Abbruzzino
Valutazione
Pregi
- La tavola di una famiglia e di un giovane chef, pietra miliare della ristorazione regionale.
Difetti
- Alcuni piatti non lasciano intravedere pienamente tutto il talento dello chef.
Abbruzzino una certezza a Catanzaro
Nel panorama dell’offerta gastronomica calabrese di livello il ristorante Abbruzzino rappresenta da tempo uno di quelle punte d’eccellenza la cui fama ha risolutamente oltrepassato i confini regionali.
Il lavoro iniziato da papà Antonio è stato continuato e perfezionato dal talentuoso figlio Luca che, nel corso degli anni, vi ha profuso linfa vitale e grande personalità, proiettando il ristorante in una dimensione che non si è risolta solo nell’esaltazione di quel territorio che, storicamente, aveva pochi esponenti degni di nota. Perché il lavoro degli Abbruzzino, infatti, ha portato alla creazione di una grande tavola tout court, dove la ricchezza di idee e la loro felice applicazione hanno trovato per anni pieno diritto di cittadinanza diventando motore ed esempio di quella rinascita gastronomica regionale che ora può pienamente contare su diversi e valorosi epigoni.
La tragica esperienza del Covid ha mischiato molte carte in tavola provocando in alcuni casi chiusure più o meno temporanee accompagnate, talvolta, da positivi e produttivi momenti di riflessione, e, in altri casi, innescando delle fasi di riflusso, in cui la diversificazione degli impegni resasi necessaria per far fronte alle conseguenze della calamità ha influito sull’offerta gastronomica.
Il ristorante Abbruzzino appare proprio essere in quest’ultima condizione: la qualità naviga sempre su livelli alti anche se la brillantezza appare essere un po’ offuscata da una sorta di ondivaga semplificazione, adottata inevitabilmente a scapito di quella complessità che conoscevamo e che tanto prediligevamo.
Ottimi gli amuse bouche, degni di una grande Maison, e il gambero con merendella e salsa di cetriolo, un inno alla freschezza e alla modulata dolcezza, come pure lo spaghetto, dalla cottura comme il faut in cui il brodo di cozze si arricchisce felicemente delle nuance di zenzeroLo zenzero (Zingiber officinale Roscoe, 1807) è una pianta erbacea delle Zingiberaceae (la stessa famiglia del Cardamomo) originaria dell'Estremo Oriente. Coltivata in tutta la fascia tropicale e subtropicale, è provvista di rizoma carnoso e densamente ramificato dal quale si dipartono sia lunghi fusti sterili e cavi, formati da foglie lanceolate inguainanti, sia corti scapi fertili, portanti fiori giallo-verdastri con macchie... Leggi e zafferano, in un gioco di sponde che si sussegue in modo assai convincente e sintomatico della grande sensibilità di cui Luca Abbruzzino è fortemente dotato.
Più basilare la ventresca accompagnata da un gelato di peperoni e fragole, che non ne sviluppa appieno la potenziale versatilità, o lo sgombro il cui accostamento alla mousse di albicocca lo vede in posizione piuttosto succube.
Di livello l’anatra con salsa di ciliegie e nocciole che evoca grandi classici d’Oltralpe e fresca, se pur non particolarmente sofisticata, la proposta dei dessert che chiude un pasto in un indirizzo che è già storia della ristorazione calabrese e che, siamo sicuri, ne rappresenterà uno dei capisaldi anche del futuro.
La galleria fotografica:
Logo. Mise en place. Cetriolo, yogurt e caviale. Caprese.
Cannolo di alga nori gambero e avocado.Pistacchio e zucchine. Tuile di Sesamo, mousse di tonno e salsa ponzu.
Servizio del pane: pane lievito madre bianco e cereali, treccia sfogliata al burro con semi di lino, olio Micu di olearia San Giorgio (ottobratica e cassanese).Grissini. Gambero, merendella, cetriolo, pane jermanu, brodo di pane e acqua del cetriolo. La merendella, un incrocio tra pesca e mela. Ventresca di tonno con gelato di peperone e fragole. Sgombro marinato, albicocca, cipolla in carpione, semi di zucca. Animella, ceci freschi, mela e tartufo. Lumachine, crema di friggitelli, baccalà, panura al prezzemolo. Spaghetto in brodo di cozze e zafferano, mantecato in grasso di manzo, polvere di zenzero e cozze. Cernia, zucchine, olive e salsa di ostriche. Tartelletta di tartare di cernia con spuma di dragoncello e ostrica. Petto d’anatra con ciliegie e nocciole. Sandwich con straccetti di cosce e insalata. Trompe l’oeil di foie gras. Pesca e vino rosso. Insalata: gelato alla mandorla, mousse di cioccolato bianco, fragole, pomodori canditi, latte di mandorla.
Petit fours: macaron di arachidi salate Bacio di dama con crema gianduia aromatizzata al pepe di Timut Frollìno al rosmarino con crema di limone Cialda al caffè Fava di cacao con mousse al foie e salsa alla mandorla.Particolare del macaron. Un piacevolissimo bianco di una cantina assai interessante. Men at work. Interni.