Chiudiamo un anno intenso, movimentato dalla ripresa degli eventi e dalla frenesia del poter nuovamente comunicare. Ma in maniera differente. Abbiamo ripreso a girare per cantine, e a presenziare agli eventi con una nuova consapevolezza: ossia quanto sia prezioso il nostro tempo. Nei dodici mesi che ci lasciamo alle spalle abbiamo avuto l’opportunitĂ di ponderare il significato di molte parole. E allora ci ispiriamo alla definizione di “Champagne” data da Flaubert…
“Distingue la cena fastosa.
Fare finta di detestarlo, dicendo: Non è un vino!.
Suscita lâentusiasmo della gente modesta.”
…per ripensare ai consumi, e ai gusti di nuovi target, che si stanno approcciando al vino. E ai mercati che mutuano in continuazione. L’elenco dei nostri migliori assaggi include esperienze sublimi, reminiscenze di metodi di vinificazioni del passato, anteprime e fotografie attuali. Il tutto sempre guidato da una sola cosa: la passione.
Alberto Cauzzi
Mauro Mascarello – Barolo Monprivato Docg 2004
Il nostro paradigma di Barolo si svela con questo Barolo Monprivato 2004. A dispetto dellâalcol, assai presente, i suoi 13,5 gradi sostengono un vino acceso da un color rosso rubino scarico, tipico di queste zone con, al naso, note di fiori di campo secchi e lâimmancabile viola, timbro originale dei Mascarello piĂš nobili, e una punta di oliva nera, che denota al termine la sua quasi impercettibile evoluzione. Il tannino levigato, ma ancora incredibilmente persistente e aggressivo, dona freschezza gustativa supportata da una prugna secca in evidenza e un finale setoso e armonico, davvero grande anzi di piĂš, immenso.
Mauro Mascarello – Barolo Monprivato Docg 2004.
Drappier – Champagne Brut Nature Sans Soufre
100% Pinot noir, vanta note ossidative pronunciate, nonchĂŠ una piacevole e lieve bollicina, che incalza la degustazione. Al naso, i sentori di fragoline di bosco mature unite a una punta di crema pasticceraLa crema pasticcera o pasticciera è una crema a base di tuorli d'uovo, zucchero, latte e farina (oppure amidi o fecole). Viene servita come tale, ma piĂš comunemente rientra in guarnizioni o farciture per torte, pan di spagna, bignè, crostate ed altri prodotti di pasticceria. Ne esistono cinque varianti principali, quali al limone, al cacao, alla vaniglia, la crema diplomatica... Leggi e allâimmancabile mela cotogna, caratteristica piĂš o meno saliente di tutti gli Champagne della Maison, sfociano in un profumo agrumato e sapido, davvero potente. Un mosaico che si ritrova assai nitidamente anche allâassaggio dove la nota sapida, molto persistente, incalza una beva straordinariamente scorrevole e, ça va sans dire, anche molto piacevole.
Champagne Brut Nature Sans Soufre.
Château Le Pin – Pomerol 1998
Al naso lâincipit è un tripudio di amareneLe amarene sono i frutti del ciliegio aspro (Prunus cerasus), dalla quale derivano anche le visciole (varietĂ meno diffusa). Dai frutti di colore rosso chiaro, dal sapore amarognolo e leggermente acido, le amarene vengono consumate come tali, sotto forma di gelato, sciroppate o nel liquore portoghese ginjinha. Leggi macerate, cassis, cioccolato fondente, tartufo e un tocco di melassa. La nota verde e sottile della foglia di fragola si affaccia timidamente, fino a diventare prorompente nel prosieguo e anche al palato, dove si trova conferma dei sentori e dei profumi avvertiti pocâanzi, e in cui diventa prevalente la nota ferroso-ematica, di brodo dashi
Il dashi è un leggero e limpido brodo di pesce, caratteristico della cucina giapponese, usato come base di minestre e come ingrediente liquido di molte preparazioni. Il dashi forma la base per la zuppa di miso, il brodo chiaro e i noodles in brodo. Leggi, con lâalga in evidenza. Un sostegno umamico importante, questo, che termina con una punta di piccate, di mostarda, e un lieve sentore di salsa di soia. In bocca è teso, persistente e lungo, lunghissimo, ma con tannini avvolgenti e voluttuosi. In poche parole, un grande Merlot!
