Se negassimo a Polignano lâindubbio privilegio di aver dato i natali a Domenico Modugno, Tuccino sarebbe senza dubbio la bandiera iconica del meraviglioso borgo pugliese. Difficile incontrare qualcuno, amico gourmet o semplice conoscente, che dopo aver saputo della nostra missione a Polignano non ci abbia chiesto: âSei stato da Tuccino, vero?â. Lo conoscono tutti questo indirizzo, da decenni, quasi fosse un monumento tutelato dalla soprintendenza. PerchĂŠ tanto successo, tanta fama indiscussa e trasversale?
Di posti buoni o ottimi, dove gustare materie prime di mare e preparazioni di qualitĂ , Polignano è piena. Soprattutto nel centro storico, che rispetto allâubicazione di Tuccino, piĂš nascosta verso il nascente porto turistico, consente anche di assaporare con gli occhi lo splendore di questo luogo affascinante: prima di cena qui è difficile resistere a una passeggiata tra le strette vie del cuore di Polignano, per scoprire allâimprovviso uno dei panorami piĂš attraenti dellâintera costa pugliese, con lo sguardo a inseguire una lingua di mare cristallino che sâinsinua nel ventre dello sperone roccioso. Ammirare il tramonto dalla terrazza in cui hanno collocato la statua del sommo Mimmo è un privilegio che neppure gli anziani del villaggio si negano ogni giorno. Poi alla sua sinistra la strada degrada lentamente verso le zone residenziali, gli anfratti marini, le spiagge, e ⌠verso Tuccino.
Rispetto alla generale semplicitĂ che domina i ristoranti locali, Tuccino ostenta subito unâoriginale eleganza. Parcheggio privato, linee armoniose dellâedificio, spazi ampi, ordinati e luminosi. Un colpo dâocchio ben diverso da quello che doveva essere il locale ai suoi esordi, una cinquantina dâanni fa, quando Vito Benito Centrone detto Tuccino aprĂŹ uno âscialeâ sul mare dove vendeva solo cozze nere. Lâevoluzione verso lâalto è un processo rapido e costante nel tempo, la chiave del successo di âTuccinoâ lâinflessibile volontĂ di Benito di scovare il miglior prodotto che il mare avesse da offrire. E di portarlo semplicemente in tavola. La cucina non si pone in teoria davanti alla materia ittica, non osa fargli ombra, è al suo servizio, con i suoi pregi e i suoi difetti: alcune preparazioni sono piĂš azzeccate, altre meno, come accade normalmente anche altrove. Qui da Tuccino, però, câè un qualcosa in piĂš. Il grande merito di Benito è di aver instillato nelle menti di suo figlio Pasquale e di suo nipote Vito lo stesso amore viscerale per questo lavoro che lâha animato nel corso della sua intera esistenza. UnâereditĂ che è una garanzia per il presente e per il futuro. Se non fate di professione il pescatore, è probabile che qui da Tuccino assaggerete i crudi di mare piĂš buoni della vostra vita, dai crostacei ai mitili, dalle coquillages ai pesci selvaggi. Letteralmente di un altro mondo. Una selezione hors catĂŠgorie che passa attraverso le centinaia di chilometri che ogni giorno il buon Vito (19 anni) si sobbarca per raggiungere i migliori mercati, anche i piĂš lontani. Sempre con quel sorriso sincero sulle labbra, il medesimo che abbiamo letto negli occhi del padre Pasquale, al quale una sciagurata malattia ha deciso di negare libertĂ di movimento e di parola. Ma non certamente lâopportunitĂ di essere felice e di sognare, come gli accade da sempre nel suo ristorante, accanto alla sua famiglia, ai suoi clienti e di fronte al suo mare.
La sala, vista mare.
Il meraviglioso bancone del pesce. Qui si va in pellegrinaggio appena arrivati, qualche secondo di silenzio e si stabilisce cosa mangiare. Nel conto finale il pesce normalmente è quotato a peso.
