Valutazione
Pregi
Difetti
Recensione Ristorante
“Quel naso triste come una salita,quegli occhi allegri da italiano in gita”
Così Paolo Conte raccontava a modo suo Gino Bartali, l’immortale campione dello sport più amato e praticato dai Romagnoli.
E alla fine della lunga salita che da Montiano porta a Montenovo la tristezza lascerà facilmente il posto all’allegria, la bellezza di quei luoghi dimorerà nel vostro spirito interiore più profondo. Bellezza di un panorama che racchiude le colline e i mari di una gran bella fetta di Romagna, quello che potrete godere dalla terrazza tutta legno, acqua e pelle delle Giare; l’allegria del lavoro di Omar Casali nel saper riportare nel piatto con semplicità e modestia il frutto della fatica e della passione dei tanti piccoli produttori locali (riportati in carta con tanto di indirizzo e numero telefonico).
“Una mano rassicurante,quella di Omar” ci confermerà il patron Claudio Amadori, che cura personalmente anche la cantina in grado di offrire un discreto panorama di scelte spesso a prezzi decisamente interessanti. Per noi Omar, oltre che rassicurante, è assolutamente moderno ed attuale. Quello che fa è cercare di portare la sua terra nel piatto, con tecniche, presentazioni, cotture ed abbinamenti molto attuali.
Dalla carta scegliamo una serie di proposte di mare e di terra, per aver chiara la proposta di questo incantevole luogo.
CRUDI…… E CHE CRUDI!
Spritz & Gamberi rossi
Simpatico e divertente il gioco del drink frizzante che si raggiunge rompendo la lastra di ghiaccio di palese botturiana ispirazione
peccato per l’eccessiva freddezza che anestetizza il palato impedendoci di godere appieno della cremosità del gambero rosso
Aringa affumicata da noi
Dalla spada al fioretto: in questo assaggino si iniziano a delineare l’eleganza nei contrasti di abbinamento
Mazzancolle all’amatriciana e bigoli
Il piatto senza ombra di dubbio più intrigante della serata. Materia prima (mazzancolla) da Oscar, e del resto Luigi Quadrelli (già fornitore dei migliori ristoranti di mare del territorio,compresi Povero Diavolo e Buca) è una garanzia. Buona ed intrigante l’idea di proporre la mazzancolla anche “cotta” nel bigolo, in variazione, rivisitando così un grande classico regionale italiano. Evidente lo spunto “dalverante” (trad. di dal vero) con la polpa della mazzancolla che viene ridotta a pasta che poi si rassoda grazie alle albuimine presenti naturalmente nel crostaceo.
Ostrica aceto e mele verdi
Contrasti di acidità e iodato che non lasciano tracce appaganti: Un bel giochino, anche se incompiuto.
LA TRIGLIA in filetto col suo fegatino, spuma di pancetta e croccante al caffè
Materia prima di qualità, cottura comme il faut, consistenze e textures (dal cremoso grasso della spuma di pancetta al croccante speziato al caffè). Ottimo!
STUDIANDO LA SEPPIA : passatelli, tartàre, e cotechino
Buono il passatello di seppia, ottima la seppia cruda. Lo stacco netto al piatto lo fornisce il cotechino di seppia. Ingrediente ormai stra-abusato, ma qui in una versione decisamente azzeccata. Indiscutibilmente la cosa che più ci è piaciuta (foto di apertura):
cotechino di seppia servito su crema di polenta bianca e salsa al nero di seppia, a terminare la preparazione lenticchie di qualità cotte nel nero di seppia.
Succulenza, godimento ed emozione in bianco-nero paragonabili al 2-0 dell’11/09/10 del Cesena sul Milan 😉
MUFREIGUAL e baccalà con le cime di rapa all’aglio nero
Piatto preparato con il sottogola e le trippe del baccalà e il succo di cime di rapa, uniti dal “manfrigul”, una pastina della tradizione contadina ottenuta dal recupero dei ritagli della sfoglia per cappelletti e tagliatelle, che rafforza la nostra impressione di una migliore inclinazione dello chef nelle preparazioni di mare. Il quinto quarto in zuppa, centrato!
AGNELLINO cotto nel fieno, in diverse cotture ed abbinamenti …
Ottima materia prima, anche se la cottura forse è un pochino pronunciata.
Sfiziose le cips di rapa rossa e ancor più le polpettine di agnello leggermente gremolate, al forno, e quelle di roquefort impanate e fritte.
COLOMBACCIO spiedo con mele al vino rosso, a bassa temperatura ed il 5°quarto in raviolo …
Anche qui la cottura è “popular enjoinement”, trattasi quindi non di errore di esecuzione, ma di una precisa scelta dello Chef. Secondo noi qualche minuto in meno avrebbe donato una cottura più rosea e piacevole.
