Luigi Lepore
Valutazione
Pregi
- Uno chef assai bravo che, a casa sua, apre una piccola bomboniera.
- Una cucina territoriale, elegantemente rivisitata.
Difetti
- Parcheggiare nei pressi del ristorante, nelle strette strade di Nicastro, può non essere agevole
Eroismo
Non possiamo non evocare questo concetto stando seduti in questo piccolo ristorante aperto due anni fa da Luigi Lepore nel cuore di Nicastro, uno dei tre borghi che compongono la cittadina di Lamezia Terme, e gestito insieme alla affabile e garbatissima sorella Stefania, in uno di quei sodalizi familiari spesso artefici della duratura fortuna di molti indirizzi. La dimensione eroica, dicevamo, è di notevole spessore perché presentare un’offerta tale, in un periodo economicamente così tormentato e in una realtà sociale non esattamente reattiva al fine dining, ha il piglio delle imprese d’altri tempi, pur essendo Lamezia al centro geografico di una regione dalle mille potenzialità nonché sede del principale aeroporto civile della Calabria.
Lo chef torna nella sua città natale dopo un lungo percorso di esperienze all’estero come la Bastide de Capelongue a Bonnieux e, in Italia, tra cui Andrea Berton ai tempi del Trussardi e la Valeria Piccini in quel di Caino e, passando per Il Comandante, a Napoli, presentando una cucina in cui l’interpretazione del territorio è il punto di partenza per piatti mai banali o scontati, cartina di tornasole di un legame con la propria terra fortemente sentito e sviluppato traendo opportuno vantaggio dal proprio passato professionale.
I margini per poter osare non sembrano molto ampi ma lo chef riesce comunque a infondere nelle proprie ricette personalità tale da conferire al proprio stile un interesse significativo per chiunque voglia dedicargli l’attenzione che merita. Davvero risolto, a testimonianza del magistero dello chef, il risotto mantecato con burro al ginepro, dove le note balsamiche, amaricanti dell’alloro e dolciastre della liquirizia si associano in un blend ricco e assolutamente coerente che si avvale della nota alcolica del gin che sigilla un piatto in cui ogni assaggio narra una piccola storia a sé.
Squisiti i bottoni di pasta fresca ripieni di estratto di peperoni con infuso di olive e capperi di mediterranea semplicità e ragguardevole efficacia in una portata che è un piccolo vademecum dei fondamentali della cucina come, allo stesso modo, la pancia di maiale con zenzeroLo zenzero (Zingiber officinale Roscoe, 1807) è una pianta erbacea delle Zingiberaceae (la stessa famiglia del Cardamomo) originaria dell'Estremo Oriente. Coltivata in tutta la fascia tropicale e subtropicale, è provvista di rizoma carnoso e densamente ramificato dal quale si dipartono sia lunghi fusti sterili e cavi, formati da foglie lanceolate inguainanti, sia corti scapi fertili, portanti fiori giallo-verdastri con macchie... Leggi accompagnata da squisiti intingoli di ribes e alloro che stemperano con sapiente lievità la golosa grassezza del protagonista.
Lo chef Luigi Lepore ha una scala di valori gastronomici e romantici chiaramente delineata e noi non possiamo che prenderne atto segnalando, con molto piacere, un locale che, ne siamo sicuri, percorrerà molta strada.
La Galleria Fotografica:
Ingresso. Mise en place. Paninetto fritto con bufala, alici e limone. Cracker con emulsione di nocciola e funghi. Melanzana sottaceto. Testina di maiale con gel di aceto e arancia. Lestopitta con tartare di pecora. Particolare della golosa testina di maiale. Particolare della lestopitta. Sorbetto di insalata di pomodoro, olive taggiasche e acqua di cetriolo. Baccalà cotto a bassa temperatura, piselli, funghi e arancia. Focaccia. Pancia di maiale con zenzero, salse di alloro e ribes bianco, liquirizia e cipolla sottaceto. Ottimo risotto mantecato al burro al ginepro, polvere di alloro, polvere di liquirizia, gocce di gin monkey. Ricordo di una stroncatura ( pasta lunga), all’interno del tortello il ripieno tipico : alici, colatura di alici, aglio e olio, poi crema di prezzemolo e limone con pane croccante, pomodoro confit, oliva taggiasca e bergamotto.
Bottoni di pasta fresca ripieni di peperone rosso e il loro brodo con infuso di olive e capperi, liquirizia in polvere.Pane con lievito madre, burro affumicato al legno di olivo. Crema di friggitelli, crema di ciliegie, ciliegie in carpione, fondo del maialino e costine di maialino cotto a bassa temperatura. Predessert: sorbetto di ciliegio con sambuco sottaceto. Mandorla dolce amara, pralinato, lamelle e gelato di mandorla, granita di limone e sorbetto di liquirizia. Gelato alle olive nere, emulsione e granita di arancia, finocchietto, fava di cacao, cialda alle olive nere. Petit fours: tris di cioccolatini: bianco all’olio con oliva, limone e nocciola, passion fruit e peperoncino. Distillato alle erbe dello chef. Un Greco di Tufo d’autore. Il tavolo singolo. Sala. Interno.