La Torre del saracino, chef Gennaro Esposito, Vico Equense di Luca Canessa

VALUTAZIONE

Cucina Classica

16/20

PREGI
DIFETTI

Questa recensione aggiorna la precedente  valutazione che trovate qui

Recensione Ristorante

Avevamo lasciato qualche mese fa La Torre del Saracino con qualche perplessità e dubbi non risolti, soprattutto nell’esecuzione dei piatti storici di cui serbavamo un ricordo sfavillante. Una piccola delusione da romantici gourmet che non aveva però intaccato le legittime aspettative di una cucina d’eccellenza, che forse in quel periodo (viste le numerose visite susseguitesi) non aveva tutto che funzionava al meglio. Eccoci di nuovo qui, in questo locale simbolo della cucina partenopea e italiana, regno di uno chef che ritroviamo, sinceramente e felicemente, in una forma smagliante.
E’ carico Gennarino, raggiante nel raccontare i lavori e le migliorie che ha realizzato nella sua “creatura”, soprattutto pronto ad affrontare nuove ed impegnative sfide in futuro, senza mai adagiarsi sugli allori: in sostanza quel personaggio unico che tutti conoscevamo bene.
Abbiamo provato molti piatti, dal menù degustazione “La proposta di Salvatore” a diversi extra, con l’intento di indagare il passato della cucina di Gennaro, ma anche il presente: in ogni assaggio piacevolezza, grandi materie prime, ma anche una buona dose di finezza ed eleganza con cotture precise e nessuna salatura fuori registro. anche l’eccesso di fritti pare un ricordo, così come le cotture fuori posto di un tempo. Riteniamo ancora un filo troppo rustica la sua cucina, ma indubbiamente arricchita e raffinata rispetto alle esperienze passate.
Già la partenza predispone al meglio: un pane cotto nel nuovissimo forno a legna veramente da primato così come i golosi grissini. Poi la lunga serie di benvenuti della cucina, con apice nello splendido crostino di zucca napoletana con pomodoro, ma come non ricordare anche i cornetti ripieni di scorfano crudo, la mousse di topinambur, triglie ed erbe selvatiche, la polpetta di palamita e fagioli spollichini e sua maestà la mozzarella di Barlotti.
La conferma di vivere arriva anche da alcuni piatti storici come le golose cozze ripiene di ricotta e melanzane, la sempre ottima minestra di pasta mista, pesci e crostacei (unica per intensità e perfezione nella cottura dei dodici tipi di pasta), il mitico risotto al pomodoro cuore di bue, limone candito, totani e provola affumicata (una vera icona dei sapori del Sud che non sfigurerebbe nei santuari padani del genere), che è un vero e proprio rincorrersi di toni gustativi dalla dolcezza del pomodoro contrastata dall’acidità gentile del limone candito, dalla carnosità del mollusco che apre al finale, lungo ed esplosivo, della provola.
Ma sono stati i nuovi piatti che ci hanno sorpreso e colpito di più, primo fra tutti il peperoncino verde di fiume ripieno di murena su zuppa di arance di corbara, calamari e bottarga, che ha rappresentato un vero e proprio viaggio nell’universo del gusto, dove il piccante, l’acidità e lo iodio si rincorrevano fondendosi alla perfezione. Medesime le sensazioni con la palamita appena scottata su gelatina di ostrica e melanzane arrostite: piatto di grande fascino, una liaison fra terra e mare e texture diverse. Chiusura di grande livello con la pasticceria fine e golosa come poche.
Ci piace pensare che la nostra più recente esperienza rappresenti il livello abituale di un pranzo o di una cena alla Torre: il passato, sottotono, forse è stato un breve periodo di rodaggio dovuto ai profondi cambiamenti avvenuti o un semplice calo di tensione.