Lo chef mi ha proposto una variante diversa da quella dichiarata in carta: con “torrone” al pepe ed anice stellato, e mele cotte al vino rosso, dalla speziatura forse eccessiva. In un secondo servizio ci viene portata la coscia ripiena su crema soffice di patate. Notevole, anche se di stampo classico.
Dopo un “af-fumante” predessert di Berasateguiano rimando
chiudiamo con il dolce:
COFFEE & TOFFEE dedicato al caffè…….
Di buona fattura e anche sfizioso, ma qui forse entra in gioco il mio gusto e il mio personale punto di vista.
Dopo una cucina del territorio contraddistinta da buone materie prime e da quel pizzico d’azzardo e non di più, un po’ come quando si dice una parola è poca e due son troppe, credo che le opzioni possano essere due:
– O una pasticceria decisamente semplice e classica, del tipo creme, gelati, tarte tatin e quant’altro, puntando su una materia di livello altissimo
– O una pasticceria decisamente creativa e di ricerca.
Io ad esempio propenderei per la prima, che vedrei più coerente con la filosofia di cucina
Da quel che ho potuto osservare la sensazione è che la strada intarpresa è una sorta di via di mezzo, e il risultato percepito è stato di un piccolo calo e il rimpianto di non aver chiuso col colombaccio. Ma tutto questo è un personalissimo punto di vista, s’intende.
Interessante, per concludere, la degustazione abbinata al mio percorso:
– Domaine Zind-Humbrecht Gewurztraminer “Wintzenheim” 2003
– COS Cerasuolo di Vittoria 2008
– Villa Rinaldi Spumante Demi Sec “Cremè” 2003
In conclusione le Giare rappresenta comunque un riferimento nel territorio e per il territorio, una cucina non certo urlata, ma con diverse certezze e con la ciliegina sulla torta di un bellissimo terrazzo panoramico che invoglia ad una visita a pranzo o un’aperitivo nella bella stagione. Il giudizio è morigerato. Avremmo tanto voluto dare un piccolo slancio verso il prossimo futuro, per è ciò che a tratti abbiamo intravisto, e perchè crediamo che con qualche citazione meno evidente questa cucina acquisti ancor più personalità di quella che già in parte ha. Le cotture, la qualità della materia prima, gli abbinamenti già ci sono. Forza Omar! Il futuro può portarti a traguardi e valutazioni che certo meriti.
Il pregio: la qualità della materia prima e la vista mozzafiato dalla sala.
Il difetto: la pasticceria migliorabile (e attenzione ai giorni di chiusura :wink:).
Ristorante Le Giare
Via Al Castello, 368
Montenovo o di Montiano (FC)
tel: 0547 51430 -Chiuso il Martedì
info@legiare.com
Menù degustazione a 55 – 65 – 85 euro,bevande escluse.
Alla carta 70
Visitato nel mese di Gennaio 2011
Visualizzazione ingrandita della mappa
Raffo
Interessante, pare veramente interessante. intuisco dalla rece che le potenzialità sono alte e la vostra visita fa ben sperare. Ho capito giusto ?
Si sa qualcosa in più sul background dello chef ?
Sono felice che ti sia piaciuto. Mi rendo conto che Le Giare non è, per il momento, un ristorante top, ma considerando la zona, ribadisco ancora una volta, che è una OTTIMA alternativa e che, per chi scende da Bologna, è anche discretamente comodo. Omar poi, ha una voglia infinita di crescere ed imparare, quando riuscirà a proporre idee sue, con la materia prima di cui dispone, diventerà uno di cui si sentirà ancora parlare.
finalmente una recensione su Le Giare! sono una novella nel settore ma sto affinando il mio palato, vivo in Romagna e quando voglio fare bella figura con amici o colleghi si va alle Giare, e non si sbaglia mai! Come mai non e' segnalato nelle grandi guide? Sono stata in diversi ristoranti top in Italia e nel mondo e mi pare che la cucina alle Giare sia al livello di molti altri ben segnalati... o sbaglio?
buona recensione raffo.....anche se credo non perfettamente in linea con quanto meriti veramente le giare !!!!!!!!!!!!!! il mio modesto parerere , personale , è che una volta sola non possa bastare per delineare un profilo veritiero di un ristorante ad alto livello..............credo che non mancherà occasione per sederci nuovamente al tavolo, e proseguire così un viaggio che merita d'essere vissuto più volte !!!!!!!!!!!!! non sono , sempre esprimendo la mia personale opinione , d'accordo con te sulla classificazione dei dessert . credo che nel raggio di parecchi chilometri siano veramente poche le possibilità di poter gustare prelibatezze come quelle proposte da Omar.........primo nella qualità e nella fantasia degli accostamenti , giustamente ponderati , non ci vedo nessuna via di mezzo. ...........e poi raffo!!!!!! chi ha avuto l'onore di conoscerti e di cenare spesso con te ha la certezza che tu non sei per i dolci !!!!!!!!!!!!!!!!! raffo....!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Mah...conosco bene Le Giare,è sì un buon ristorante,lo chef è bravo ma,parere personalissimo,gli manca ancora qualcosa,lo spunto...la volata ecco. Ad ogni visita non mi convince mai fino in fondo. Temo che una parte della considerazione di cui gode questo locale sia dovuta anche alla location.
