Valutazione
Pregi
Difetti
Recensione ristorante.
Quando ti trovi a far alta ristorazione in un albergo di charme, possono essere grandi gioie o grandi dolori. E il Ciasa Salares è un grande albergo, seconda punta di diamante dell’ospitalità targata Alta Badia. Attenzioni, coccole, camere accoglienti, ottimo cibo. Con un rapporto qualità/prezzo davvero invidiabile.
Già, ottimo cibo: nel ristorante di “tutti i giorni” (per intenderci, quello compreso nella mezza pensione), sia a colazione che a cena, ma anche seduti al wine bar (di cui parleremo presto su questi schermi). Proposte semplici, ma gustose, appaganti. E in tutte le soluzioni scelte è a disposizione la splendida carta vini pensata da Stefan Wieser: una carta di un grande appassionato.
Poi c’è il ristorante gourmet, la Siriola, dove il cliente si aspetta la marcia in più.
Sono state stagioni tormentate quelle della Siriola.
Il locale raggiunse il suo apice di notorietà e consensi quando nelle sue cucine spadellava un certo Corrado Fasolato (che, giusto per fare un poco di gossip, è in procinto di lasciare il Met di Venezia, pare per aprire un locale nella natia Vicenza).
Fuggito in laguna il talentuoso Fasolato, è stata la volta del giovane Melis, mi dicono chef capace ma un tantinello incostante nelle sue creazioni.
Dallo scorso inverno un ulteriore avvicendamento: Fabio Cucchelli, prima executive chef di Costa Crociere, prende il posto di comando di tutta la proposta ristorativa del Ciasa Salares.
Sulle sue capacità di executive penso non ci siano dubbi di nessun tipo, ho già detto dell’ottima offerta sia al Wine Bar che al ristorante “base”.
Qualche dubbio invece mi sorge quando si decide di fare un saltino verso l’alto: i prezzi salgono, il tasso di creatività anche, le aspettative seguono a ruota.
Allora secondo me qualche cosina da mettere a posto c’è.
Al pur accattivante menu degustazione, ho preferito la scelta libera alla carta.
Si può partire con una entrata interessante: l’Orto d’estate.
Interessante perché se non altro denota personalità. Piatto quasi primitivo, sole verdure cotte e una leggera crema d’uovo. Forse qualche contrasto in più romperebbe una leggera monotonia, ma è un piatto che può andare anche così, nudo e puro.
Il picco della serata lo si tocca con il Riso al burro bruciato, purè di bucce di limone e piselli novelli:
piatto indubbiamente dalla forte componente lipidica, ma ben bilanciato da acidità ed elementi vegetali. In più tecnicamente ineccepibile: da mangiarne una sbadilata.
Le perplessità cominciano sui secondi piatti.
Beccaccia con purè di sedano rapa, rabarbaro candito ed olio di eucalipto:
senza nerbo, cottura non proprio precisa, rabarbaro sovrastante (e su una beccaccia è tutto dire). Insomma…
Guancia di vitello cotta nel vino aromatico con lamine di miele al sale e purè di patate:
ecco, ne ho mangiata una migliore il giorno successivo al wine bar, senza miele. Non discuto la scelta di preparare una guancia (Perbellini docet, ma ne ho mangiata una fantastica poco tempo fa anche dai Damini) ma se decidi di aggiungere del miele, di per sé abbinamento gustativo azzeccato, almeno assicurati che non sia un attentato al lavoro del tuo dentista. L’effetto è infatti quello di asfaltare i disgraziati molari di saporito miele. Si scioglierà lentamente nel giro di qualche minuto, ma non credo che l’effetto voluto fosse proprio questo.
Deludenti i dessert, dai nome altisonanti ma privi del gusto necessario. Anche le “guarnizioni” (praticamente uguali in entrambi) lasciano interdetti.
Notti egiziane: crema gratinata di caffè bianco, sorbetto di arancia e timo e insalata di fragole.
Mah, gusto non pervenuto.
Alpine Delight: Mousse al fieno e frutti di bosco e cioccolato.
Passa piano, senza disturbare. Quasi non si sente.
In definitiva, una cena a due velocità. Prima parte tutto sommato convincente, seconda davvero poco indovinata, soprattutto alla voce dessert.
Potrebbe essere stata una serata poco felice? Sì, potrebbe.
Io al Ciasa Salares ci tornerò senza dubbio.
Magari mi fermerò a mangiare i piatti di Cucchelli del piano di sopra, quelli pensati per l’ottimo wine-bar.
O chissà, quel menu degustazione…
Della cantina ho già scritto: grande attenzione al mondo bio, potrebbe meritare il viaggio da sola, per saccheggiarla in allegria.
Dalla carta Wieser ha scovato questa chicca, per me una felicissima scoperta
Anisos 2008 di Rosi (chardonnay, pinot bianco e nosiola)
il pregio : una carta dei vini meravigliosa
il difetto : dessert non all’altezza del contesto
La bellissima camera 102 del Ciasa Salares
Ristorante La Siriola – Hotel Ciasa Salares
Strada Prè de Vi 31, San Cassiano (BZ)
Tel. +39.0471.849445
Chiuso: lunedì, aperto solo la sera
Menu: 97 euro
Alla carta: 90 euro
Visitato nel Luglio 2011
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Roberto Bentivegna
Ben detto Roberto, come al tuo solito ! Confermo tutto, ma aggiungerei i cocktail del wine bar ;) ciao ciao
Ho passato una settimana al Ciasa Salares questa estate. Avendo due figli piccoli (uno di due anni), ho mangiato sempre al ristorante dell'albergo rinunciando a valicare la porta della Siriola. Quello che mi sorprende nella recensione e' che il livello dei dolci non viene considerato all'altezza del resto. Il punto di forza delle mie cene in mezza pensione, infatti, erano proprio i desserts, classicissimi e non particolarmente creativi, ma di grande gusto e leggerezza. Visto che il pasticciere e' lo stesso per i due ristoranti (o, per meglio dire, per i quattro se si considera anche il wine bar e la Terrazza), non capisco come cio' sia potuto accadere. Jekill e Hyde?
Proprio così. In mezza pensione si sta benissimo. E, oltre ai dessert, lascia basiti anche il confronto tra le portate salate. Forse la risposta sta proprio nel tasso di creatività: è una cucina maggiormente a suo agio nelle rivisitazioni dei piatti classici
Si, dopo 3 giorni quest'estate passati in mezza pensione al Ciasa Salares anch'io condivido quanto detto da Rob e dal sig. Stringa. Cucina d'albergo di qualità elevata, con stacco netto sui dolci, preparati veramente a regola d'arte. Freschi, mai banali, intriganti. E' singolare e raro che in mezza pensione si stia meglio che al ristorante gastronomico, ma tant'è.