Valutazione
Pregi
- I cavalli di battaglia della tradizione campana eseguiti magistralmente.
- Il servizio di sala premuroso e attento.
- La bellezza di pranzare nella veranda.
Difetti
- La distanza - impegnativa - dei servizi rispetto alla sala.
Alle porte del Cilento, Nonna Sceppa “al Gelso d’Oro”, tra templi e altre meraviglie
Era il 1969 quando, nella piana di Paestum, porta del Cilento, sarebbe sorto un gioiello, non archeologico questa volta, che avrebbe segnato un territorio da sempre vocato alla bellezza, anche gastronomica: il Gelso d’Oro da Nonna Sceppa, agli annali oggi solo Nonna Sceppa, da oltre 50 anni brilla nel firmamento tra i capostipiti di quei locali che hanno segnato la rivoluzione regionale.
Lo stesso Luigi Veronelli, all’epoca, lo definì il miglior locale della regione, insieme all’omologo costiero del Don Alfonso, stellato. Iperbole? Giammai! Il calore è quello della famiglia Chiumiento, arrivata oggi alla quarta generazione, devota all’ospitalità campana: schietta e concreta. Una ricetta speciale con quattro donne in cucina, Anna e Pina – nipoti di Giuseppa “Sceppa”, la fondatrice – e le loro cognate Francesca e Cinzia. In sala, il resto della famiglia, tra figli e nipoti, per un servizio che tocca numeri vertiginosi: fino ai 150 coperti, ma che marcia univocamente in ranghi precisi.
La cucina è qui un affare di famiglia, raccontato attraverso piatti magistrali come gli antipasti fritti, gli ziti alla cetarese con genoveseLa genovese è una ricetta tradizionale della cucina napoletana. Un ragù classico della cultura partenopea, che prevede una lunga cottura di cipolle e carne di manzo in parti uguali (oltre al solito battuto di odori e ritagli di salumi nel fondo). La salsa ottenuta viene usata per condire il tipico formato di pasta 'candele' spezzate (o le 'zite' in una... Leggi di tonno, da consacrare a monumento nazionale, oppure la sfogliatina con la ricotta di bufala e la confettura di fichi. L’aspetto materico che traspare da questi piatti sottende la tecnica cristallina con cui le ricette vengono eseguite. Avere il piacere, perché di questo parliamo e ricordiamo, di poter pranzare in luoghi come questo ci mostra come ingredienti apparentemente conosciuti dischiudano una bellezza inaspettata del territorio di cui sono simbolo. Una pizza fritta, un crudo di pesce, oppure una parmigiana di melanzane, concorrono a pieno titolo in questo carnevale di sapori suscitando euforiche sensazioni.
Un cucina che è sia alta che informale, sia di tradizione che di riscoperta. Mille sfumature, insomma, per definire il mondo di questa cucina, di cui è difficile dare una descrizione univoca e statica. Nonna Sceppa, ancora una volta, racconta la storia di questa terra – il Cilento, e della sua cultura gastronomica.