Valutazione
Pregi
- Cucina capace di coniugare leggerezza e concretezza.
- Buon il rapporto qualità prezzo.
Difetti
- Non è ubicato in uno dei luoghi più belli di Como.
In una Como ormai orfana di Lopriore e più in generale avara di buone tavole, The Market Place ci ha sorpreso positivamente.
Il ristorante nasce grazie all’impegno e alla volontà dello chef Davide Maci, desideroso di realizzare un proprio progetto in patria dopo una lunga e proficua esperienza all’estero, in particolare a Londra allo Sketch Restaurant di Pierre Gagnaire e a Versailles, al Trianon palace di Gordon Ramsay.
Chef cosmopolita, Maci che ha trasmesso questa caratteristica anche nella struttura e negli arredi del locale, impreziositi dall’originale uso delle cassette di legno alle pareti che evocano i mercati di una volta.
D’altra parte già il nome è indicativo dell’impostazione e del tipo di cucina che troverete: cucina del mercato. Mai troppo complicata, fatta di cotture brevi, rispettose di una materia prima necessariamente freschissima. Cucina del mercato e quindi anche stagionalità degli ingredienti e delle preparazioni.
E maniacale cura per ogni aspetto, nulla è lasciato al caso: tutto è fatto in casa, dai buoni pani a tutte le paste fresche (lo chef ha scelto di non servire pasta secca).
La cucina si fa apprezzare anche per la capacità di dosare perfettamente le componenti aromatiche dei piatti, in modo da riuscire ad ottenere sempre un risultato di grande equilibrio al palato.
A pranzo Business Lunch con 3 portate acqua e caffè a 25 euro, altrimenti, oltre alla carta, due i menu proposti: uno “classico” con preparazioni di stampo più tradizionale, e uno definito “gourmet”, con piatti un po’ più strutturati. Peraltro, in abbinamento al menu Gourmet, vengono proposti anche una serie di cocktail davvero interessanti e ben eseguiti.
Per inciso, lo chef ha aperto a breve distanza dal ristorante il Fresco Cocktail Shop, locale dove è possibile bere cocktail realizzati con ingredienti insoliti ed innovativi, che sta riscuotendo un meritato successo.
Noi abbiamo ordinato dalla Carta, e il risultato è stato davvero soddisfacente.
Due piatti che sintetizzino la filosofia del locale?
La Cipolla fondente su crumble al cacao, schiuma al parmigiano e nocciole, una sorta di versione rustica e meno elaborata della cipolla di oldaniana memoria. Servita in abbinamento con un consommè di manzo con funghi shitake e timo. Piatto da “mercato”, ma tutt’altro che semplice, perfettamente riuscito in primis nella fusione degli elementi aromatici che, tutti, fanno la loro parte senza prevaricazioni di sorta.
Citazione d’obbligo anche per gli Gnocchi di patate, crema di cavolfiore, cime di rapa, burro al caffè. Ingredienti semplici e tanta cura. Gnocchi di impareggiabile morbidezza, cima di rapa appena scottata, crema eseguita alla perfezione e importante carica aromatica data dal gusto importante del cavolfiore che boccone dopo boccone lascia il posto all’aroma del caffè. Chapeau.
E con piacere poi si scopre che neanche i dessert deludono.
Una cucina leggera, essenziale, moderna. Oggi, a Como, un indirizzo da non perdere.
Cipolla fondente, su crumble al cacao , schiuma al parmigiano e nocciole, accompagnata da consomméIl consommé è un brodo ristretto di carne bovina o avicola, appartenente alla tradizione culinaria francese. Si prepara aggiungendo a un brodo di carne freddo: ritagli di carne tritati, verdure e un albume sbattuto per litro di brodo. Viene fatto sobbollire per circa un'ora, al termine della quale viene filtrato. Il nome deriva dal francese consommer, ovvero restringere, "consumare" letteralmente. Nella cucina francese è un piatto annoverabile... Leggi di manzo con funghi shitake e timo.
Uovo pochéTermine francese per indicare l'uovo in camicia. L'uovo poché è un uovo sgusciato cotto in acqua agitata e acidulata (50 g di aceto di vino bianco per litro di acqua) a temperature poco inferiori ai 90-95 °C. Il calore e l'acidità accelerano il processo di coagulazione delle proteine dell'albume, mentre il limitato tempo di cottura (3-4 minuti) mantiene il tuorlo... Leggi, spinaci, porri, tartufo, schiuma di parmigiano.
Tagliolini aglio e olio, carpaccio di gamberi, acetosellaOxalis acetosella (nome comune Acetosella dei boschi) è una piccola pianta alta fino a 12 cm, appartenente alla famiglia delle Oxalidaceae. Il nome comune della pianta deriva dal sapore acidulo (ma anche aspro) delle foglie usate anticamente come condimento per le insalate e che ricorda appunto l'aceto. Anticamente (nel Medioevo) si usava come condimento. Al pari dell'acetosa arricchisce di sapore... Leggi. Molto buoni, nel loro genere delicati, fantastica la consistenza del tagliolino.
Gnocchi di patate, crema di cavolfiore, cime di rapa, burro al caffè.
Galletto, crema e chips di mais, scalogni affumicati. Cottura perfetta.
Risotto alla mela e dragoncello, animelle di vitello. Chiari e scuri. Buona componente aromatica, buone le animelle perfettamente cotte e spurgate. Manca a nostro giudizio un pò di cremosità per essere un risotto.
Un assaggio di ottimo purè di patate.
Tartelletta alle pere, mousse di cioccolato al latte, glassa al caramello, gelato al cocco.
Lemon tart, meringa all’Italiana, pasta brise, crema e gelatina al limone, foglie di melissa.
Visitato un paio di settimane fa provando il menù gourmet e devo dire che mi ritrovo in ogni parola da voi scritta. Una cucina apparentemente semplice, ma piacevolmente coinvolgente (a mio avviso lo chef predilige molto le note "tonde" nei piatti e, personalmente, non disdegno la scelta). Se non li avete provati, consiglio vivamente i ravioli di coniglio: pasta perfetta e farcia incredibilmente appagante. Se devo muovere una critica, e purtroppo è bella grossa, la faccio allo staff. Si sono dimenticati di servirci la prima portata (lo hanno dovuto fare su mia segnalazione), non conoscevano il menù (su mie domande non hanno saputo rispondere) e ho dovuto aspettare più di mezz'ora per il conto (chiedendolo due volte e non ricevendo nemmeno lo scontrino, che ovviamente ho chiesto successivamente...e me ne hanno fatto uno di importo inferiore e sbagliato). Insomma, peggio di così non si poteva.