Valutazione
Pregi
- Una grande materia prima ittica in una location affascinante.
- L'ottimo rapporto qualità/prezzo.
- Una bellissima e intelligente carta dei vini.
Difetti
- Parcheggiare nelle immediate vicinanze del ristorante non è sempre facile.
La palafitta da amare
San Vincenzo, in provincia di Livorno, è un comune molto famoso tra i gourmet più appassionati. È una piccola località balneare dove, qualche anno fa, si veniva in pellegrinaggio gastronomico da tutte le parti d’Italia e non solo. C’era un ristorante di raffinata semplicità di un cuoco, apparentemente burbero, che deliziava i suoi ospiti con preparazioni di mare che, al tempo, erano tanto semplici quanto geniali e che, anni dopo, avrebbero lasciato un segno indelebile nella storia della cucina italiana. Quel posto si chiamava Gambero Rosso e quel cuoco, ovviamente, era Fulvio Pierangelini. Considerata doverosa questa nostalgica premessa, possiamo passare al Pierangelini figlio, Fulvietto, che sta, in silenzio, scrivendo un nuovo affascinante capitolo della saga di famiglia con il suo Bucaniere.
Un ristorante dal nome evocativo che cela una storia di legami familiari (si chiamava così il vecchio stabilimento balneare acquistato di genitori negli anni ottanta e poi andato demolito). Fulvietto ha l’onore e l’onere di raccogliere l’eredità del padre, e ci riesce con una apparente calma olimpica nelle cucine di questa affascinante palafitta-terrazza disegnata dall’archistar Massimiliano Fuksas nel 2011. Una tavola che si affaccia maestosamente sulle placide onde del Tirreno.
Un’importante eredità di gusto e mare portata avanti, in silenzio, con determinazione
Al cuore dell’esperienza culinaria de Il Bucaniere c’è una filosofia che celebra la materia prima in tutta la sua essenza. Il pesce fresco, le verdure e la raffinatezza della semplicità sono i protagonisti indiscussi di piatti generosi e schietti che non sono perfetti e non vogliono esserlo, ma sono sinceri e, soprattutto, sanno rispettare il prodotto facendosi gustare con piacere e sentimento. Poche leziosità e tanta sostanza si ritrovano in piatti assaggi dalla spiccata mediterraneità come la TartareLa bistecca alla tartara (conosciuta anche come carne alla tartara, steak tartare o più comunemente tartare) è un piatto a base di carne bovina o equina macinata o finemente tritata e consumata cruda. La ricetta prevede che dopo essere stata triturata la carne deve o marinare nel vino o in altri alcolici oppure viene aggiunto del succo di limone e... Leggi di gamberi rossi, ricotta e carciofi o come nei Ravioli (la sfoglia è semplicemente eterea, tanto sottile quanto elastica, perfetta nella sua consistenza) di pesce con zucchine e seppie. Un piatto che cattura l’essenza di questa cucina come la riproposizione di quella Passatina di ceci con mazzancolle tanto osannata quanto copiata, del papà. Un omaggio alla ricetta di famiglia rivista nei quantitativi (in questo caso il legume è più abbondante rispetto al velo di passatina che veniva servita al Gambero Rosso). Altro piatto della casa è la sontuosa Cacio e pepe con gamberi rossi, dove a predominare, senza però mortificare il crostaceo, è il pecorino. Infine, le Crepes farcite di crema e arancia con il sorbetto agli agrumi è l’ennesimo inno alla golosità in un piacevole chaud-froid. Non manca qualche piatto di carne in carta.
La carta dei vini, sorprendentemente ampia, è caratterizzata da una selezione accurata di etichette blasonate e non, e riflette profondità e competenza. I prezzi sono adeguati e occasionalmente si possono trovare opzioni convenienti, consentendo di godere di vini pregiati senza particolari eccessi. Il servizio di sala, informale e amichevole, è anche in grado di anticipare le esigenze del cliente accontentandolo a specifiche richieste.
IL PIATTO MIGLIORE: Ravioli di pesce con zucchine e seppie.