Passione Gourmet Ristorante L’Arcangelo,Roma, di Giovanni Gagliardi - Passione Gourmet

Ristorante L’Arcangelo,Roma, di Giovanni Gagliardi

Ristorante
Recensito da Presidente

Valutazione

14/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

Difetti

Visitato il 04-2024

Recensione ristorante.

Il ristorante di Arcangelo Dandini è, sicuramente, oggi, uno dei ristoranti “importanti” di Roma. Rifugio elettivo – insieme a Roscioli – per tanti appassionati di alta cucina quando scocca la voglia di “una Gricia cucinata come si deve”. E non è un caso se , sul web, non vi sia classifica sulla migliore Carbonara o sulla migliore Amatriciana che non veda l’Arcangelo ai primissimi posti.
In una città in cui la geografia dei ristoranti sembra sempre più divisa tra quelli dove trovi il VIP o il politico di turno e, quelli frequentati da una clientela più gastrosnob, l’Arcangelo sembra mettere d’accordo tutti. Qui non è raro trovare seduti vicini il gourmet e il volto noto di Montecitorio.
Grande merito di questo successo, ovviamente, al Patron che è riuscito negli anni a costruire un locale nel quale si sta davvero bene. Sarà per la gentilezza dell’accoglienza, per il servizio premuroso, per quell’aria un po’ retro da bistrot parigino, per quelle meravigliose, comodissime poltroncine di pelle (e chi gira un po’ per ristoranti sa quanto siano diffuse, a tutti i livelli, sedute non proprio confortevoli..)

Dalla lettura della carta emerge quella che vuole essere la caratteristica del locale e che potremmo anche definire la sua “doppia anima”. Piatti della tradizione romana che più tradizionali non si può, ma anche foie gras, quaglie e, più in generale, qualche accostamento che non ti aspetti.

Alcuni piatti hanno titoli di fantasia (ma non tanto..). E così il Sommerso-Emerso è una gradevole zuppetta (non brodosa) con fagioli, cotenne, gamberi, primo sale e polvere di peperoni.
Viaggio d’inverno a Rocca Priora ci porta sui Castelli. E’ piatto composto (un trittico lo si sarebbe definito un tempo) da una frittata di broccoletti (piuttosto anonima ad essere onesti), un discreto boccone di fegatini di coniglio, alloro e sgombro ed infine per pulire la bocca (ma non tanto) ricotta calda e meringa.
Ci è piaciuto il Supplizio in cui due buoni Supplì ripieni come da tradizione romana di rigaglie di pollo si accompagnano ad una strepitosa mini crocchetta di patate (a cui il pecorino regala una marcia in più) e, per finire, ad un pezzetto di croccante su cui è adagiata un’acciuga. Finale perfetto, in bocca tutto torna.

E veniamo ai primi piatti. Qui un’avvertenza è d’obbligo. Pensiamo che tutti siano d’accordo nel ritenere la pasta scotta qualcosa che ripugni al palato oltre che una sbobba indigeribile. E fin qui nulla quaestio (ci auguriamo..). Il discorso potrebbe diventare più complesso sul versante opposto. E cioè, senza entrare in querelle circa l’esatto punto di cottura della pasta, ci si chiede fino a che punto la si possa servire al dente. In altre parole, per la pasta esiste una cottura “non perfetta” anche in difetto? Non siamo interessati a risolvere la questione, né questa sarebbe la sede adatta.
Chi scrive mangia normalmente la pasta molto al dente e la adora.
L’avvertenza è: Arcangelo la pasta non la serve molto al dente. Di più.
Fine dell’avvertenza.
Come sono i primi di Arcangelo?
Sul Cacio e Ova proposto con i Rigatoni di Verrigni niente da dire. Cremina suadente, delicatezza, scioglievolezza, grande guanciale. La Carbonara ha messo il frac!
Altra grande pasta, stavolta i Pennoni del Pastificio dei Campi per il Cacio e unto (leggasi Gricia). Anche qui una mirabile armonia nel piatto. Si tratta di piatti semplici, sia chiaro, ma solo in apparenza. Chapeau!
Sulla Amatriciana ci tocca registrare che nel corso delle nostre visite ne abbiamo provate due, con esiti completamente diversi. La prima volta, con i rigatoni, non ci convinse. Ci parve priva di nerbo, come slegata. Imputammo il tutto al fatto che la cottura molto, molto al dente della pasta certo non aiutava l’amalgama con il condimento.
Siamo tornati e l’Amatriciana l’abbiamo provata, stavolta con gli Spaghettoni Cavalieri. Perfetta. Con quel guanciale a pezzettoni grande protagonista e non semplice comprimario e i “pomodori del piennolo” (il Pulcinella che è in noi gongola…). Evidentemente, tra le due, Arcangelo è passato per la sartoria. Ora è una Amatriciana in doppio petto blu!
Un grande primo piatto sono anche gli Spaghettoni Cavalieri all’aglio rosso e mosto cotto. Qui davvero Dandini è riuscito ad estrarre solo il buono dall’aglio. Perfetti.

