Passione Gourmet Valtidone - Passione Gourmet

Valtidone

Vino
Recensito da Thomas Coccolini Haertl

Espressioni piacentine ricche di sorprese

Nell’immaginario collettivo l’Emilia è spesso considerata come una terra assopita e silenziosa, sotto le fitte nebbie padane, ma in realtà vive in una società in grande fermento, “spumeggiante”. Come il suo vino, il Lambrusco che qui si beve da sempre, sulle note musicali di Giuseppe Verdi, che poi è originario di Busseto (PR). La ricca cucina emiliana basata su burro e Parmigiano-Reggiano – eccellenza mondiale dei formaggi – ha sempre avuto bisogno delle bollicine per godere appieno dei suoi succulenti primi piatti.

In questa terra di gioielli, anche in fatto di motori fra Ferrari e Lamborghini, il Lambrusco (e non solo) non poteva ridursi esclusivamente a un vino da grandi numeri. La nomea che si è fatto il vino emiliano nel dopoguerra, strettamente collegato ai conferitori delle cooperative che raccolgono la maggioranza delle uve del territorio, è quella di un vino facile, di pronta beva, e quindi economico. Quasi una contraddizione, nella terra del re dei formaggi, del Prosciutto di Parma e Culatello di Zibello, dell’Aceto balsamico di Modena IGP o dell’Aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia DOP, per citare solo alcuni dei 44 DOP-IGP regionali.

Allora, per raccontare un’Emilia diversa, andiamo alla scoperta dei produttori di Metodo classico e rifermentati in bottiglia – ora tanto in voga – con un viaggio dal piacentino al bolognese.

Cantina Valtidone: la porta d’ingresso del mondo emiliano

Iniziamo da un territorio collinare inaspettato e ricco, la Valtidone, con l’omonima storica cantina. Siamo a Borgonovo Val Tidone che si trova nel cuore produttivo vitivinicolo piacentino e rappresenta, con i suoi oltre duecento soci conferitori e 1.100 ettari si superficie vitata, la porta d’ingresso occidentale del mondo emiliano del vino. A stretto contatto con le colline dell’Oltrepò Pavese, altra zona di grande tradizione vitivinicola italiana. 

Chi viene dal versante del Lambrusco, concentrato fra le province di Reggio e Modena, potrebbe dimenticare le colline piacentine, ma Cantina Valtidone è interessante proprio perché amplia le varietà di uve che la regione può offrire. Sulle colline vitate del comprensorio, con un’altezza media di 250 metri s.l.m., si coltivano Barbera, Bonarda, Malvasia Aromatica di Candia e Ortrugo, oltre a Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Grigio, Sauvignon Blanc e in parte anche Merlot e Cabernet.

Le numerose linee dei vini imbottigliati (6,5 milioni di bottiglie annue, fra tutti i brand) e relative etichette, sono curate dal presidente Giampaolo Fornasari sotto il controllo enologico interno di Francesco Fissore, supportato anche da Giuseppe Caviola, enologo di fama mondiale.

Al momento, la cantina non prevede dei rifermentati in bottiglia. Valtidone, fondata nel 1966, ha introdotto il suo primo Metodo Classico PERLAGE 25 anni fa. Un nome, se pensiamo agli anni ’90, che intendeva dare un chiaro significato di eleganza all’imbottigliamento delle bollicine nobili, inizialmente veniva venduta solo nel formato magnum da 1,5 litri.

