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Ronchi di Cialla

Vino
Recensito da Adriana Blanc

La famiglia Rapuzzi e la (ri)scoperta dello Schioppettino

Quel fazzoletto di terra riconosciuto nel 1995 come “Sottozona Cialla”, nella zona Doc Colli Orientali del Friuli, a pochi chilometri da Cividale, è un’area selvaggia e un po’ fuori dal mondo, dove i fitti boschi di querce e castagni lasciano spazio alle incursioni della fauna proveniente dal confine sloveno. Qui, la presenza umana è limitata alla sola famiglia Rapuzzi che, in quello che è a tutti gli effetti può essere considerato un monopole, ha adottato un sistema di agricoltura integrata a basso impatto ambientale per dare vita all’Azienda Agricola Ronchi di Cialla.

I protagonisti di questa storia sono Paolo, scomparso da qualche anno, e Dina, che, spinti dall’amore per il vino, nel 1970 abbandonano la loro concessionaria Olivetti per abitare queste terre. Antesignani e controcorrente, rifiutano la consuetudine di impiantare vitigni internazionali e cominciano invece a studiare le varietà autoctone più vocate per la produzione di vini da invecchiamento.

I primi vitigni ad essere selezionati sono Verduzzo, Picolit e Refosco. Localmente, tuttavia, si sente tanto parlare della “pocalza”, un’uva tipica della zona di Prepotto, la Ribolla nera oggi nota come Schioppettino. Scatta così la ricerca delle poche barbatelle rimaste. Dino ne trova svariate decine, che innesta illecitamente a Rauscedo. La burocrazia italiana al tempo non contempla lo Schioppettino tra le varietà storiche locali e prende dunque il via una lunga lotta volta ad ottenerne il riconoscimento. Intanto quei primi tre ettari salvano la cultivar dall’estinzione, e nel 1975 i Rapuzzi vengono insigniti di un premio per il loro coraggio. Ma la mattina del 7 maggio 1976 lo scenario cambia, il bilancio del terremoto (decimo grado della scala Mercalli) della sera prima è di 989 morti e 45mila senza tetto. La cantina dei Rapuzzi è distrutta. La coppia non si abbatte e l’anno successivo, il 1977,  vendemmiano nella vallata Cialla, che si confermerà essere una zona eletta per la produzione dello Schioppettino, uva che necessita di ombra, di fresco, visti i suoi grappoli delicati e sensibili al calore. Su suggerimento di Tachis, lo affinano il barrique, il risultato è un vino vibrante ma serico nella sua trama tannica sottile, dotato di un’aromaticità dirompente. 

Con 23 ettari vitati, l’odierna produzione si attesta sulle 60 – 100 mila bottiglie all’anno, delle quali circa cinquecento vengono conservate per tramutarsi in vecchie annate.

La conduzione, rigorosamente familiare, è oggi affidata a Pier Paolo e Ivan Rapuzzi, figli di Paolo e Dina.
Una filosofia aziendale che limita l’intervento in vigna e in cantina il più possibile, favorendo le naturali inclinazioni della vite. Il microclima di Cialla, come detto, pensa al resto: la brezza costante e il naturale inerbimento riparano i vigneti dalla eccessiva umidità – circa 2000 mm pioggia/anno -, mentre la rigogliosa foresta circostante garantisce temperature fresche e una buona escursione termica. I vigneti sorgono in piccoli appezzamenti di circa un ettaro disseminati all’interno del bosco, vere e proprie radure dove il rapporto tra quest’ultimo e la superficie vitata risulta pari al 95 e 5 percento.

Schioppettino di Cialla 2017

Vitigno: 100% Schioppettino (età media delle vigne: 50 anni)
Alc: 12,5%

Il nome rimanda alla sensazione di ‘scoppio’ che produce in bocca al momento dell’assaggio, prima della raccolta manuale, che solitamente si tiene nella seconda metà di ottobre; segue una macerazione di almeno 4-5 settimane. Si utilizzano lieviti indigeni e si effettuano rimontaggi due volte al giorno. Il vino, quindi, affina in barrique di rovere francese per 14-18 mesi, quindi trascorre ulteriori 30-36 mesi in bottiglia prima di essere immesso sul mercato. Di un bel rosso rubino, al naso esprime note di ribes e sottobosco, pepe bianco e accenni balsamici. Il tannino è setoso e rifinito, la struttura piena, allietata da una decisa sapidità.

Venezia Giulia IGT “Sôl” 2008

Vitigno: 100% Picolit (età media delle vigne: oltre 20 anni)
Alc: 15%

Una rara versione di Picolit vinificato secco, che dopo un’attenta selezione in vigna (e il limite della produzione che viene effettuata soltanto nelle annate migliori) resta a contatto per uno o due giorni sulle bucce. Segue la fermentazione, condotta dai soli lieviti indigeni, in barriques e la successiva elevazione nelle medesime per 24 mesi. Ulteriori 24 mesi di affinamento in bottiglia e il vino, finalmente, è pronto. Nel calice si presenta di un giallo paglierino carico, con splendidi riflessi dorati. Il naso è ricco ed incredibilmente suadente, con i fiori bianchi e la frutta matura che si intrecciano a note di cera d’api e miele. Al palato si presenta coerente con quanto preannunciato nei profumi, con un ingresso morbido e corposo che, tuttavia, stupisce per la grande freschezza e tensione che rivela questo vino nel finale.

* I vini dell’Azienda Agricola Ronchi di Cialla sono distribuiti da Sagna Spa.

1 Commenti.

  • Passione Gourmet11 Gennaio 2024

    […] qui), i vini precisi e cesellati degli entomologi di fama internazionale di Ronchi di Cialla (qui), i luminosi e stentorei nettari etnei di Palmento Costanzo (qui) e i nobilissimi vini di […]

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