Ancora Le Giare Sarà l’ottimo rapporto che oramai ci lega sia a Claudio Amadori che ad Omar Casali, rispettivamente Patron e Chef de Le Giare, sarà stato il tempo, freddo ed umido della scorsa Domenica, sarà che oramai era già qualche mese che non salivamo a Montenovo, sarà…. Le ragioni per andare alle Giare per noi sono sempre infinite, tra le altre, forse non prima, sicuramente non l’ultima, a noi la cucina di Omar piace davvero tantissimo. Come al solito lasciamo fare ad Omar il quale ci propone sempre le sue ultime creazioni con le materie prime più fresche e più pregiate che riesce a trovare sul mercato. Iniziamo con crudo di gamberi rossi, carcadè e osmosi di rose. Inutile evidenziare la freschezza dei gamberi, fantastico invece l’abbinamento con il carcadè, sentore dolce su dolce con un fondo leggermente amarognolo. Perfetto equilibrio dei sapori Viene poi uno spiedone con mazzancolla cruda, avvolta da uno spaghettino della stessa in cottura express alla amatriciana, e da una mazzancolla all'americano frizzante. Qui si vede già, anche per un profano, la grande padronanza della tecnica che ha Omar. La realizzazione di un piatto del genere richiede una tecnica non comune ed anche se l’idea la si può trovare su altre tavole, nulla toglie alla grandezza del piatto ed alla perfetta esecuzione dello stesso. A seguire Aringa affumicata con il suo caviale, cavolfiori e panna acida. Per me il piatto del buon ritorno. Un equilibrio di sapori così armonico ed allo stesso tempo così intenso era un pezzo che non lo provavo. Bravo Omar! Continuiamo con un piatto dal nome un po’ roboante, ma veramente appagante: Studiando la seppia.......il cotechino di seppia con il suo fondo al nero e polentina bianca, e seppia cruda al carbone vegetale...... Unico errore, mio, ho cominciato subito con il cotechino, mentre andava data la precedenza al crudo, più fine ed elegante, mentre il cotechino, veramente saporito, con le lenticchie al nero in coppa, era un piatto da cenone di Capodanno. Un altro piatto da urlo per equilibrio ed appagamento questa Triglia sfilettata e farcita coi suoi fegatini, spuma di guanciale di mora romagnola al biscuit di noci e caffè. Assaggiata prima un boccone alla volta e poi, in un unico boccone, mescolando gli ingredienti, si evidenziava la grande qualità della materia prima, la grande tecnica di Omar, ma soprattutto la libidine di un piatto straordinario. Ancora Manfrigual con cimette di broccoli, trippa di baccalà, e cocochias di baccalà all'aglio nero. La trippa di baccalà era un ingrediente che avevo trovato su altre tavole e non sempre mi ha entusiasmato, Omar invece è riuscito a realizzare un ottimo piatto, con un grande equilibrio, ma soprattutto evidenziando la grande qualità della materia. Non abbiamo ancora finito: Cappellacci ripieni di porri al fegato grasso d'oca e riduzione di Sangiovese. Un piatto più semplice come sapori e che sfrutta molto la qualità dei prodotti. Molto appagante però. Cosa che alla fine conta non poco! Cominciamo con i secondi. Agnellino di Adriano in diverse preparazioni e cotture, con rape rosse, costolettine, cervella fritte, rognone, e frittelle di Cabrales. In questo piatto mi sono piaciute moltissimo le materie prime e le esecuzioni delle varie preparazioni, un po’ meno l’accostamento con la rapa rossa, a mio avviso un po’ troppo dolce. Altro piatto, un colombaccio: petto, coscia e filetto (petto e filetto spadellato , coscia farcita e cotta abassa temperatura). Ancora una materia prima di eccellenza, per nulla snaturata, anzi esaltata, dalle varie cotture, tutte peraltro al punto giusto. Al rosa il petto e ben cotta, seppur morbidissima, la coscia. Proviamo a finire il colombaccio con l'altra coscia disossata e farcita al fegato grasso con mele speziate al vin brulè. Bellissimo il servizio con cocotte di ceramica, a rendere ancora più grande questo piatto incantevole , dove il dolce e l’amaro si rincorrono in una sequenza infinita. Qui si può dire:”Peccato per la quantità così esigua! “ Invece lo finiamo qui, il colombaccio: il quinto quarto del piccione in raviolini mignon. Mignon anche la porzione, ma d’altra parte in un colombaccio non è che ci sia poi molto “quinto quarto”! Sfoglia fantastica, per