seconda rifermentazione alcolica utilizzando la tecnica del ripasso sulle vinacce dell’Amarone. Come per la Valpolicella, affinamento per oltre 60 mesi in grandi botti di rovere di Slavonia. Sofisticato il racconto aromatico, che rispetto alla Valpolicella mette in mostra un frutto più denso e ricco, more e mirtilli in confettura, marasche, prugna, grafite, pepe nero, menta, oliva nera al forno. Sorso compatto e generoso, fodera il palato con trama generosa, il tannino educato e la convinta freschezza fanno pensare a una sicura longevità.

Rosso del Bepi Veneto IGT 2016 Giuseppe Quintarelli

Vino autocelebrativo, dedicato al grande Giuseppe che ha deciso di dare questo nome all’Amarone quando notava che la qualità dell’uva e quindi dell’annata non erano all’altezza di fare un grande prodotto. Viene quindi Veneto IGT ma a tutti gli effetti si tratta di Amarone, proveniente dalle stesse vigne, con i soliti 4 mesi di appassimento e 8 anni di invecchiamento in botte ma di una persistenza e struttura del vino leggermente inferiore, più immediato di quello “ufficiale” . Excursus aromatico di grande profilo, si percepiscono aromi di ciliegia, more di rovo, mirtilli, prugna che cedono il passo a calde note di legno di cedro e sandalo, alloro, timo, tabacco dolce e finale piccante di spezie, pepe nero e ginepro. Si muove sul palato sinuoso e morbido, come velluto, tannino di classe infinita e profondità superlativa. Nonostante tanta abbondanza riesce nel guizzo fresco-sapido finale strizzare l’occhio al territorio a cui è intimamente legato e indurre salivazione, per cui non vedi l’ora di riprenderlo in mano.

Amarone Classico della Valpolicella 2017 Giuseppe Quintarelli

Una selezione maniacale delle uve che vengono fatte appassire in modo completamente naturale per oltre 100 giorni. Sette anni di affinamento nelle grandi botti di rovere, ed eccolo qui, sua maestà l’Amarone. Un’annata molto difficile la 2017, ma chi ha saputo gestire le avversità ha prodotto degli Amarone di grande spessore, arriva dopo 2 annate molto buone come la 2015 e la 2016. Stratificata e complessa la parata olfattiva, dove si trovano amarene e prugna in confettura, piccoli frutti neri sotto spirito, floreale di violette e rose essiccate, erbe aromatiche timo, maggiorana, speziato di ginepro, pepe, cardamomo, resine pregiate, radice di liquerizia, soffio minerale e finale di moka e fava di cioccolato. Sul palato denso nella materia avvolgente e succosa, vigoroso ma vellutato, tannino profondo ma finissimo sapientemente cesellato, con vitale acidità a stabilire l’equilibrio generale.

Amarone Classico della Valpolicella Tre Terre 2013 Giuseppe Quintarelli

Riprende una dicitura degli anni 80 che veniva utilizzata per il Recioto, le uve che provengono dai vigneti di Negrar, Marano e Sant’Ambrogio. Rispetto alla versione classica dell’ Amarone ho apprezzato delle sottili differenze riguardo al tannino un po’ più pronunciato, e una speziatura unita all’acidità che lo rende a tratti quasi piccante.
Naso profondo e finissimo, coccolano l’olfatto sottili note di frutti neri maturi, in composta, amarene, prugne, mirtilli seguite da tocchi di grafite, pietra focaia, note balsamiche di liquerizia, china, spezie dolci ginepro, pepe nero, soffio di sottobosco, catrame, pellame pregiato. Sul palato è caldo, ricco, si apre a ventaglio, rivelando una fenomenale ampiezza e un equilibrio perfetto, i tannini sono impeccabili, finissimi, seguiti da un guizzo sapido-salino che dà movimento. Vino dalla lunghezza infinita con note finali di legni pregiati e spezie orientali, grande profondità. Difficile fare di più e soprattutto chiedere di più ad un vino. Immenso.

Recioto Classico della Valpolicella 2013 Giuseppe Quintarelli

Il Recioto della Valpolicella della cantina Quintarelli è il capostipite dei vini che hanno fatto la storia di questa area vinicola, ricercato da collezionisti e amanti dei più acclamati vini italiani. Ammaliante il quadro olfattivo che riserva aristocratici effluvi di frutta rossa matura in confettura, more di rovo, ciliegie nera, prugna, mirtillo, cioccolatino al rum, tabacco dolce, moka, legni nobili, fava di cacao, bastoncino di liquirizia, incenso, un tripudio. L’ingresso sul palato è velluto, avvolgente nella materia fitta e spessa, lo zucchero residuo è bilanciato in maniera perfetta da un tannino e una vena fresco-sapida di manuale. La persistenza è senza fine con rimandi delle note olfattive per un godimento senza fine.

