Indaco

VALUTAZIONE

Cucina Classica

14/20

PREGI
La location da favola.
Carta dei vini a prezzi umani.
DIFETTI
Da un giovane di talento ci piacerebbe una cucina meno “seduta”.

520

La location innanzitutto. Perché questo non è un posto qualsiasi. E’ cinematografico come pochi, in tutti i sensi.
Siamo negli anni ’50 quando Angelo Rizzoli, noto produttore cinematografico, decide di ampliare le antiche terme Regina Isabella, arricchendole di un prestigioso complesso alberghiero.
E allora, nel giro di pochi anni, in contemporanea con il boom economico Lacco Ameno e, conseguentemente, l’intera isola di Ischia, diventano un polo di attrazione irresistibile per il bel mondo dell’epoca.
Nasce così l’Albergo della Regina Isabella, ai cui ristoranti e bar sul mare siedono clienti affezionati quali Richard Burton, Liz Taylor, Charlie Chaplin, Clark Gable, Maria Callas e tanti altri.
Ne è passato di tempo da allora, tante cose sono cambiate. L’Albergo della Regina Isabella è ancora qui, adagiato sul mare di Ischia, con gli originali pavimenti con maioliche dipinte a mano e quella cultura dell’accoglienza che ha radici profonde nel grande Sud dell’Italia. Non sappiamo se oggi possa ancora essere considerato l’albergo più bello dell’Isola, ma non ci sono dubbi sul fatto che sia il più prestigioso, il più ricco di storia e sì, diciamolo pure, il più sottilmente snob. Quello in cui è più facile trovare l’agiata borghesia italiana che il magnate russo per intenderci.
Dal 2009, nel solco della tendenza che negli ultimi anni ha visto moltiplicarsi anche in Italia le tavole di grande livello nei grandi alberghi, il Regina Isabella ha deciso di aggiungere all’originario ristorante un nuovo locale per soddisfare le esigenze di quella parte della clientela interessata all’alta ristorazione. E così è nato Indaco. E mai nome fu più azzeccato per un locale in posizione invidiabile, en plein air a due passi dalle onde, immerso tra il blu del mare e l’azzurro del cielo. Un’isola nell’isola.
A guidarlo è stato chiamato il giovane Pasquale Palamaro, talento autoctono, già sous chef al ristorante Regina Isabella e con importanti esperienze maturate da Antonino Cannavacciuolo e Anthony Genovese.
L’accoglienza è calda, amichevole, slow. Quando il tempo (vento in primis) lo consente, si mangia sul mare in un’atmosfera davvero suggestiva. In alternativa si può optare per una graziosa saletta interna. L’unica nota dolente sono i servizi, davvero messi male e più adatti ad uno stabilimento balneare che a un ristorante di lusso.
Veniamo alla cucina che, sebbene Ischia sia un’isola gastronomicamente terragna, tende essenzialmente al pesce, in ciò evidentemente incoraggiata anche dalla vicinanza fisica al mare.
Le esperienze maturate dal giovane Palamaro in alcune grandi tavole italiane si ritrovano facilmente nella grande cura estetica che emerge in ogni piatto. Il maestro Marchesi sostiene che un piatto bello è sempre anche buono. E qui, la ricerca del bello c’è e quasi ogni piatto è ben presentato.
Tanti colori, sapori lineari, per una cucina fresca, equilibrata, ispirata a sapori mediterranei: il risultato è sempre gradevole, pur nella sua semplicità.
Certo, da un cuoco giovane ci aspetteremmo forse più originalità (la parmigiana nella melanzana la mangiammo identica anni fa dal bravo Ilario Vinciguerra quando ancora era in quel di Galliate Lombardo), ma qualche efficace tocco di creatività non manca, come nel dessert, una riuscitissima riedizione della caprese in versione dolce (forse anch’essa già vista però in quel di Orta San Giulio?).
Detto che le materie prime sono di ottima qualità e che la carta dei vini, ricca di bottiglie provenienti da tutto il mondo, denota un buon rapporto qualità/prezzo, non resta che augurare al giovane Pasquale Palamaro un futuro ricco di successi e soddisfazioni invitandolo, semmai, a lanciare il cuore oltre l’ostacolo, osando un po’ di più.

Interni
520
La “sala” en plen air
520
Pane
520
Burro francese, buonissimo ma forse un po’ fuori contesto d’estate, ad Ischia, sul mare
520
Carpaccio di nasello agli agrumi con semi di frutto della passione e polvere di pomodoro disidratato, bello e buono.
520
Buoni i Gamberoni rossi e pollo di Bresse con mirtilli, rosmarino e noci.
520
Parmigiana di melanzane vista nell’orto, piatto non originalissimo e neanche bellissimo onestamente, la cui cosa più interessante resta l’edibilità del picciolo che ha la consistenza di un carciofo.
520
Banalotti i Paccheri di Giovanni Assante con totani e mela annurca.
520
Risott – 8 aromi con scampi e limone.
520
Buona nella sua essenzialità la Triglia, cipollotto in agrodolce, zucchine e uova di quaglia a 65°.
520
Pre dessert: Mousse di ricotta e yogurt ai lamponi.
520
Eccellente il dessert: Caprese di mozzarella, pomodoro e basilico.
520
Piccola pasticceria.
520

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VALUTAZIONE

Cucina Classica

14/20

PREGI
La location da favola.
Carta dei vini a prezzi umani.
DIFETTI
Da un giovane di talento ci piacerebbe una cucina meno “seduta”.

INFORMAZIONI

PREZZI

Menu degustazione: 85€
Alla carta: 100€

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