La ristorazione d’albergo meneghina si arricchisce di un altro indirizzo interessante
Dopo anni di degrado e chiusura, risplende nuovamente la stella di un grande storico hotel di Milano, l’Excelsior Hotel Gallia. Rivitalizzato da una ristrutturazione in occasione di Expo che gli ha restituito la dignità di un tempo, non poteva non fregiarsi, con una terrazza fra le viste più interessanti di Milano, di un ristorante degno del blasone dell’hotel. Qui al Gallia è tutta una storia di fratellanza. La consulenza dei Cerea – Francesco per la sala ed Enrico per la cucina – è stata attivata per curare la parte ristorativa dell’albergo, dalla seduta informale al piano terra, dalle colazioni agli eventi e infine, al ristorante gastronomico, gestito operativamente dai fratelli chef Antonio e Vincenzo Lebano. Detto fatto, il risultato è sicuramente molto soddisfacente.
Al rooftop bar, un’offerta di stuzzichini impeccabili accompagna ottimi cocktail con una vista mozzafiato sulla città, mentre il ristorante, con tutta l’esperienza e la sapiente mano dei tristellati fratelli bergamaschi, offre una cucina di grande sostanza ma al contempo raffinata e molto interessante. Merito anche dei due fratelli Lebano, del loro palato, della loro formazione e crescita partenopea.
Gusto partenopeo ed eleganza milanese
La cucina partenopea golosa – ma al contempo elegante, gustativamente centrata e raffinata – e un ottimo servizio ben eseguito fanno sì che al ristorante si registri quasi costantemente il tutto esaurito, con molti clienti dell’albergo, altrettanti che vengono da fuori ed una buona rappresentanza eterogenea straniera.
Nelle divertenti entrée un ottimo Gambero e burrata si alterna alla TartareLa bistecca alla tartara (conosciuta anche come carne alla tartara, steak tartare o più comunemente tartare) è un piatto a base di carne bovina o equina macinata o finemente tritata e consumata cruda. La ricetta prevede che dopo essere stata triturata la carne deve o marinare nel vino o in altri alcolici oppure viene aggiunto del succo di limone e... Leggi di baccalà cotto e crudo, forse il piatto tra i meno riusciti della serata. Fantastico il Risotto “Il chicco del Mulino”, crema di indivia riccia, totani alla griglia, provola e limoni e imperioso lo Spaghetto “Miseria e Nobiltà”, in cui olio e aglio incontrano i gamberi, allietati e assecondati dalla nota piccante del peperoncino. Ottimi anche i secondi, la Ricciola alla brace e il Morone cotto in olio EVO, dalla cottura millimetricamente impeccabile, mentre fra i dessert, anch’essi eccellenti, spicca la rivisitazione del Tiramisù.
Persi dal notare come gli ospiti stranieri andavano in visibilio per la mega cotoletta e i paccheri alla Vittorio mantecati al tavolo, ci sentiamo di consigliare questa tra le tavole interessanti e divertenti di Milano.
La galleria fotografica:
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Morone cotto in olio evo, melanzana al miso
E' un condimento di origine giapponese derivato dai semi della soia gialla, cui spesso vengono aggiunti cereali come orzo o riso, segale, grano saraceno o miglio. È diffuso in tutto l'estremo Oriente, soprattutto in Corea e Giappone, dove svolge un ruolo nutrizionale importante, essendo ricco di proteine, vitamine e minerali. Il miso funge da base per numerose ricette e zuppe... Leggi, granita alle erbe di campo.
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Morbido al cioccolato bianco e acqua di rose lamponi, sorbetto al litchi
Il litchi o ciliegia della Cina (Litchi chinensis Sonn) è una pianta della famiglia Sapindaceae, unica specie del genere Litchi. È una pianta tropicale e subtropicale originaria della Cina meridionale e del Sud-Est Asiatico, oggi coltivata in molte parti del mondo. La polpa del frutto ha un delicato profumo e sapore di uva moscato e rosa. Il frutto fresco ha... Leggi.
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- Raggio di sole – caramella ghiacciata pesca e lavanda, cannolo di ananas, gelato alle albicocche e frutto della passione.
1 Comments
Concordo in pieno. Temevo che i Cerea avessero fatto un buon compitino, come spesso succede in questi casi, elevando il livello della cucina, ma senza renderla davvero interessante per l’avventore esterno all’albergo. Ma così non è: più ancora della golosità, riscontrabile in alcuni piatti piacioni come i travolgenti paccheri citati da Alberto, mi ha sorpreso il tasso di finezza di questa cucina, evidente in più di un passaggio.