Château Le Pin – Pomerol 1998.
Andrea Grignaffini
Trinoro – Tenuta di Trinoro 2018
In memoria del genio di Andrea Franchetti un assemblaggio di Cabernet Franc e Merlot che rappresenta lo stile personale ma internazionale del suo creatore. Una sorta di omaggio a Bordeaux in un sorso potente, ricco ma sfaccettato.
Trinoro – Tenuta di Trinoro
Arnaud Lopez – Hautes-CĂ´tes de Nuits Rouge Pinot Noir 2019
Una micro produzione su quattro etichette e tre diverse denominazioni per questo produttore biodinamico che macera a grappolo intero per tre settimane e affina in barriqueCon "barrique" si intende una piccola botte di legno adatta allâaffinamento di vino dalla capacitĂ compresa tra i 225 e i 228 litri. Leggi usate. Il Pinot Noir è verace e profondo con gli umori della terra e dei suoi piccoli frutti.
Avanguardia Triple A – Nuovo Paradisetto Rosso 2020
Dalla nuova azienda agricola delle Triple A e dalla mente combinata di Luca Gargano e Fabio Luglio un vino, imbottigliato nella mitica bottiglia di Caroni, che ha il soffio del mare e un sorso fragrante di frutti rossi che invoglia a quello successivo.
Orazio Vagnozzi
Vega Sicilia – Unico 1970
Vino dallâintensitĂ aromatica prodigiosa e dallâintegritĂ stupefacente, Vega Sicilia Unico 1970 da una parte esprime forza e poderosa struttura, dallâaltra eleganza sublime. Immenso.
Vega Sicilia Unico 1970.
Rousseau – Chambertin Grand Cru 2010
Modello di purezza ed eleganza lo Chambertin 2010 di Rousseau un vino che incapsula tutto quello che rende i vini di Borgogna cosĂŹ avvincenti, grazie a un profumo intenso di lampone e amarena e un sorso in cui dolcezza, setositĂ dei tannini, aciditĂ succosa e sapiditĂ stanno in vibrante equilibrio. Magnifico.
San Salvatore 19Rousseau – Chambertin Grand Cru 2010.
San Salvatore – Paestum Fiano âPian di Stioâ 2016
Dallâazienda agricola San Salvatore di Boscoreale, nel cuore del Cilento, un grande Fiano, il Pian di Stio 2016, dallâammaliante impatto olfattivo di pesca, fico, susina, menta e dal sorso morbido, fresco e sapido e avvolgente e dal finale lunghissimo. Eccellente scoperta.
Paestum Fiano âPian di Stioâ 2016, San Salvatore 1988.
Leila Salimbeni
Krug 2008
Uno dei piĂš maestosi, imponenti, autorevoli vintage degli ultimi anni. Apparentemente freddo, scalda il palato di un ardore quasi piccante ma freschissimo: un’accelerazione vorticosa, rapinosa nella successione di fiori bianchi, quasi narcotici, ed irresistibili eco mentolate e balsamiche. Il palato è una sciarada fittissima, e pertanto irrisolvibile, di acqua di mare e dolce di sorgente, vivificata da un’aciditĂ pura e tagliente, adesiva, che ne magnifica tutta la struttura, ancora in nuce.
Krug 2008.
MarquĂŠs de Murrieta – Castillo Ygay Gran Reserva Especial 2010
Da un’azienda leggendaria, con sede in uno degli edifici industriali piĂš antichi d’Europa, un vino innocente e vivo, abitato da una grazia serafica e una giovinezza fruttata ma imprevedibile, capace di zigzagare tra note nere ma luminose, e potenti suggestioni vegetali. Il palato, innervato di un succo fresco, è attraversato da una striatura tannica salata e ritmata.
Marques de Murrieta – Castello Ygay Gran Reserva Especial 2010.
Accornero – Bricco del Bosco Vigne Vecchie 2016
Berrei vini come questo dalla mattina alla sera. E non perchĂŠ sia un vino facile, nĂŠ perchĂŠ sia, tantomeno, un vino piccolo. Piuttosto, si tratta di un vino dalla grandissima presenza scenica, ma mascherata da una disinvoltura e da un carisma irresistibile, che fa finire la bottiglia in un baleno. Non ho preso appunti di degustazione ma ho solo scritto, da qualche parte, “l’amore che strappa i capelli“. Un deliquio di carne e spirito.
