Taittinger Cuvée Prestige Brut 1980

IL NOSTRO GIUDIZIO

L’età dell’ampiezza

Se c’è una cosa giusta, democratica e uguale per tutti a questo mondo è che il tempo passa. Inesorabilmente. E lo fa con nonchalance, in maniera disinvolta. Esso passa per tutti gli oggetti materiali ed esseri viventi, e come ogni essere vivente ha una propria nascita e morte, indistintamente ognuno di noi ha il proprio percorso. Durante questo percorso cresciamo e diventiamo ragazzi giovani, uomini adulti per poi maturare, evolvere, invecchiare e poi morire. Il punto di massima forza – fisica- per un uomo come per ogni essere vivente è il momento della giovinezza, e come per ogni cosa dopo tale periodo arriva quello della maturità dove si acquisisce più esperienza e saggezza ma la forza non è più uguale a quella di prima. E proprio quest’esperienza accumulata riuscirà a colmare il gap dato dal deficit energetico che si presenterà nello stadio della vita successivo a quello della giovinezza, ovvero la maturità.

Questo è precisamente ciò che accade anche a un vino durante la propria vita: nasce, cresce, diventa forte e vigoroso, diventa maturo perdendo un po’ di enfasi ed energia fisica ma pieno di esperienza per addentrarsi poi verso la fase della vecchiaia fino alla morte. I momenti in cui si può – e si deve- godere questi vini vanno dalla giovinezza alla piena maturità, laddove ognuno di noi in base ai propri gusti personali riesca a trovare più piacere nella giovinezza e vigorosità, oppure nella maturità successiva dove il vino esprime tutta la propria saggezza acquisita negli anni, mancando quel po’ di “forza” che era presente quando era ragazzo. Capita che ci si possa imbattere in bottiglie mature o per meglio definirle “riposate”.

La storia della Maison Taittinger, segnata da grande intraprendenza, è piuttosto recente. Fu fondata nel 1931 dall’alsaziano Pierre Taittinger sulle ceneri della precedente storica Forest-Fourneaux, una tra le più antiche Maison, proprietaria a Reims del prestigioso palazzo dei Comtes de Champagne e dello Chateau de la Marquetterie a Pierry, sui cui vigneti aveva operato frate Oudart, famoso monaco coinvolto nelle origini dello Champagne. Ormai alla sua terza generazione, questa Maison di Reims propone una vasta gamma di Champagne di alta qualità, tra i quali vi è il brutCuvée Prestige”. Bisogna essere pronti ad affrontare queste evoluzioni di gusto perché non è da tutti e non da tutti i giorni assaporare e comprendere bottiglie di questa caratura, risalente agli inizi dei primi anni 80 con 40 anni alle spalle –portati benissimo oltretutto.

Il tappo in apertura scricchiola un po’ come fosse l’apertura di un vecchio sarcofago, segno di una probabile conservazione verticale che ha reso il sughero più secco e gli ha fatto perdere elasticità. Il colore nel calice è giallo oro carico tendente all’ambra, bellissimo. Lasciandolo respirare una manciata di minuti il vino prende ossigeno e si apre come fosse una coda di pavone con questi profumi di intensità disarmante che portano la mente a danzare tra il vermouth e l’albicocca candita, la nocciola tostata e il profumo di torrefazione. Incredibile l’effetto magico che si crea nel vedere il vino fermo nel calice senza bollicine ma sentire la presenza lieve di quella carbonica che massaggia il palato e riesce a far salivare con la sua acidità ancora presente. Ora il palato è avvolto dal sapore di ginseng e orzo dolce, biscottini al burro e toffee con una persistenza lunga come la scia degli aerei, lasciando dietro di sé un’impronta terrosa che ricorda il fungo porcino. Avete presente una tazza di caffè fumante? Il fumo che si eleva da essa, sprigionato in continuazione nella lunghezza dei minuti che passano, è paragonabile alla persistenza che ci regala questo liquido. O forse, che ci regala il tempo. O forse Dio. Fatto sta che questo signore maturo e riposato non avrà più la forza e il vigore di quando era giovanotto, ma sta raccontando tutta la propria saggezza, acquisita in tutti questi anni che ci ha atteso. Salute.

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Marcello Carli

Nato a Comacchio nel 1985, muove i primi passi nel mondo della mixology all’età di 18 anni durante una vacanza in Australia. Amante dell’avventura e dei viaggi, gira il mondo in lungo e in largo mettendo le basi del lavoro che svilupperà in diversi paesi. Prima Londra, poi Messico, per arrivare infine a ricoprire la posizione di Bar Manager nel ristorante Italiano Ascension in Nuova Zelanda per 3 anni. In Italia collabora con l’ Armani Hotel di Milano come Bartender e con il ristorante Locanda Margon in veste di Sommelier. Segue corsi di formazione nel mondo della miscelazione e del vino, terzo livello AIS e Master Alma AIS.

1 Comments

  1. Claudia ha detto:

    Bellissima la descrizione e bellissimo il paragone vita /crescita! vino! Evoluzione

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