Bibibì Bii Bii Bibibì. Ti alzi e vai a prendere il cellulare per vedere chi ti ha scritto. E’ lui, il tuo amico che ancora non ha notato la differenza fra te ed uno spesso libro arancione con l’anno scritto bello grosso in copertina. Si trova a Roma, oggi, e vuole sapere dove andare a mangiare una carbonara fatta bene. Cielo, le risposte pronte non mancano, non tutte educate e pertinenti fra l’altro, ma sai che diversi amici ti toglierebbero il saluto se li mandassi a mangiare una carbonara, per non fare nomi, da Roscioli o da Arcangelo (autori di esecuzioni fenomenali, non è questo il punto, ovviamente). Una quindicina d’euro per un piatto di pasta secca ghiaccia i polsi dei più, crisi o non crisi è inutile nasconderselo, ma caro lettore, tu che sei il palato di riferimento per la tua cerchia di conoscenze (leggi il fesso che butta i risparmi nei ristoranti), fidati e d’ora in poi rispondi serenamente “metti Via Cartoni 163 nel navigatore e vai tranquillo!”. Lì l’amico in questione troverà (se non portato come noi fuori rotta) l’Osteria di Monteverde, un piccolo locale davvero di quartiere portato avanti da Roberto Campitelli e Fabio Tenderini, il primo chef con esperienze da Glass e Troiani, il secondo (in sala) salvato dalla passione per la ristorazione da un torbido passato da ingegnere delle telecomunicazioni. La cucina propone numerosi capisaldi della tradizione romana, senza tuttavia lesinare, soprattutto alla carta, su divagazioni e rivisitazioni. Eccellente la cacio e pepe in particolare. Molto buona anche la carbonara, pur con un lieve eccesso di pecorino che manteneva la sapidità proprio ai margini del lecito anche per una cucina maschia. Cotture della pasta di rara perfezione, e prezzo da annotare nel sottile taccuino delle buone notizie dal mondo, 7 euro. Nel menù degustazione di 8 portate (a trentasei euri, rinnovati complimenti!) trovano spazio piatti di carne ben eseguiti, tra cui un’ottima quaglia, una vigorosa lingua in salsa verde ed altre amenità, ciascuna realizzata con tutti i crismi del caso. Su tutte l’animellaGhiandola corrispondente al timo umano presente in agnelli e vitelli che scompare con l’avanzare degli anni. Rientra tra le frattaglie bianche, si presenta come una massa spugnosa e va consumata fresca, altrimenti fermenta. La parte commestibile, di forma allungata, si definisce noce e, previa cottura, va immersa in acqua, ricambiandola ogni volta che assume un colore rosato, al fine di... Leggi glassata su purè di pastinaca, cicoria e mela verde essiccata (in copertina). Note più liete potrebbero giungere dalla carta dei vini, che propone sì un paio di champagne e un minimo sindacale di Piemonte potabile, ma conta un numero neppure esiguo di bottiglie, tutte però di livello troppo omogeneo. Comprensibile, per carità, la scelta di fornire, oltre al vino della casa, bottiglie dal costo accessibilissimo (la maggior parte stanno fra i 10 ed i 15 euro), ma anche una decina-quindicina di bottiglie per amatori renderebbero un ottimo servizio a chi cerca una bevuta all’altezza della cucina. Servizio spiccio ma non improfessionale, l’insegna recita “osteria” ma astenersi ricercatori di osti con chitarra stornellanti “ebbenvenutiiii….a ‘sti froscioni”. Si accettano laziali, purchè accompagnati.
Fagioli, crema di fagioli e pancetta.
Lingua in salsa verde.
Trippa e porcini.
Carbonara.
Cacio e pepe.
Insalatina di finocchi, arance e olive.
Quaglia con broccolo romano ripassato “ajo e ojo” e il suo fondo.
Coda alla vaccinara nel pomodoro al sedano e cacao. crema tiepida di sedano e cialda di cacao e parmigiano.
Tiramisu mignon.
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Recensito da Presidente
- Recensioni, Trattorie italia
- Chef Fabio Tenderini e Roberto Campitelli
Osteria di Monteverde

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INFORMAZIONI
- Via Pietro Cartoni 163-165, Roma
- +39 06 53273887
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Chiuso Lunedì a pranzo.
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Armando al Pantheon
PREZZI
- Prezzo Massimo: 40€
- Prezzo Minimo: 21€
Alla carta 27-30 euro.
COSA DICEVAMO
Nessuna visita precedente trovata.
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“Gentili Signore, Cari Signori! Quello di cui vi parleremo sarà l’emotività e la verità che rimarrà sulla tavola prima che ci portino via le briciole. Sarà la persistenza dell’ultima goccia di vino prima che la bottiglia sia vuota. Ciò che leggerete sarà il frutto maturato dalla pianta della passione che questi giovani hanno coltivato per anni.”
Il Presidente, 20 Luglio 2009.
7 Comments
stra-quoto l’articolo, i pregi e i difetti… e poi ce l’ho nel cuore… c’ho cenato solo soletto la sera in cui è nato mio figlio nell’ospedale li vicino :-)))
le due foto, quella della carbonara e della cacio e pepe, mi hanno ipnotizzata. malvagio, ora non riuscirò a pensare a nient’altro tutto il pomeriggio…
putrid inside! 😀
🙂 always
Ma come, un raffinato musicista con la suoneria standard del Nokia?
Cribbio! 😀
a volte confondersi fra la folla è più vantaggioso…
Cmq tocca vedè chi li accompagna…..sti laziali!
E complimenti ai “ragazzi”.