Accornero – Grignolino Bricco del Bosco Vigne Vecchie 2014
Gae Saccoccio
NATALINO DEL PRETE â VINO QUOTIDIANO NEGROAMARO DA LITRO A 10.5%
Vino salmastro. Agli antipodi dalla Puglia delle melasse e dei vinoni stucchevoli. Il vino come il pane è nutrimento giornaliero. Negroamaro da litro a 10.5% di Natalino Del Prete, vignaiolo a San Donaci in Salento. Bevanda quotidiana, a ricordare che il vino come il pane è un alimento giornaliero, nutrimento della pancia, energia solare per lo spirito. Succoso, beverino senza risultare banale. Si rischia di berne un litro da soli ad accompagnare un pasto frugale.
Natalino Del Prete – Vino quotidiano.
Junpei Fukunaga – Vino -Shu 2014
Tempo fa nei pressi di KobeRazza di bovino la cui carne viene considerata una prelibatezza gastronomica giapponese. Ă un wagyu (bovino giapponese) di manto nero della razza di Tajima, allevato nella Prefettura di Hyogo, l'antica Provincia di Tajima, in Giappone. Questa razza fa parte della "razza nera giapponese" che comprende altre razze simili allevate a Tottori, Shimane e Okayama. Il manzo di Kobe è rinomato... Leggi (prefettura di HyĹgo) in una fucina dove forgiano lame nella maniera tradizionale giapponese, mi viene incontro Ryoici Aoki che anni fa ha lavorato all’Osteria dell’Arancio a Grottammare dal mitico oste Michele Alesiani. Una volta rientrato in Giappone come ha chiamato il suo ristorante? Osteria dell’Arancio! Vino naturale giapponese di Junpei Fukunaga, Botanical Life: Vin-shu 2014 da uve Muscat Bailey A. Junpei-san ha cominciato da zero, senza aiuti ne finanziamenti, poco a poco affittando appezzamenti in disuso di Muscat Bailey A, ridandogli vita. Frutto integro e croccante, aciditĂ erbacea, succulenza. Leggero e dissetante. Bailey A fu introdotta nellâera Meiji proprio nella regione del Kansai per produrre vino e poi finire come uva da tavola. Gli anziani in giro per il villaggio dicono spesso che facevano fermentare uva a casa di nascosto.
Junpei Fukunaga – Vin Shu 2014.
Drogone Lambic – Cantillon
âDrogone Lambicâ. Vino e birra. Daniela & Antonio De Gruttola di Cantina Giardino in collaborazione con Jean Von Roy di Cantillon. PerchĂŠ una Lambic da vinacce di Drogone è per sempre. Le uve, prima di essere unite al lambic, hanno subito una macerazione pellicolare di 3 mesi in botti di castagno. Cantillon Drogone Lambic (precedentemente etichettato come Aglianico con un’etichetta generica di uva) è un lambic di tre anni macerato per 10 settimane con 300 chilogrammi di vinacce di uva Aglianico in lambic fermentato con fecce lorde di Cantina Giardino ad Ariano Irpino.
Drogone Lambic – Cantillon.
Vania Valentini
Annamaria Clementi 2009
Un Franciacorta in grado di raggiungere, con il tempo, unâintensitĂ e una complessitĂ senza pari. Il millesimo 2009, riassaggiato a qualche anno dallâuscita, impressiona per definizione, profonditĂ ed espressivitĂ delle sensazioni olfattive, con le note iodate che si miscelano a quelle, ormai sempre piĂš intense, di torrefazione, incenso. Infine, una bocca avvolgente, salda e freschissima, dalla carbonica raffinata e dalla persistenza tenue, penetrante. Una vera fortuna trovarlo in carta.
Ca’ del bosco – Annamaria Clementi 2009.
Erick Schereiber – Grande Reserve
Chi lo ha detto che i vini biodinamici non possono essere elegantissimi? Il Grande Reserve di Erick Schereiber, pionere della biodinamica champenois a Courteron, Aube, è uno di quegli champagne che stupisce, oltre che per forza ed energia, per eleganza, classe. Una bocca costruita con mano virtuosa, decisa, che si esprime in un sorso scalpitante, dinamico e intriso di sale, agrumi, dallo sviluppo omogeneo e cristallino, puro e roccioso come acqua di sorgente. Buonissimo.
Erick Schereibe – Gran CuvĂŠe Brut.
