Valutazione
Pregi
- Una cucina di qualità ad un prezzo competitivo.
- Il locale posizionato in un contesto architettonico interessante.
Difetti
- Preparazioni belle e armoniose, ma dalla concentrazione gustativa inferiore alle attese.
Esistono alcuni ristoranti che, pur avendo successo di pubblico ed in parte di critica gastronomica, non sono quasi mai nominati. La Feva è uno di questi: il passaparola gourmet non lo mette ai primi posti in quanto a visibilità.
Eppure il giovane cuoco, Nicola Dinato, vanta esperienze importantissime in ristoranti di successo, in Italia ma sopratutto all’Estero; ha un curriculum di tutto rispetto e, con la sua compagna di lavoro e di vita, ha aperto questo ristorante che in breve tempo è arrivato a conquistare, a fine 2014, l’ambita stella Michelin.
Con un progetto molto interessante e, tra l’altro, creando un luogo di cucina gourmet a prezzi davvero concorrenziali. Qui a pranzo potrete gustare una cucina ben fatta e con spunti interessanti, percorrendo il menù del giorno a soli 25 euro.
In un contesto di fascino e charme, perchè la villa in cui è ubicato il ristorante, contornata da un grande e curato parco, è davvero un luogo accogliente e che mette in pace con il mondo.
Il servizio, affabile, sconta un pizzico di manierismo ma è sempre attento e professionale.
Poi c’è la cucina di Nicola che, è evidente anche all’occhio, trasuda tecnica e precisione. I suoi trascorsi in maison importanti si vedono e permeano tutte le preparazioni, precise e puntuali, senza errori tecnici di esecuzione. Ciò che manca a questi piatti, in generale, è la concentrazione di gusto, i sapori sono decisamente smorzati e ovattati.
Esempio paradigmatico è il fungo, in foto di apertura: piatto bellissimo, ma che scompare letteralmente al palato. Fungo non pervenuto, con effetto lesso che estrae umidità eccessiva, inondando la panure di acqua, rendendola molle e inconsistente. Emerge solamente il ripieno di formaggio caprino, e neppure la salsa concentrata di miele di castagno riesce a supportare, anzi.
Così come la carbonara di mare, piatto storico dello chef. Uovo, uovo e ancora uovo. Il pesto di ricci di mare rimane gustativamente assente, seppur dichiarato, così come i canestrelli, l’altra componente ittica, talmente labili da scomparire nella salsa all’uovo.
Carta dei vini infine che non abbiamo trovato, come alcune segnalazioni ci avevano indotto a credere, banale e scontata. Poche referenze, questo sì, ma da cui pescare alcuni pezzi molto interessanti, a dire il vero a prezzi, anche in questo caso, da encomio.
Mise en place.
Divertimenti iniziali.
Ottime capesante con crema di cucamelon.
Il pane, discreto.
Porcino, caprino e miele.
La carbonara di mare.
L’ottimo risotto ai funghi trombetta e gelatina di cavolo viola, persistente e interessante.
Gnocchi al ragù di cervo e ostrica, evanescente.
Faraona in giardiniera di inverno e aria di alloro.
Pre-dessert: gelato frutto della passione, rhum al melone bianco, tapiocaLa manioca (Manihot esculenta Crantz), anche nota come tapioca, cassava o yuca (da non confondere con la yucca, pianta succulenta dell'America centrale), è una pianta della famiglia delle Euphorbiaceae originaria del Sudamerica. Ha una radice tuberizzata commestibile, molto ricca in amido. La specie è coltivata in gran parte delle regioni tropicali e subtropicali del mondo. La radice viene preparata e... Leggi.
SoufflèPreparazione di cucina classica francese, sia dolce che salata, dalla caratteristica forma gonfia e allungata per la presenza di albumi d’uovo presenti all’interno. La cottura del soufflé in forno avviene lentamente, generalmente a bagnomaria: è un processo molto delicato ed a cui bisogna prestare molta attenzione. Ogni soufflé è costituito da due componenti di base: una crema (solitamente burro, farina... Leggi alle castagne e cioccolato bianco con gelato alla pera.
I saluti finali.
Ho, casualmente prima, per affezione ed amicizia, poi, seguito l'iter di Nicola. Partito in rampa a 45°, è consapevole pure lui della necessità di consolidare quanto raggiunto dalla sua inesauribile fantasia. Perché se anche ha aperto da 3 anni scarsi e ha la stella da uno, ha sfornato una tale serie di piatti di sicura originalità, che quando consoliderà, e lo sta già facendo, ne sentiremo parlare molto più di ora. L'anagrafe è dalla sua, e pure la grinta.