Perlage

Nel 2020 l’AIS Emilia nella guida Emilia Romagna da Bere e da Mangiare, assegna l’eccellenza al Perlage Magnum Spumante Metodo Classico. La degustazione è in compagnia di Mauro Fontana, responsabile vendite, Antonio Montano, Brand Ambassador e naturalmente dal piemontese Francesco Fissore, la cui prima vendemmia in azienda risale al 2015. Il Perlage, nella bottiglia da 0,75, vendemmia 2018 non dichiarata, sboccatura dicembre 2020 e 12% vol. è stata prodotta in circa 20.000 bottiglie. Con il 65% di Pinot Nero e 35% Chardonnay, si presenta di colore giallo brillante con ancora alcune velature verdoline, ricco di fini persistenti bollicine; all’olfatto esplicita un equilibrio fra le note di fragranza dei lieviti e di frutti come pesca e pera, delicatamente erbaceo con una fine citazione agrumata e una lievissima punta di grafite. Al palato riflette un buon equilibrio fra il dosaggio zuccherino, circa 6 gr/l, e una parte finale che vira ad una piacevole sapidità e freschezza, oltre a trasmettere bene l’espressione di entrambi i vitigni. Nasce da uve raccolte fra i 300 e i 400 metri s.l.m., selezionate sempre dagli stessi conferitori in alta Val Tidone, qui i terreni sono calcarei e in parte argillosi, limosi. E lo stesso Perlage, annata 2017, sboccatura gennaio 2020 e una sosta di oltre 30 mesi sui lieviti, ha un colore giallo paglierino, è in perfetta evoluzione, a parità di dosaggio riflette una maggiore acidità in chiusura, oltre a una speziatura maggiore, più ricca di note di frutta secca e frutti gialli maturi. La verticale si completa con due magnum, 2013 e 2012, con soste sui lieviti rispettivamente di oltre 60 e 70 mesi. La 2013 è caratterizzata da un taglio che vede lo Chardonnay in prevalenza, mentre i dosaggi per entrambi i millesimi sono di circa 7-8 gr/l, 12% vol. e un colore giallo dorato molto intenso. L’annata 2013 presenta note di frutta candita e banana, avvolte dalla ricca espressione di spezie orientali e noce moscata nella fragranza dei lieviti, mentre la 2012, nonostante l’ulteriore affinamento, denota un’annata più fresca, con ancora delle derive delicatamente erbacee. Un vino che ben si abbina con piatti di pesce, magari delle ricette liguri come le Acciughe e patate o il Baccalà al verde.

Arvange e Luna di Candia

Con un formato di bottiglia dedicato, Cantina Valtidone completa la linea dei metodo classico con Arvange, una sorta di francesismo della parola piemontese arvangia, un orgoglio della rivincita. Un nome vincente, tale da regalare a questo pas dosé, un Pinot Nero quasi in purezza (c’è un 4% circa di Chardonnay), i Tre Bicchieri della guida Gambero Rosso 2021. Un traguardo molto importante per un vino che nei criteri di selezione in vigna persegue gli stessi obiettivi del Perlage che a sua volta, in un’ottica di attualizzazione delle etichette, potrebbe arricchire la linea Arvange ereditandone il nome. Frattanto in degustazione c’è la 2015, con quasi 50 mesi sui lieviti sboccato nel novembre 2020. Uno spumante di grande complessità, con un colore che rivendica ancora gioventù, un olfatto davvero ricco di sottobosco, fra mirtilli maturi e latenze di melograno, avvolto da una calibrata speziatura. Al palato è intenso, persistente e fine, certamente ancora in evoluzione. Da abbinare con un tagliere di coppa e pancetta piacentina DOP, oppure, perché no, con un Cacciucco alla livornese.

Oltre a quanto apprezzato in degustazione, è doveroso soffermarsi su un’altra eccellenza della Cantina Valtidone, la Luna di Candia, passito vinificato in purezza con la Malvasia Aromatica di Candia. È qualcosa che non ti aspetti, ma che denota la cura a 360 gradi della cantina nell’offerta delle etichette, non ultimo c’è una linea denominata 50 Vendemmie che sottolinea la storia della cantina, con i vitigni Gutturnio, Malvasia e Ortrugo nelle versioni frizzante e ferma.

La forza espressiva di questa cantina si sente nel vino, ma si intuisce fra i filari, incontrando le persone che per loro lavorano la vigna, salendo e scendendo per i colli della Val Tidone, sempre in grande armonia con la natura.

Lascia un commento

La tua email non sarà pubblicata. I campi obbligatori sono contrassegnati *