BenoĂŽt Lahaye – (Magnum) Brut
Con il termine "brut" si intende l'indicazione enologica che rivela la concentrazione zuccherina allâinterno di un vino spumante. Nello specifico se contiene meno di 15 g/l di zucchero. Leggi Nature
Uno dei piĂš bei Pinot Nero (anche se vi è una componente del 10% di Chardonnay ad illuminare la scena) di terra di Champagne bevuti questâanno. Un vino lirico, che profuma di peonia, viola, frutti rossi e polvere di grafite per un sorso vellutato, ampio e freschissimo. Sa di agrumi, piccoli frutti rossi, è succoso e appagante, di infinita persistenza. Merita la Magnum ma anche un calice ampio per lasciar emergere fino in fondo il suo talento odoroso piĂš raffinato.
BenoĂŽt – Lahaye (Magnum) Brut Nature.
Angelo Sabbadin
Lis Neris – Tal LĂšc .1.2 Vino Passito Friulano
Difficile fare di piĂš col Verduzzo, Alvaro Pecorari riesce ad interpretarlo in maniera magistrale. Le sfumature aromatiche fondono note esotiche di fichi, datteri, frutta secca, miele di castagno, agrumi canditi, croccante, biscotto, orzo, cannella, cioccolato bianco e a finire un soffio di zafferano e mirra. Il sorso ha unâavvolgenza straordinaria, vellutata e caldissima la materia ricca che esprime, un viaggio sensoriale che si traduce in un viaggio dei sensi, finissimo, complesso, voluminoso.
Lis Neris – Tal Luc 2009.
Giuseppe Quintarelli – Recioto della Valpolicella Classico 1988
Vino che va oltre ogni dimensione, incredibile sotto ogni punto di vista, mai sentito niente del genere. Al naso un gioco di sfumature che partono con marasca, lampone, mora di rovo, mirtillo, prugna che poi virano verso il floreale di rosa e violetta, poi entrano dolci note di humus, corteccia bagnata, fungoâŚe poi evolvono ancora in un finale che gioca fra il pellame pregiato, legno dolce, ruggine, paprika, incenso, mirra e lâultimo soffio mentolato. La bocca ha una dimensione, una compattezza e una compostezza indescrivibile, inavvicinabile da qualsiasi vino. Entra con avvolgenza, una parte morbida composta che delizia il palato, un tannino composto di una delicatezza estrema solletica e gioca con una scia fresco-sapida che lascia senza fiato, impensabile per un vino dolce.
Giuseppe Quintarelli – Recioto della Valpolicella Classico 1988.
Russiz Superiore – Col Disore 2017 DOC Collio
In ricordo del compianto Roberto Felluga che ci ha premeturamente lasciati. Col Disore al naso è impressionante per ricchezza e intensità , sfilano frutta matura, spezie dolci, fiori gialli, burro fuso, note tostate, di ponka, iodate. Sul palato è voluminoso, cremoso, ricco, opulento, di grande struttura. Il Collio racchiuso in bottiglia con tutta la sua forza e complessità .
Russiz Superiore – Col Disore 2017 DOC Collio.
Erika Mantovan
Domaine Leflaive – Puligny Montrachet Clavoillon 2002
La vigna vecchia e unâinformazione del suolo segnalata da tempo con unâalchimia tra frutto e la sua parte tessitura che non crea armature ma te ne fanno vedere i segni, permanenti, di una capacitĂ di contrastare il tempo con grande classe ed energia. Scintille minerali, talco, un sorso generoso.
Domaine Leflaive – Puligny Montrachet Clavoillon 2002.
Cogno – Barolo Ravera Vigna Elena Docg 2016
Un esemplare di eleganza, raffinatezza, una sorta di rivolta del nebbiolo che riesce a unire florealitĂ , tannino, morbidezza e capacito di invecchiamento. Una porzione della denominazione che diventa un archetipo di questa MeGa di Novello magnificata in una grande annata.
Vietti – Barolo Brunate Docg 2018
Unâanteprima, tra qualche giorno disponibile nel mercato, che sfoggia un solletichio tannico che fa ammaliare il succo, rendendolo profondo e di densitĂ che non si ferma anzi rimarca uno sfondo balsamico. Persistente e strutturato, il vigneto si palesa piĂš della stilistica aziendale.
Vietti – Barolo Brunate 2018.