Ci piacerebbe continuare a parlare in questi termini anche dei secondi, ma purtroppo non è così.
Tre passaggi di un tormento aromatico (ancora un trittico!) è un piatto non leggerissimo, composto da due fette di pane ripiene di burro e alici, una coscetta di quaglia su un disco di purea di patate e, per finire, una classica coda alla vaccinara. Tre elementi che ci sembra vadano un po’ ciascuno per la sua strada. I Bocconcini fritti dorati di arzilla, broccolo romano ubriaco, non convincono. La pastella difetta di croccantezza e sono adagiati su una sovrabbondante crema di broccoli che tende inevitabilmente a spugnare la frittura. Non entusiasmano neanche le Polpette di bollito di manzo (una sorta di Mondeghili in versione laziale) un po’ (troppo) secche.

Buoni i dolci, in particolare il Cioccolato bianco servito liquido con un filo d’olio e capperi e dei leggerissimi Bignè con crema di agrumi.

Carta dei vini con maggiori spunti di interesse sul versante straniero e ricarichi non proprio leggerissimi.

Prezzi nel complesso un po’ sopra le righe a cui va aggiunto il 10% del servizio.

Ad Majora

Viaggio d’inverno a Rocca Priora

Sommerso-emerso

Cacio e unto

Amatriciana (foto di apertura)
Tre passaggi di un tormento aromatico

Bocconcini fritti di arzilla

Bignè con crema di agrumi

Il pregio: i primi piatti
Il difetto: la sensibile differenza tra i primi piatti e il resto

L’Arcangelo
Via Belli, 59
Roma
06 3210992
Chiuso il sabato a pranzo e la domenica
Prezzi: 60 Euro v.e.

Visitato a Dicembre 2011


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Giovanni Gagliardi

22 Commenti.

  • Vignadelmar2 Febbraio 2012

    Arcangelo è un grande amico e bravissima persona ( anche perchè tifa Roma ed è naturalmente contro l'altra squadra di Roma). Il punto di cottura della sua pasta trovo sia straordinario: i suoi primi sono perfetti. Certo è che alcuni clienti/amici da me mandati da lui in pellegrinaggio mi hanno confermato che per loro la pasta fosse semplicemente cruda.....e li avevo avvisati !!!! Indipendentemente da questo opinabile aspetto, comunque complessivamente tutti si son trovati molto bene. Trovo quel punteggio decisamente basso. . Ciao

  • Mr. R.2 Febbraio 2012

    Dai che su questa qualcuno ci fa un altro armageddon!

  • gio2 Febbraio 2012

    Forza lazio regà! Da Arcangelo la migliore carbonara di sempre...ce ne fossero di piu' di locali del genere.

  • Giovanni Lagnese2 Febbraio 2012

    Non ho mai avuto il piacere di pranzare da Arcangelo, ma ho avuto il piacere di averlo come commensale al Bulli e di apprezzare la sua straordinaria competenza. Non so quanto valga la sua cucina perché non sono mai stato da lui, ma posso dire con certezza che ci sono chef da 17/20 che non hanno un decimo della sua competenza. Giovanni

  • Tito2 Febbraio 2012

    Ad occhio il voto mi pare corretto, ma il taccuino sopra al tavolo è francamente inquietante.

  • Enzo Vizzari2 Febbraio 2012

    Del tutto d'accordo con Gagliardi sulla non-cottura della pasta.

