Cesarini Sforza

Venti anni di Aquila Reale

Considero sempre un gran piacere oltre che un onore avere la possibilità di sedere di fianco ad un enologo da cui ho modo di apprendere.  Perché apprendere non è solo sapere o conoscere, è andare un gradino più su, un passo oltre. Posso leggere, posso studiare, posso assaggiare, posso fare mio il gusto ed il giudizio di altri, ma da solo in autonomia non posso fare molto altro. Per questo apprezzo molto i momenti sì conviviali come può essere un buon pranzo, ma che hanno lo scopo vivo e vivace di trasmettere conoscenza oltre che emozioni. Alla mia sinistra, seduto, Andrea Buccella, l’enologo di Cesarini Sforza, casa spumantistica Trentina, potete approfondire qui, il quale – ed è stato evidente – ama trasmettere oltre che la passione per il suo lavoro anche l’entusiasmo di volerlo far conoscere e condividere.

Venti anni di Aquila Reale, la punta di diamante di Casa, la cuvée che racchiude il voler ben fare spumantistico italiano. La “bollicina di montagna” questi vigneti che godono di un microclima unico e speciale che crescono vigorosi e floridi e donano al naso così come al palato un’esperienza appagante, gastronomicamente appagante aggiungo. Perché il bello di questi vini e di questo excursus diacronico dalla magnum della vendemmia 2001 a seguire fino alla vendemmia 2018 è il rallegrarti il momento dell’unione con i piatti e le pietanze che compongono il pranzo. Il vino è vivo e vibrante ad ogni sorso, raccoglie il tempo del suo millesimo e lo esprime nel bicchiere in tutte le sue sfaccettature. Qui siamo di fronte ad un Titano, solo le uve migliori di Chardonnay di un unico vigneto, a conduzione biologica della valle dell’Adige, Maso Sette Fontane che raccoglie tutto il vigore della Val di Cembra e lo trasferisce al frutto. Ciò che nasce bene in vigna deve poi continuare ad essere gestito e cresciuto in cantina. Con sapienza cura ed attenzione. E qui ritorna Andrea Buccella, fino al momento in cui si concepisce un percorso di degustazione con dieci vini, che “possa rappresentare spontaneamente attraverso non l’utilizzo di vecchie sboccature, ma di riserve appena degorgiate nonché dosate con la medesima liqueur. Solo così si può apprezzare appieno la longevità dello Chardonnay ed il suo lento e meraviglioso evolvere nel tempo”. Grazie, di vero cuore, Andrea.

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Luca Turner

Giornalista, vive a Milano. Una moglie, due figli, tre, quattro, cinque grandi passioni tra cui la cucina di ricerca creata ad arte e con amore ed i grandi vini fatti con passione rigore e rispetto. Scrive per raccontare storie ed emozioni che abbracciano il suo quotidiano, poi, per dimenticarle e passare alle successive, assapora amorevolmente bolle d'oltralpe.

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