Personalità
All’interno dell’Hotel Lord Byron troviamo una sala molto accogliente, ogni angolo ci riporta ai fasti del passato, ricchezza, stravaganza, ci sentiamo degli yuppie arrembanti. È in questa nicchia di piacere che l’hotel ha deciso di rilanciare la propria proposta di fine dining. È una proposta senza esclusione di colpi quella suggerita dall’imperituro Massimo Viglietti. Alcuni lo definiscono rock, altri punk (forse per via della sua inconfondibile cresta), a noi non interessa definirlo perché ci pensa la sua cucina a descriverlo in pieno. È proprio la personalità a contraddistinguere ogni portata. Senza paure, senza incertezze, i piatti si susseguono senza sbagliare un colpo. Spesso troviamo molti ingredienti, ma mai confusione, solo ordine e linearità. Ordo Ab Chao (letteralmente dall’ordine al caos) recita non a caso uno dei tatuaggi di Viglietti.
Eleganza ed estro
Tutto questo si rispecchia nei piatti di Viglietti. Nel primo antipasto il Gambero crudo si sposa con il manzo marinato, una magnifica spuma di brie e sedano rapa fritto. Un divertente consomméIl consommé è un brodo ristretto di carne bovina o avicola, appartenente alla tradizione culinaria francese. Si prepara aggiungendo a un brodo di carne freddo: ritagli di carne tritati, verdure e un albume sbattuto per litro di brodo. Viene fatto sobbollire per circa un'ora, al termine della quale viene filtrato. Il nome deriva dal francese consommer, ovvero restringere, "consumare" letteralmente. Nella cucina francese è un piatto annoverabile... Leggi fatto con le teste dei gamberi consente di gestire il sapore, comunque non eccessivo, del formaggio, arrotondando ed ammorbidendo l’assaggio. Il Filetto di rombo, già speciale nel suo accompagnamento con bietola e cardoncello scottato, viene stravolto ed esaltato dall’ottima salsa burro, vino bianco ed aceto. Il giusto twist che serviva.
La sala è gestita magistralmente; il personale, sempre pronto nello spiegare le portate e abile nell’interazione, contribuisce a creare un connubio fra raffinatezza e convivialità che ci ha convinto. Adeguata la carta dei vini con giusti ricarichi, salvo qualche eccezione.
IL PIATTO MIGLIORE: Filetto di rombo, cardoncello scottato e bietola con salsa al burro, vino bianco e aceto.
La Galleria Fotografica:
La mise en place. Amuse bouche. Tuile con crema al wasabi e lardo, la foglia di basilico è la vera chicca. Cannolo ripieno di tartare di manzo e maionese affumicata. Sfera di cioccolato bianco ripiena di rombo e pesto. Seppia, lardo e Parmigiano con midollo liquido. Piatto molto dinamico. Spuma di brie, gambero rosso crudo, manzo marinato e sedano rapa fritto… …servito con un piacevolissimo consommé, ad ammorbidire il tutto. Il Ponente visto da Oriente: a sinistra gyoza farcito di piselli, shitake e battuto di pomodori secchi, olive e capperi; a destra sgombro marinato con, sopra, una cipolla brasata alla menta e salsa allo yogurt. Il dettaglio del raviolo… …e dello sgombro. Opulenza allo stato puro: spaghetto con fondo di triglia, foie gras spadellato e caviale. Piatto sicuramente esoso, ma nulla è sprecato o lasciato al caso. Filetto di rombo, cardoncello scottato e bietola: da soli, buonissimi… …con la salsa al burro, vino bianco e aceto, indimenticabili. Aria di zenzero: un simpatico piacere per l’olfatto prima del dessert. Parfait al basilico, crumble di biscotto e pomodoro burro zucchero e Gran Marnier.