La storica cantina Quintarelli

Ogni volta che finisco di degustare la batteria dei vini proposti da Francesco, il pensiero che mi viene naturale è quello che riescono magicamente anno dopo anno a unire una complessità assoluta alla estrema eleganza, una compressione di profumi e sapori che toglie il fiato, una ricchezza di materia densa e fitta eppure sempre si ritrovano questi finali stretti, affusolati, lunghissimi, salini, un’alchimia unica fatta di conoscenza, mestiere e tempo, molto tempo, il riposo nelle grandi botti permette ai vini di respirare, maturare e lentamente evolvere.

La cantina Quintarelli si trova sul Monte Paletta in Località Cerè, sul versante Est della vallata di Negrar, tutti i vigneti godono di esposizione Ovest e poggiano su terreni calcareo-basaltici, le pratiche agronomiche sono poco invasive e si svolgono con cura maniacale, soprattutto nella scelta e nella cernita dei grappoli, sono 11 circa gli ettari vitati per lo più coltivati a Pergola veronese per i tradizionali Corvina, Corvinone o Rondinella, al resto è riservato il Guyot, per varietà come Cabernet franc, Cabernet Sauvignon.

Varcare quel cancello percorrendo il viale di ulivi che porta all’azienda mette sempre un timore reverenziale accompagnato da un brivido alla schiena. Quindi un minuto per prendere fiato e godere del territorio circostante dal terrazzo che apre sulla zona Classica della Valpolicella, la vista è mozzafiato, ci si sente un po’ come Di Caprio sulla prua del Titanic, chiudendo gli occhi il vento accarezza la pelle portando i profumi della primavera che sta esplodendo, e il pensiero di essere a casa di chi è sopra la piramide qualitativa in Italia e quindi nel mondo incute sempre un certo timore reverenziale. L’azienda nasce all’inizio del secolo con Silvio Quintarelli, che, insieme ai suoi fratelli coltiva a mezzadria i vigneti di località Figàri, nel comune di Marano di Valpolicella. Rese bassissime e i lunghi affinamenti andando contro tutti.

Le vigne.

Dopo la Prima Guerra Mondiale, precisamente nel 1924, l’azienda si trasferisce nella vallata di Negrar, in località Cerè, dove Silvio prosegue l’attività con il prezioso supporto della moglie e dei figli. Negli anni Cinquanta, Giuseppe, il più giovane tra i figli, prende in mano la gestione dell’impresa, portando avanti la tradizione familiare legata alla vigna e alla cantina. I vigneti vengono rinnovati e perfezionati, aumentano le botti e cresce la domanda.

Con il tempo, la cantina Quintarelli si espande notevolmente, ma questo non compromette la cura per il metodo tradizionale, preservato con rigore, passione e dedizione costante, insieme alla moglie, alle figlie e ai fidati collaboratori. L’accoglienza di Francesco e Lorenzo, nipoti di Giuseppe, è calorosa e immediatamente mette a proprio agio. Colpiscono per la professionalità e la compostezza. Il loro compito è quello di trasmettere nei vini i valori e la visione di colui che è stato considerato il padre simbolico della denominazione. Alla domanda se abbiano apportato cambiamenti alla metodologia produttiva, rispondono di aver introdotto lievi modifiche finalizzate a perfezionare alcuni aspetti legati alla precisione dei vini, rendendoli più attuali e concentrandosi sull’espressione del frutto e sulla pulizia stilistica.

Entrare nella nuova cantina è un’esperienza quasi sacrale: le luci soffuse creano un’atmosfera raccolta che permette di apprezzare l’armonia tra passato e presente. Qui si stagliano le prime dieci storiche botti, intagliate con simboli allegorici come il melograno e la cicogna, emblemi di abbondanza e fertilità. La cantina Quintarelli, vera icona del panorama vinicolo italiano e internazionale, ha trovato nei due nipoti i custodi ideali per traghettare l’eredità familiare nel futuro, continuando la missione del fondatore, che in tempi difficili ha perseguito ostinatamente la qualità estrema, le rese minime e gli affinamenti prolungati, andando controcorrente.

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Angelo Sabbadin

Nato e cresciuto a Padova, lavora nei migliori ristoranti della città; alle Calandre sviluppa la sua conoscenza e passione suggellate dal riconoscimento come miglior Sommelier nel 2011 per la Guida de l’Espresso. Il vino è materia articolata e complessa, una passione, vera, un qualcosa che ti rapisce. Da raccontare e trasmettere come emozione. Fondamentale, per scriverne, è ascoltare e capirlo.

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