  • giovanni gagliardi3 Febbraio 2012

    Caro Direttore è sempre un piacere sentirti e scambiare impressioni. Ad Majora

  • nico aka tenente Drogo3 Febbraio 2012

    un recensore che non sa neanche scrivere "gricia" non mi da' granché affidamento

  • ninetto davoli3 Febbraio 2012

    Beh come recensione non mi sembra un granché. é un poco banale, anche se è verosimile (ma trita e riesumata da forum di anni fa). Arcangelo non ha mai saputo farcela coi secondi. Ultimamente poi con questi nomi dei piatti ha anche un poco stancato. La cottura della pasta è a limite, siamo d'accordo, e quella di Pipero al Rex è molto meglio... così è meglio il guanciale (quello di ARcangelo domina e distrugge ma io non faccio più il carrettiere) e le uova, vogliamo parlare della pesantezza di quel piatto? Da Pipero solo rossi, ma più leggera, più amalgama, meno grossier, pure il pepe è meno grossier. E per una volta devo concordare col direttur Vizzari (che conosco personalmente sotto altro nome) e col suo palato francesizzato. Forse Arcangelo dovrebbe vietare l'ingresso ai blogger, che non aiutano a migliorare con le loro lodi sbrodolate...

  • Presidente3 Febbraio 2012

    Esistono anche gli errori di battitura o di autocorrezione di word. Però i fenomeni, si sa, invece non sbagliano mai vero ?

  • nico aka tenente Drogo3 Febbraio 2012

    la coda e la trippa sono le migliori di Roma non sono secondi anche quelli? e poi francamente la polemica sulla cottura della pasta ha proprio stancato

  • Norbert3 Febbraio 2012

    Si, ma i secondi assaggiati non sono degni di nota. E poi non necessariamente sottolineare la cottura al dente vuol essere una critica. Anzi.

  • ninetto davoli3 Febbraio 2012

    Forse hai ragione sulla coda (una delle migliori ma non la migliore), ma non sulla trippa (che era meglio ai tempi del Bonci) e sulla coratella. La cottura della pasta in quel modo appartiene a questo neo rustico andante che piace a voi neo gastronomi... a me no.

  • nico aka tenente Drogo3 Febbraio 2012

    neogastronomo ci sarà lei ;) io sono mezzo napoletano, sarà per quello che la cottura Arcangelo mi piace

  • carlo593 Febbraio 2012

    confermo e sono d'accordo con vigna e lagnese. Evidentemente per Arcangelo essere valutato cosi' mediocremente deve essere considerato esclusivamente un pregio...

  • carlo593 Febbraio 2012

    infatti.....che noia che barba----

  • Enzo Vizzari4 Febbraio 2012

    "Palato francesizzato"!? Oh, bella questa! Da oltre quarant'anni (sì) batto ristoranti e trattorie da Vipiteno a Pachino.

  • ninetto davoli4 Febbraio 2012

    Diretur, se va a Pechino, sa meglio di me che spesso torna in Francia, se va a Vipiteno, me sa che lei torna in Francia pure là. Allora mi correggo, palato francofilo, le piace di più così?

  • Presidente5 Febbraio 2012

    Se ti presentassi con nome e cognome reale sarebbe auspicabile. Per ciò che concerne il palato di Vizzari forse è il caso che tu ci mangi assieme, poi credo troverai la definizione più adeguata, piuttosto che questa, sinceramente bizzarra Au Revoir

  • giovanni gagliardi6 Febbraio 2012

    Di solito intervengo poco a seguito delle mie recensioni, ma a lei che non è un mero fustigatore di refusi vorrei rispondere. Che significa recensione banale ma verosimile? Lei scrive che Arcangelo non ce l'ha mai fatta con i secondi. Quindi non è poi così in disaccordo con la mia valutazione. Quindi? La cottura della pasta è al limite lei scrive. L'ho scritto anch'io, siamo d'accordo. Quindi? Troppe lodi sbrodolate a Dandini lei scrive? Anche su questo mi pare che le nostre posizioni non siano così lontane. Quindi? Cosa si aspettava di trovare scritto in una recensione non banale e granchè? Che la pasta è scotta e che i secondi sono molto più buoni dei primi? Intervengo poco, ma a volte proprio non resisto. Con simpatia, Ad Majora

  • Enzo Vizzari7 Febbraio 2012

    Pachino, prego.

  • LB17 Maggio 2014

    Ho visitato da poco L'Arcangelo, e anche a distanza di anni, trovo la recensione molto azzeccata. Niente da dire sulla carbonara e sul supplizio, ma per il resto il livello scende molto, e la gentilezza a mio avviso non è la cifra di questo ristorante e di chi si occupa dei clienti.

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