Peter Brunel

VALUTAZIONE

Cucina Moderna

17/20

PREGI
L’ampiezza della carta vini.
DIFETTI
Alcune acidità spinte potrebbero non incontrare un apprezzamento unanime.

Uno scrigno d’arte futurista

A una manciata di chilometri dalle rive trentine del Lago di Garda, troviamo l’autoctono Chef Peter Brunel, che, dal 2019, ha dato vita a una delle insegne gastronomiche migliori del Trentino. Lui, grande appassionato di musica, di arte, del Vate D’Annunzio e di automobili, è creatura poliedrica anche a tavola, dove l’intento è quello di trasmettere, oltre all’ispirato animo proprio, la massima espressività del territorio in senso lato, inteso quale anello di congiunzione con altre filosofie di cucina dal mondo. Ci si immerge dunque in un’esperienza estremamente interessante, sia sotto il profilo visivo che tecnico gusto-olfattivo, aprendo le danze con l’aperitivo, servito in apposite e rilassanti sedute, per poi chiudere con i petit-four omaggiati all’ingresso, aleggiando tra gli eleganti ambienti. Momenti allietati dalla costante presenza dello Chef, che svela sornione un’altra grande passione: quella per la musica e per gli impianti hi-fi, il tutto descritto con l’entusiasmo di un bambino assai colto.

Un menù degustazione ben oltre il “fusion”

Le anzidette forme d’arte, adagiate anche sui tavoli e tutte pensate da Brunel, hanno parallelismi con l’estetica dei piatti. A tal proposito, da sottolineare che non capita di frequente avere la possibilità di poter scegliere o, meglio ancora, combinare i menù come meglio si crede. Ciò detto, il percorso “Classic Nikkei” rappresenta forse quello più appropriato in termini avanguardistici. Un viaggio fatto di incontri, fusione d’ingredienti della cucina giapponese e peruviana con quelli del Trentino Alto-Adige. Assai piacevole qui l’iniziale trilogia di Patata con polpo, gambero e trota, abbinata ad un cocktail “attorno al mondo” pensato ad hoc a base di Sakari, Trento doc, pepe del Sichuan e uova di trota. L’attenzione vira poi sulla rielaborazione “tecnica” di un viaggio alle Isole Lofoten, dal quale prende il nome il piatto, divenuto “cult”. Le Alici marinate sorvolano gli elementi di aria e di acqua, le cozze, le uova di trota, la base di cavolo cappuccio, ingredienti che ricreano rispettivamente l’acqua e il suo schiumeggiare, le pungenti alghe e l’immensità del mare. La consistenza dello Gnocco di patata, servito con parmigiano reggiano, tartufo, aringa e arancia sublima il palato elevando la materia prima ma la parte più squisita del percorso è rappresentata, a nostro avviso, dall’Astice aromatizzato al burro, con arancia, Martini bianco, purè di datteri e salsa Bernese in rifinitura. Piatto complesso, intenso e penetrante, partendo dalle note olfattive, enfatizzate da uno spray all’arancia e dalle punte acido-dolce in allungo.

Gli ottimi dessert portano la firma di Loretta Fanella e vengono proposti sempre in doppio assaggio, mentre, i servizi di sala e cantina sono affidati al professionale duo Giovanni Baccaro e Andrea Garbin. Ulteriori tasselli di un luogo dove si è stati bene, con la certezza che alla prossima sarà tutto lo stesso, eppur differente rispetto alla precedente esperienza, tra pennellate d’arte, gusto e attenzione al ruolo del cibo legato al concetto di benessere.

IL PIATTO MIGLIORE: Astice, arancia e datteri.

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Andrea Mucci

Dall’inizio del terzo millennio lavora in ambito finanziario ma la tavola, qualsiasi sia la sua declinazione, ne occupa da sempre i ritagli del tempo libero, alimentandone la ricerca del gusto, della piacevolezza e del senso estetico. Sommelier AIS per passione, si innamora dello champagne, che berrebbe anche a colazione e degusta con immancabile sottofondo jazz. Nel piatto ricerca l’essenza della materia prima, tra forma e soprattutto sostanza, con la curiosità di sapere cosa avrà da dire al palato.

2 Comments

  1. Stefania ha detto:

    Grande chef Brunel!
    Impossibile restare indifferenti in questo luogo, noi abbiamo provato il menù dedicato a G. D’Annunzio, forse troppo più classico ma altrettanto notevole

  2. Giulio ha detto:

    A mio avviso, per la qualità dei piatti, del servizio e della carta vini, come egregiamente esposto, questo fantastico locale meriterebbe due stelle!

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VALUTAZIONE

Cucina Moderna

17/20

PREGI
L’ampiezza della carta vini.
DIFETTI
Alcune acidità spinte potrebbero non incontrare un apprezzamento unanime.

INFORMAZIONI

PREZZI

Menù degustazione a 70, 130, 140, 150 e 170 euro.

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