Veritas
Valutazione
Pregi
- Una cucina piacevole di ineccepibile esecuzione.
Difetti
- Tempi di servizio da mettere a punto.
Quando la “veritas” non è solo nel vino
Nato dalla curiosità e dalla intuizione di Stefano Giancotti, dentista di professione ma gourmet e anfitrione per passione, fondamentalmente centrato ai suoi inizi sulle tante etichette intorno alle quali sussurrare qualche piatto, il Veritas oggi si conferma una tappa sicura in un tour gastronomico della città di Napoli, dove oramai la “veritas” non è più da ricercare nei fondi dei calici bensì si palesa nelle geometrie eleganti ma sempre riconoscibili dei piatti, vessillo di una cucina di tradizione solida eppur moderna. Così in una sala rinnovata quasi a sottolineare il recente cambio di Chef e di brigata, ecco combinarsi prodotti della cultura pop come provola, ”friarielli” e basilico con le raffinatezze di salse, estrazioni e marinature, così come l’operazione di recupero della memoria di un classico Soffritto napoletano, inaspettato per una ricciola, a condire lo spaghetto e, infine, appare pure l’utilizzo di un esotico bunClassica tipologia di pane soffice a base di farina, acqua, burro, latte e sale, adatto per la preparazione di hamburger. Il bun occidentale si origina dalla tradizione dei panini al vapore della cucina cinese settentrionale, dove si coltiva in particolar modo il grano al posto del riso. Questi panini, in Cina, sono realizzati sia per essere consumati vuoti (mantou), sia... Leggi a contenere l’iconico ragù.
Alto e basso
Alto e basso dunque a dialogare e completarsi già dalle prime battute in quelle miniature della cucina che anticipano e preparano alla breve degustazione o alla scelta puntuale da una carta rinnovata ogni stagione, e che trovano compimento nell’”Intenso mare”, già signature dish dello chef Carlo Spina con quella lancia di plancton marino che si insinua nella pasta mista a dare intensità e lunghezza a un voluttuoso ragù di crostacei. Di buona fattura e ottima qualità la carne sebbene non ci si possa emozionare più di tanto causa l’inflazione da maialino iberico e di bell’impatto i dessert, disegnati nel piatto e compiuti al palato con una giusta dose zuccherina.
Carta dei vini cucita con passione sartoriale con una ricerca davvero costante al nuovo e al piccolo con proposte stimolanti e talvolta insolite promosse da una sala giovane e motivata che rimedia con mestiere a qualche ritardo tra le portate.
IL PIATTO MIGLIORE: Intenso mare: pasta mista con ragù di crostacei cotti e crudi, salsa al basilico e plancton marino.
La Galleria Fotografica:
Chips al nero di seppia e colatura di alici con tartare di ricciola; bottone al vapore con ragù; polpettine di polpo alla genovese. Pan brioche con tataki di palamita, avocado e cipolla rossa, burrata e uova di trota. Gambero in ceviche, lingua di vitello, senape mela verde. Polpo alla plancha, scarola, salsa di provola e ‘nduja. Spaghetti al brodetto di pesce, soffritto di ricciola e aglio fermentato. Intenso mare: pasta mista con ragù di crostacei cotti e crudi, salsa al basilico e plancton marino. Piuma di maiale Iberico, flan “friarielli” e tartufo nero. Cheesecake alla lattica con purea di albicocche e zest di lime. Castagna glassata, cremino alle noci, crumble al tartufo, gelato alla nocciola. Amaro insolito.