Passione Gourmet Bolle - Passione Gourmet

Bolle

Ristorante
via Provinciale 30, Lallio
Chef Filippo Cammarata
Recensito da Fiorello Bianchi

Valutazione

15/20 Cucina prevalentemente di avanguardia

Pregi

  • Cucina elegante e intrigante con rimandi all’estero.
  • Team molto affiatato con servizio preciso e puntuale.
  • Proposte a prezzi decisamente interessanti.

Difetti

  • Si auspica in futuro qualche spinta in più sui contrasti e le acidità.
Visitato il 11-2019

Wanderlust, il microcosmo gastronomico di Filippo Cammarata

A pochi minuti dall’uscita di Dalmine, in una zona industriale e commerciale, un capannone è stato trasformato in un edificio di design: al piano terra c’è uno showroom e al piano di sopra la sala del ristorante, dal design elegantemente moderno. In cucina il team è coordinato da Filippo Cammarata, un giovane e colto chef con la passione per i viaggi e per l’arte. Il suo menù degustazione più completo si chiama “Wanderlust”, termine tedesco che si riferisce al desiderio di viaggiare e non stupisce, a questo proposito, che tanti piatti siano stati influenzati dai ricordi di viaggio. Il risultato è una cucina armoniosa, rotonda e gustosa, con alcuni spunti di estrosità.

Una cucina contemporanea e cosmopolita

Il menù parte dagli amuse bouche che hanno chiari riferimenti alle origini dello chef, bergamasco di nascita ma siciliano di origine: si inizia quindi con pane cunzato, una crema di taleggio con tarassaco e un Rocher con caponata all’interno. Si procede sulla scia del gusto con un casoncello e con una insalata con tonno crudo, la sua maionese, cipolla di Tropea e gelato al tuorlo d’uovo, ispirato dal ritorno dal cammino di Santiago. C’è poi il Giappone con un delicato chawanmushi con gambero in varie consistenze: crudo, testa fritta e in dashi. Si osa, in Francia, con un’insalata di riso fritto, crema di pomodoro, coscia di anatra confit, incenso e coriandolo, piatto dalle molte sfaccettature spinto dall’uso delle erbe e avente un unico difetto, l’eccessiva quantità di riso, di difficile masticazione.

Si percorre poi il tratto Napoli-Roma coi paccheri con estratto di coda alla vaccinara e sedano croccante, goduriosamente piacioni. C’è il Perù, con una sogliola in ceviche caldo, un’interessante crema di limone, polvere di amaranto soffiato e foglie di fico. Si torna in Italia con un piccione cotto alla perfezione e servito in due tempi, il petto e filetto prima e poi una deliziosa coscia farcita con Royale di fegatini e fegato appena scottato e il cuore laccato al rosmarino.

Nota di merito ai dessert, col finale ispirato agli Achrome di Piero Manzoni, uno studio sull’assenza di colore che prevedeva la realizzazione di effetti particolari giocando con le superfici. Da qui nasce un piatto rigorosamente monocromatico con una meringa a ricoprire dei cubetti di finocchio, Mozzarella di Bufala e un semifreddo al cioccolato bianco: molto interessante per le diverse consistenze e la piacevole dolcezza della mozzarella.

Per chi, poi, non volesse cimentarsi in questo viaggio attorno al mondo, anche interiore, dello chef ci sono altri due menu, uno di carne e uno di pesce, oppure la carta.

In sala il servizio è giovane ma molto attento e preciso: non è da tutti passare con il raccogli briciole durante il pasto. Una carta dei vini interessante, con alcune chicche in evoluzione, dato che il locale è aperto da luglio. La sala piena, con un tavolo grande di giovani clienti, denota la capacità dello chef di piacere intrigando la propria clientela.

Davvero un’esperienza di contemporary world cuisine in quel di Lallio, in provincia di Bergamo.

La galleria fotografica:

 

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