Zucca Bianca e pomodoro

Conetti friabili ripieni di scorfano

Mousse di topinambur, triglie ed erbe selvatiche

Polpetta di palamita e fagioli spollichini

Mozzarella Barlotti

Lasagnetta di crudo di scampetti, alici, seppie e gamberi rossi

Palamita tataki gelatina di ostrica e melanzana arrostita

Cozze ripiene di fior di ricotta e purea di melanzane

Zuppa di arance di Corbara, peperoncino verde di fiume ripieno di murena, calamari e bottarga

Raviolo di pesce spada ripieno di scarola maritata

Risotto di pomodori cuore di bue, limone candito, calamari ripieni di provola affumicata

Minestra di pasta mista, pesci e crostacei

Ravioli di melanzane alla parmigiana

Trancio di pezzogna in crosta di erbe aromatiche, variazione di clorofilla

Agnello allo spiedo

Pre dessert

Bomba al cioccolato

Passeggiata Vicana

Piccola pasticceria

Il pregio: una grande cucina italiana
il difetto: una certa discontinuità (sperando di non trovarla più)

La Torre del Saracino
Via Torretta 9
80069 Vico Equense
Tel. +39.081.802.85.55
menù € 105 – 125
Chiusura domenica sera e lunedì

Visitato nel mese di settembre 2012

www.torredelsaracino.it


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Luca Canessa

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Luca Canessa

Commerciante, con la passione per la buona tavola e per il buon vino, sempre pronto a partire per provare un posto nuovo alla ricerca di nuove emozioni, di nuovi sogni, di nuovi personaggi che lo facciano viaggiare stando comodamente seduto a tavola.

5 Comments

  1. andre ha detto:

    Buongiorno a tutti. E’ forse la prima volta che commento, ma vi leggo con costanza, passione e, perchè no, un filo di invidia 🙂

    Avete definito la cucina di Esposito “fin troppo rustica”. Il mio parere, almeno avendo tenuto d’occhio la carta del ristorante negli ultimi anni, è leggermente diverso. Mi sembra una cucina materica, schietta, comprensibile anche a chi non è appassionato o addetto ai lavori.

    Si tratta di una sfumatura, è vero, ma “rustica” sembra quasi avere un’accezione negativa. A mio avviso quella di Esposito può essere una scelta: privilegiare una cucina meno cerebrale significa infatti “piacere” ad un pubblico più vasto, essere di più semplice comprensione.

    Comunque sia, continuate così! Ah, e al massimo intensificate la recensione di locali meno esclusivi: grazie a voi ho scoperto La Madia di Brione e, nonostante il menù non cambi molto con le diverse stagioni dell’anno, mi sono trovato davvero bene!

  2. jpjpjp ha detto:

    cucchiaino di cioccolato very rustic

  3. agostino ha detto:

    e pure non capisco come questo ristorante sia cosi osannato dalle guide .Io sono andato a pranzo 3 volte e non ho mai trovato nulla di speciale.Cioe’ mi spiego meglio quando vai in un ristorante che spendi certe cifre vuoi uscirne soddisfatto con delle emozioni , quella cosa di portare la mozzarella cosi a tavola e’ per gli americani e non per uno che si fa’ 200 chilometri per venire a mangiare.
    Io sono andato anche dai suoi “fratelli” cannavacciuolo e vinciguerra e li ho trovati entrambi geniali tonino e’ piu’ politically correct vinciguerra ti da l’impressione che ti manda a quel paese senza perdere tempo

  4. Giovanni Lagnese ha detto:

    Provato oggi, uscito poco fa: di gran lunga il numero uno in Campania, la sua cucina si è evoluta parecchio nel corso degli anni, oggi mi sono arrivati almeno un paio di piatti di livello assoluto. Per me un 18 pieno. Nella mia personale top 20 europea.

    • Giovanni Lagnese ha detto:

      La cosa strana è che guardando le foto di alcune recensioni qui su Passione Gourmet – non tanto questa quanto quelle precedenti – sembra davvero un altro ristorante.

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