me, amante della sfoglia sottile alla bolognese, i raviolini si gustavano in pieno senza essere sovrastati dal sapore della sfoglia. Una pausa con un assagio di salsiccia di coturnice al fois gras piatto che ci ha fatto provare Omar e che sta mettendo a punto in piccoli budelli. Da tevla n’livért mai, s’la tu bacca n’la sa d’furmaj, antico detto di casa mia che Claudio ben conosce e quindi: Shropshire, Cabrales, e Blu del Montefeltro alle vinacce di Renato Brancaleoni ....siccome a me non piacciono gli erborinati...... Fino ad ora abbiamo bevuto un Pouligny Montrachet di Marc Morey 2005, per il mio gusto leggermente poco acido e un po’ troppo “legnoso” ed un grande Barbaresco Rabajà di Bruno Rocca 2006. Iniziamo quindi il giro dei dessert, perché, se non lo sapete, Omar ha una grande mano anche in pasticceria. GIN LEMON (Parfait al lime, Granatina al limone, spuma di Schweppes Tonica, e Gin Tanquery) Per “pulire la bocca” una volta facevano il “sorbetto”. Ora ci si è molto evoluti. Una evoluzione questa di Omar che ha veramente una marcia in più. Spuma e granita resettano davvero il palato ed il parfait lo prepara alla grande ai dessert che seguiranno. WHITE CIOCCOLATE (Cioccolato bianco con pelle di latte ai canditi di noto, Gelato di mandorle, e Zucchero filato) Un gradino dopo l’altro portiamo il nostro palato sempre più vicino al dolce paradiso. BAILEYS che passione.......Cioccolatino di cacao e pan di spagna imbevuto nell'Acquavite Barricata di Chicco Berta, Cannoncino al mascarpone, Gelato di ricotta di pecora, Salsa Mou. E qui si schiudono le porte…. Per ritornare sulla terra: Chupa Chupa al cioccolato bianco di Valrhona e piccole coccole con il caffè. Notare che nonostante sia l’ultima portata, Manuela non mi ha lasciato il tempo di fare la foto! Vi dice niente? Grande giornata, grande pasto, grandi Omar e Claudio che ci avete accolto nella splendida sala con vista sulla fitta nevicata nella vallata tra Longiano e Montiano e scaldati da un bel fuoco nel caminetto. A bientôt !!!!
inanzitutto grazie raffo ed enociccio x le vostre rece recenti che mi hanno finalmente convinto a provare questo risto..... si parte alla grande con aperitivo all'enoteca del teatro di rimini con lagrein del 2009 cornel + crostini della casa con alici e carciofi.... poi si va a montiano risto tutto x noi e questo è un gran bonusss, visitiamo la terazza con piccola piscina decorativa annessa e ci godiamo il magnifico paesaggio all'imbrunire... otpiamo x menu di terra appena appena stampato e sfornato e si parte.... 5 tipologie di pane alcune un po cariche .... insalata di pirmavera con uovo fritto di parisi, asparagi e liscari...delizioso, croccanti gli asparagi godurioso l'uovo nella sua panatura e i liscari che si mischiano al rosso. battuto di razza romagnola + radicini e crema di gorgonzola.. ottima la salsa piccantina pernice con sua salsiccia al tartufo, petto e coscia farcita, fantastica la salsiccia non da meno il resto, petto forse un po troppo cotto qualche secondo in meno gli avrebbe donato + morbidezza coniglio in rosso , tutte le parti del coniglio (costine, invltino, e altro ) cotte a puntino con peperoni arrosto e salsa di peperoni tagliatelle alle erbe di campo squaquerone e bruciatini (nella media), squacquerone un po avulso dal contesto mailino di mora con tartufo nero molto valido agnello con radicchio e salsa al sangiovese, da leccarsi i diti..(bonus dalla cucina) predssert vodka lemon, cioccolato bianco e sorbetto di limone alla vodka e dolce al pistacchio con gelato e granella e mattonella di ciccolato al pistacchio, ottimo ma ero arrivato a livello x la signora dolce a l croccantino : molto buono caffe 3 vini al bicchiere in abbinamento, rosso giovane livornese mi sembra volpolo (verde ma profumato) graf noir drei dona (grande prodotto) e taurasi di 15 anni complesso, con grandi note di ciliege e mandorle amare.. 1 solo per la mia signora (morigerata) 2 acque 134 euro in 2 conclusioni bella location grande vista ottima la mano dello chef sulle carni da ritestare sui primi un po piu a stomaco vuoto 4 chiacchere con chef e patron davvero piacevoli persone perchè ci è voluto tanto tempo x arrivare fin qui???? recupereremo... da provare sicuramente