Gianluca Montinaro
Al di lĂ dei sommi nomi di Borgogna e di Bordeaux, sono tre i vini che – quasi sentimentalmente – mi hanno colpito in questo 2021. Fra gli italiani senzâaltro un magnifico Chardonnay Curtefranca Doc 2000 di Caâ del Bosco: uno dei pochissimi grandi bianchi del nostro Paese, magistralmente pensato pour la garde, capace di rivaleggiare alla pari con molti fra i piĂš celebri Mersault.
Paul Bara – Special Club RosĂŠ. Bollinger – La Cote aux Enfants 2012 Coteaux Champenois.
Spostandomi Oltralpe, indicherei due etichette della Champagne, prodotte solo nelle annate favorevoli e solo in pochissime migliaia di bottiglie: Paul Bara Special Club rosĂŠ 2014 e La CĂ´te aux Enfants 2012 Coteaux Champenois di Bollinger. Cremosa nella bolla, suadente negli aromi, piena, tesa e lunga nel sorso la prima; sconvolgente per mineralitĂ , finezza e freschezza la seconda, frutto di una storica parcella en monopole di Pinot Noir di quattro ettari, situata ad Ay.
Riccardo Corazza
Terre Bianche Dolceacqua DOC 2020
Una versione di Rossese memorabile per equilibrio e concentrazione, frutto di unâannata da incorniciare. Ha un naso di geranio, ribes rosso e melograno, poi arriva la macchia mediterranea e le sensazioni di liquirizia amara. La bocca è succosa e piena, salmastra e tesa, con finale sulle note del chinotto.
Terre Bianche – Dolceacqua 2020.
Palladino – Barolo DOCG Ornato 2017
Uno degli emblemi del terroir di Serralunga, in una versione benedetta. Naso ermetico e riservato, mirtilli, poi sottobosco ed eucalipto, la bocca invece è muscolare, tannini salati, con bellissimo ritorno balsamico a chiudere. Persistenza clamorosa, con un finale ancora sulle note balsamico-fruttate.
Palladino – Barolo Ornato 2017.
Isole e Olena – Chianti Classico DOCG 2018
Un vino che assomiglia semplicemente a sĂŠ stesso. Naso molto sfaccettato, note di ribes e fragola nera, poi sottobosco e tocchi balsamici, di eucalipto, con finale sulle note della radice di liquirizia. Bocca di persistenza e tensione e chiusura con ritorno della liquirizia e anche del sottobosco.
Isole e Olena – Chiani Classico Docg 2018.
Adriana Blanc
Terenzi– Madrechiesa 2018
Una vera sorpresa in quella zona poco conosciuta, enologicamente parlando, che è la Maremma. Pulito, sottile, di estrema eleganza. Al naso scorza di arancia rossa, in bocca freschezza e sapidità che si infondono in una trama tannica di velluto. Ancora un filo giovane, ma certamente una promessa per gli anni a venire.
Terenzi – Morellino di Scansano Madrechiesa Riserva 2018.
Giorgio Mercandelli – âUâ 2007 Vino biotico rosso
Un vino che racconta una storia incredibile, fatta di viti di oltre 150 anni e delle cure affettuose riservate loro da Giorgio Mercandelli. Uva, storia e filosofia si fondono in un solo fluido che percorre voluttuosamente il calice e infonde benessere nello spirito.
Giorgio Mercandelli – “U” 2007 Vino Biotico Rosso.
Venissa – Bianco 2016
Unâaltra storia che merita di essere raccontata, quella di Venissa. Nella piccola isola di Mazzorbo, nel solo ettaro vitato, ogni anno la Dorona di Venezia sfida sale e acqua alta per dare vita a questo vino prodotto in sole 3500 bottiglie. Unâetichetta in foglia dâoro lo rende poi bellissimo, oltre che buonissimo.
Venissa – Vino Bianco 2016.
Thomas Coccolini Haertl
Montevertine – Le pergole Torte 2018
Dal 1977 è un punto di riferimento fra i toscani, merito di Sergio Manetti e ora del figlio Martino, ma anche di Giulio Gambelli, con la tipica etichetta del pittore Alberto Manfredi. Fra i primi supertuscan che hanno generato questo nome, Sangiovese 100%, lâannata 2018 si fa ricordare.
Montevertine, Le pergole Torte 2018.