Dettaglio del bancone: crostacei e gamberi viola di Gallipoli, li mangeremo crudi âŚ
⌠ed ecco lâimperdibile trionfo di crudi: oltre a crostacei e violette, le straordinarie cozze nere tarantine e le pelose di Manfredonia, i tartufi di Barletta, i ricci di Savelletri, il polpo di Polignano âarricciatoâ, gli intrusi stranieri tra cui percebesVolgarmente conosciuto come piede di cornucopia, sono molluschi originari della Galizia, costa settentrionale della Spagna, nello specifico dalla provincia di A CoruĂąa. Sono caratterizzati da una forma bizzarra, con unâappendice appuntita, simile ad un artiglio, utilizzata per procurarsi il nutrimento. I raccoglitori dei percebes sono costretti a calarsi dalla scogliera con delle funi per recuperare questo ambito premio. Per questa ragione il... Leggi e ostriche di variegata e meravigliosa tipologia. Un mondo paradisiaco difficile da mettere insieme in un colpo solo.
Prima scelta dalla carta dei vini: Ruinart Blanc de Blancs. La lista è sontuosa e infarcita di ânobiltĂ â proposte a prezzi di rara intelligenza. Invita allâeccesso, lo faremo.
I carpacci: tartareLa bistecca alla tartara (conosciuta anche come carne alla tartara, steak tartare o piĂš comunemente tartare) è un piatto a base di carne bovina o equina macinata o finemente tritata e consumata cruda. La ricetta prevede che dopo essere stata triturata la carne deve o marinare nel vino o in altri alcolici oppure viene aggiunto del succo di limone e... Leggi di tonno, saraghetto, triglia sfilettata e fragolino marinato con mosciame di tonno. Talmente alta la qualitĂ di partenza dei pesci che ogni intrusione (olio, capperi, limone o mosciame che sia) è quasi un fastidio e appare superfluo. Su tutti la triglia, non a caso la piĂš ânatureâ: di incomparabile bontĂ .
Spaghetti, gamberi viola e bottargaLa bottarga è un alimento costituito dall'ovario del pesce, le cui uova vengono salate ed essiccate con procedimenti tradizionali. Viene ricavata dalle uova di tonno o di muggine. I due prodotti differiscono sia nel colore che nel gusto (piĂš deciso quella di tonno). La bottarga di tonno ha un colore che varia dal rosa chiaro a quello scuro, mentre quella... Leggi. Primo piatto âcucinatoâ, tecnicamente ineccepibile, gustoso e saporito: tanto per reiterare un concetto giĂ espresso il gambero viola supera in intensitĂ la bottarga âŚ
Orecchiette al nero: un grande classico di Tuccino, pasta ricca, ben equilibrata e aromatica. Il mare con un bel doppiopetto di velluto.
Felice intramezzo vegetale: Pino, cabarettista mancato, ci porta un assaggio di Carosello (piccolo melone verde), cetrioli e rapanelli. Oltre a ricordarci lâincredibile freschezza e leggerezza di queste gemme di terra pugliese, ecco lâoccasione per lodare il personale di sala, di rara efficienza e cortesia.
Lâabuso promesso dalla carta dei vini: Dom Perignon vintage 2000. Ci sta tutto a questo punto.
Un altro classico di Tuccino: ombrina alla catalana. Buono, ma anche qui slalom tra le verdure per arrivare al pesce âŚ
In questo piatto vige una regola: tutto ciò che può esser mangiato crudo, si può anche friggere. Nonostante unâuntuositĂ che appare eccessiva, la leggerezza è incredibile e sorprendente, anche il giorno dopo. Lâaltra faccia dello specchio.
La zuppa: normalmente la cena di una persona comune. Non per noi.
Il cuore di Polignano.
Il suo mare.
Il suo panorama.
Il suo sorriso.
3 Comments
Un riferimento ai prezzi forse sarebbe opportuno.
Nella parte destra in testa alla rece, nel dove si trova ci sono tutti i dati, prezzi compresi.
Mi riferivo ai prezzi relativi alla recensione. Dubito che con quei piatti si possa stare nella cifra indicata.