Silene

Tortello maremmano del ristorante Silene.

VALUTAZIONE

Cucina Classica

15/20

PREGI
Uno chef legatissimo alla sua terra, alfiere di un territorio del quale ripropone l’anima più tradizionale.
DIFETTI
Alquanto lontano dalle rotte principali.

Un riferimento nella Maremma Toscana

In un angolo posto letteralmente fuori dal mondo, nel cuore della Maremma, a Pescina, frazione di Seggiano, un incrocio nel centro del paese darà l’impressione di essere trasportati da una DeLorean indietro nel tempo.

Da un lato della strada il ristorante Silene, una storica locanda di paese, ristoro per i viandanti del tempo che fu, cresciuta nel corso dei decenni fino a diventare accogliente ritrovo gastronomico, riferimento di una zona dal perimetro sempre maggiore; dall’altro, quasi due ettari di orto con piacevolissimo dehor dove fare aperitivo, degustare un dolce o pranzare nelle giornate che lo permettono.

E proprio l’orto, e in senso lato la terra, sono la linfa vitale dell’ultratrentennale lavoro di Roberto Rossi, chef patron, e di Marinella Seminara, suo braccio destro in cucina, rappresentando la suggestione e il fondamento di una cucina in simbiosi con la feconda natura circostante.

Territorio e materia prima costituiscono l’ossatura di una proposta il cui primo obiettivo è preservare, presentando al meglio possibile, quanto la terra abbia da offrire, senza fronzoli né dispersive elaborazioni. Così, i ricordi di un tempo andato in cui cortili, aie e campagne erano lo sfondo dove venivano eseguite ricette gelosamente e golosamente tramandate, è stata per lo chef la fonte di un’ispirazione in grado di permeare  l’esperienza, mediante un tocco irresistibile di romantica nostalgia.

Una nostalgia impossibile da non evocare quando si assaggia la buonissima scottiglia – la zuppa di carne di origine contadina, vero e proprio distillato della memoria, con gli spaghetti risottati – o il soffice tortello maremmano, farcito di ricotta e spinaci, che nella sua semplice efficacia racchiude un passato quanto mai vivido o, ancora, l’ottimo coniglio accompagnato dal suo delizioso intingolo.

In una sala governata dallo chef che assai piacevolmente saprà descrivere, come un oste d’altri tempi, le pietanze in arrivo, il tempo passa piacevolmente in questo scrigno dell’Italia nascosta, e meno celebre, meritevole di tutta l’attenzione di chiunque si trovi nei paraggi del Monte Amiata, e non solo.

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Claudio Persichella

Professionista della forchetta (ex Norbert). Approdato tardi - ma meglio tardi che mai - alla divorante passione per l'alta cucina ha la convinzione che diffuse nel modo opportuno le esperienze possano far avvicinare un gran numero di persone a questo settore sfatando i luoghi comuni. Dopotutto il nostro e' un paese di potenziali buongustai vista la ricchissima presenza di materie prime di altissimo livello di cui abbondiamo. E cosa c'e' di meglio che abbinare ad un pasto da re una gioiosa convivialità?

2 Comments

  1. Nomenomen ha detto:

    Se non sbaglio, a pochi metri ci dovrebbe essere il Giardino d’Artista di Daniel Spoerri (padre della Eat-Art)… una camminata per smaltire.

  2. Claudio Persichella ha detto:

    Confermo Daniel Spoerri
    Oltre alla camminata, altrettanto istruttiva, nell’orto dello chef.

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VALUTAZIONE

Cucina Classica

15/20

PREGI
Uno chef legatissimo alla sua terra, alfiere di un territorio del quale ripropone l’anima più tradizionale.
DIFETTI
Alquanto lontano dalle rotte principali.

INFORMAZIONI

PREZZI

Menù degustazione da 100€, 120€ o 150€
Alla carta 90€

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