Bosio – Franciacorta RosĂŠ Pas DosĂŠ Riserva Girolamo Bosio 2011
Ă il risultato di 3 giorni di macerazione dopo aver lasciato lâuva piĂš a lungo sulle piante, una cuvĂŠe per 2/3 vinificata in bianco; poi 7 anni sui lieviti (sboccatura gennaio â19) e 100% Pinot nero. Ă lo spumante rosĂŠ che vorremmo bere sempre.
Bosio – Franciacorta RosĂŠ Pas DosĂŠ Riserva Girolamo Bosio 2011.
Anna Beatrice – Vulpis in fabula 2018
Omaggio ai colli reggiani, le mie terre, Anna Beatrice è una piccola cantina di qualitĂ . Un metodo classico rosso da uve 100% Lambrusco Maestri (sboccatura marzo â20), prima fermentazione da soli lieviti autoctoni, non è solo una raritĂ : è soprattutto un ottimo spumante.
Anna Beatrice – Vulpis in fabula 2018.
Sara Comastri
Marta Valpiani – Romagna Albana DOCG âMadonna dei fioriâ 2018
Ă unâespressione fuori dagli schemi per questo vitigno, volta a restituire lâimpronta del territorio, piuttosto che a rincorrere la sua potenziale alcolicitĂ e opulenza fruttata. Eleganza composta (fiori, agrumi e spezie), freschezza vibrante, intrigante scia sapida; questo ci donano le vigne vecchie, ubicate sullâantico letto di un fiume.
Marta Valpiani – Romagna Albana DOCG âMadonna dei fioriâ 2018.
Cantina Scuropasso – Buttafuoco Storico DOC âVigna Pianlongâ 2017
Ă una dimostrazione delle grandi potenzialitĂ qualitative dellâOltrepò Pavese. Un uvaggio della tradizione (Croatina, Barbera, Ughetta di Canneto e Uva Rara), un rosso potente e tannico in felice connubio con eleganza e bevibilitĂ . Consigliate almeno due bottiglie: una da godere nellâimmediato, e una per testarne la longevitĂ .
Cantina Scuropasso – Buttafuoco Storico DOC âVigna Pianlongâ 2017.
Marco de Bartoli – Terzavia Metodo Classico Brut Nature
Rappresenta la modalitĂ espressiva piĂš innovativa del Grillo della mitica contrada Samperi. Un sorso intriso di Sicilia e di mare, agrumi e macchia mediterranea, una salinitĂ intensa e scalpitante, che stupisce e rapisce.
Marco de Bartoli – Terzavia Metodo Classico Brut Nature.
Laura Bonato
Fattoria San Lorenzo – “Il San Lorenzo Bianco” Igt 2008
Rara e personalissima espressione di verdicchio di Jesi, che solo nelle migliori annate viene lasciato riposare per oltre 12 anni sui propri lieviti. Beva materica, ricca, balsamica e persistente. Da condividere o con cui meditare. Un vino che⌠ânel concavo cielo sfavillaâ e, scoprendoci bambini, ci spinge ad esprimere un desiderio.
Fattoria San Lorenzo â Il San Lorenzo 2008.
BĂŠrĂŞche et Fils â Champagne RosĂŠ Extra Brut
Champagne fine, potente e cerebrale, che colpisce e affonda anche i palati piĂš diffidenti ai rosĂŠ. Il timbro e la sensibilitĂ del giovane Raphael, astro nascente nel panorama spumantistico francese, caratterizzano questa cuvĂŠe a prevalenza di pinot nero, che si incaglia tra i ricordi per il sorso teso, ricco negli aromi e persistente in bocca, grazie alla lenta fermentazione in barrique e al basso dosaggio.
BĂŠrĂŞche & Fils â Champagne RosĂŠ Extra Brut âCampania Remensisâ 2016.
Veuve Fourny & Fils â Champagne RosĂŠ Extra Brut
âUne Famille, un Clos, un Premier Cruâ recita lâetichetta di questo rosĂŠ de saignĂŠe, fortemente autentico e genuino, ottenuto da solo mosto fiore di pinot nero dopo una lenta macerazione delle bucce. Riflessi salmonati e perlagĂŠ finissimo, naso sottile e di grande mineralitĂ , sorso pulito e fresco. Una foto senza filtri dei terreni gessosi di Vertus.
Veuve Fourny & Fils â Champagne RosĂŠ Extra Brut.