Passione Gourmet Cracco in Galleria: l'esperienza a tutto tondo - Passione Gourmet

Cracco in Galleria: l’esperienza a tutto tondo

di Passione Gourmet

All’apertura di Cracco in Galleria a fine Febbraio ha fatto seguito, come prevedibile, un continuo vociferare sul locale e, in misura ancor maggiore, sulla pizza proposta.  Pur non essendo il primo esperimento mai proposto da uno chef di alta cucina – e sicuramente non l’ultimo – l’approccio di un cuoco di tale notorietà attrae sempre molto interesse. Ecco perchè abbiamo deciso anche noi, dopo che il clamore si è sopito, di fare un’esperienza a tutto tondo nell’universo Cracco.

Un’osservazione doverosa che ci sentiamo di fare, prima ancora di analizzare l’esperienza in sé, riguarda i piatti presenti nella carta del Café-Bistrot. Sebbene il nome Carlo Cracco venga in automatico associato all’alta cucina e a una ristorazione di lusso, in questa maxi-operazione lo chef ha dovuto far fronte ad alcune problematiche, considerato il posizionamento del locale. La zona Duomo era e continuerà a essere uno spot insostituibile nella visita alla città meneghina e, come tutte le attrazioni turistiche delle grandi città, pullula di una ristorazione che rinuncia alla proposta di una buona cucina a costo di soddisfare le esigenze della clientela, in genere poco educata.

È da leggere in questo senso, quindi, l’inserimento di alcuni comfort food, veri e propri classici della cucina italiana e internazionale reinterpretati per l’occasione, e della pizza, indubbiamente uno dei piatti più popolari e apprezzati nell’intero globo. Però qui riletti e integrati dal tocco del grande chef che li propone in un contesto lussuoso e scintillante. Basta girare l’angolo, a pochi metri di distanza, per imbattersi in prodotti mediocri serviti allo stesso prezzo, se non a un costo superiore. E di questo a Carlo Cracco va dato atto. Seppur con le dovute limitazioni e i normali rodaggi di una macchina così complessa, in galleria c’è un luogo di qualità che tenta di differenziarsi dalla piatta proposta del circondario.

Bistrot di cucina classica e creativa, ma anche pizzeria

Varcando la soglia d’ingresso del Café-Bistrot al piano terreno, si rimane ammaliati dal fascino del vintage: bancone ottocentesco in marmo, mosaici e parenti dipinte a mano sono il biglietto da visita migliore che si potesse desiderare. Con un’accoglienza a dire il vero non propriamente tempestiva ci si accomoda al tavolo. Il menu si suddivide in due categorie: Snack e Cucina. La prima è composta da antipasti non cucinati, come le selezioni di salumi e formaggi o la caprese, la famigerata pizza – nelle versioni margherita e con verdure di stagione – le insalate, con caesar salad e nizzarda su tutte, e infine toast, Croque Madame o Club Sandwich. La sezione Cucina propone invece classici della cucina italiana e meneghina, come risotto al salto, vitello tonnato e cotoletta alla milanese, reinterpretati con l’estro del fine dining, e piatti di stampo creativo.

La Pizza Margherita si rivela golosissima all’assaggio. L’impasto croccante e un topping saporito, nel quale la salsa di pomodoro gioca un ruolo da protagonista con la sua intensità gustativa assieme ai pomodori secchi, hanno superato le aspettative più rosee, non essendo il locale una pizzeria. Anzi, la pizza di Cracco ci è proprio piaciuta tanto. E’ certo una sua lettura, non vuole e non deve essere in competizione con i grandi lievitati partenopei, ma è costruita con attenzione, materia prima di qualità, senso del gusto e delle proporzioni. Continuando con la nostra degustazione, il Vitello tonnato, sedano e capperi pecca per la scarsa quantità di salsa e lo spesso taglio della carne che hanno messo in luce la lieve secchezza della stessa, mentre l’interessante Tartare di manzo, senape in grani, tuorlo d’uovo marinato, amaranto croccante e ravanelli ha peccato in una lievissima ossidazione della carne e nella delicatezza degli altri ingredienti, i quali non reggevano l’impatto gustativo della prima. Dettagli, s’intende, che non pregiudicano comunque il buon risultato di questi due piatti. Il secondo Polpo, fagioli neri, cialda di paprika e limone, yogurt e polvere di olive ci ha invece sorpreso per l’equilibrio: l’acidità dello yogurt a far da contraltare alla carnosità del polpo, alla cremosità dei fagioli neri e alla croccantezza della cialda.

Il capitolo dolce, a cura del pastry chef e allievo di Luigi Biasetto Marco Pedron, è un altro segnale di Cracco che qui si vuole fare sul serio. Oltre a curare anche i settori panificazione e cioccolateria del ristorante, si occupa anche dei lievitati e dei dolci degli eventi da Carlo e Camilla in Segheria e del Garage Italia. Al bistrot la scelta spazia fra una selezione di semplici proposte fisse in carta, che annoverano alcuni evergreen della pasticceria italiana ben noti anche oltreconfine, come la panna cotta e il gelato, e un’ampia gamma di pasticceria da banco, dove fra cioccolatini e pasticceria mignon spiccano le torte monoporzione. Di quest’ultime abbiamo particolarmente apprezzato la signature Lussuriosa, con cioccolato bianco, mascarpone e agrumi, dai sapori freschi ed esotici, ed un classico della pasticceria italiana come il Tiramisù, proposto in una golosa versione in cui il cioccolato aveva la meglio sul caffè.

Lo scontrino medio è in linea con le altre attività ristorative della Galleria Vittorio Emanuele II, con la differenza che qui si viene soprattutto per il notevole livello della proposta.

La galleria fotografica del Cafè-Bistrot:

La galleria fotografica con alcuni piatti del ristorante al primo piano:

E, se non volete farvi mancare un’esplorazione più profonda e incisiva del Cracco-Pensiero, ecco a voi una breve carrellata di piatti alla carta degustati presso il Ristorante Cracco, ubicato al primo piano, con il contributo del sous chef Luca Sacchi. Uno dei ristoranti dei più belli e importanti di Milano.

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