Passione Gourmet Food Art, Milano. Chef Matteo Torretta. Di Carlo Cappelletti. - Passione Gourmet

Food Art, Milano. Chef Matteo Torretta. Di Carlo Cappelletti.

Ristorante
Recensito da Presidente

Valutazione

13/20 Cucina prevalentemente di avanguardia

Pregi

Difetti

Visitato il 04-2024

390

Recensione Ristorante

Matteo Torretta ha voltato pagina. Conclusa l’esperienza presso il Savini, ed in attesa di migrare verso Sud nella più mite Sardegna, ha firmato la carta di questo simpatico ristorante-bistrot nelle immediate vicinanze della stazione di Porta Genova. L’impostazione è assai gradevole, simpatica ed alla mano come si conviene alle nuove tendenze in fatto di ristorazione, per quanto l’ambiente sia un po’ piccolo ed in generale la sensazione di stare più costretti del lecito non ci abbandoni durante il pranzo. Troviamo un’intelligente proposta per il mezzogiorno a prezzi davvero interessanti ad affiancare la carta ufficiale, con parecchi piatti nuovi rispetto all’ultima visita nella galleria del vanto. Il servizio è svolto in maniera piacevolmente informale, non senza qualche intoppo, come spigliata e bistrottiana è una carta dei vini dalle poche referenze e (ci auguriamo) dalla rapida rotazione, ma dai prezzi molto incoraggianti. Insomma tante buone intenzioni, anche nei piatti, che lasciano intravedere un futuro più roseo del presente che il nostro pranzo, piacevole ma senza collassi maxillo-facciali, ci ha rivelato. Abbiamo trovato piatti sì pensati, creati da una mente competente e a tratti audace, ma anche esecuzioni che ci hanno lasciato qualche perplessità circa il controllo del manubrio. Aggiungo, per completezza di informazione, che lo chef era presente, seppure in borghese. Saltiamo il giro degli antipasti, e senza preambolo alcuno giungono in tavola, come primi, una corretta lasagnetta ripiena di baccalà mantecato con crema di zafferano e cacao,
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ed un ottimo risotto alla liquirizia con maialino fondente (foto di copertina), di livello assoluto, mantecato forse fin troppo generosamente, a cercare il pelo nell’uovo, e divertente nel costringere il cliente a giocare con il fondo e con l’azzeccatissima erba ostrica, il vero sprint del piatto e per una volta elemento imprescindibile.
A seguire una serie di secondi, il primo dei quali, il migliore senz’altro nonostante una certa grevità, offerto gentilmente dallo chef grazie alla presenza al nostro tavolo del bravo Tommaso FarinaBrasato di vitello cotto a bassa temperatura con crema di patate affumicate.

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Belle materie prime ma cotture da rivedere per l’ombrina ed il foie gras d’inverno, accompagnati da una crema di cavolfiori coprente ed eccessivamente grassa (specie con tanti lipidi già nel piatto).
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Non entusiasma come idea ma si presenta inattaccabile per esecuzione e per materia prima lo scamone marinato alla Red Bull con friggitelli e polvere di olive.
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Nessun predessert, ma che la colpa sia del mezzogiorno o dell’impostazione bistrottiana non è poi importante, visto che il numero di calorie apportato dal Tiramisù caldo da solo sfora il fabbisogno settimanale di Shaquille O’Neal. Troppo di tutto, partendo dal cacao spolverizzato col compressore (con colpi di tosse in agguato), per arrivare al compattissimo monolite centrale di mascarpone. Un dessert davvero esagerato che ho “ucciso” per pura tigna. Da salvare il bel gioco di temperature, ma onestamente con una porzione dimezzata (e con magari un rinforzino prima o dopo) si riuscirebbe a godere meglio dell’opulenza di questo dolce senza che risultasse tanto faticoso terminarlo.
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Per dovere di cronaca allego foto del Banana split maison che non ho assaggiato, steso dall’uppercut lipidico di cui sopra.
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Come per le esperienze del passato al Savini resta l’idea, condivisa con alcuni compagni di viaggio che pure son già transitati di qui, che Matteo Torretta sia in fase di maturazione, ancora in bilico fra buonissime intenzioni e cadute reboanti. L’età è tuttora dalla sua, l’entusiasmo non gli manca, speriamo che il grande successo di cui gode presso il pubblico e i traguardi professionali già raggiunti gli lascino il tempo e le energie per esprimere il proprio potenziale.

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Il pregio: poter acquistare le opere d’arte che ornano gli interni .

Il difetto: Giovanni Allevi seduto al tavolo di fronte :-).

Food Art

Via Vigevano 34
20144 Milano
Tel 02 89423599
Chiuso Lunedì.
Menù 15(pranzo)-50-70 euro.
Alla carta 60-65 euro.

http://www.foodartrestaurant.com/

Visitato nel mese di Febbraio 2011

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Carlo Cappelletti

8 Commenti.

  • Mario15 Febbraio 2011

    Seguo da un po' il blog e devo dire le recensioni di Carlo sono spesso divertenti da leggere. Mi sembra che G. Allevi sia come il prezzemolo, lo si trova dappertutto, anche nei dessert.

  • Puccio15 Febbraio 2011

    Dai Carlo... CONFESSA! il 13 è solo per la presenza del tuo amatissimo Allevi al tavolo di fronte!!!! ;-)

  • Mario16 Febbraio 2011

    Altrimenti sarebbe un voto più basso?

  • Puccio16 Febbraio 2011

    No più alto ;-)

  • Carlo17 Febbraio 2011

    son riuscito ugualmente a godermi il pranzo, una prova di self control che Raf mi fa una semplice.

  • Dibbo19 Febbraio 2011

    Beh,pure reboante,da reboare,è una "chicca" che allevia da allevi....ancora complimenti...Ps ma nel blog di farina,ne avevo letto bene dello scamone con la red bull....saluti

  • Carlo19 Febbraio 2011

    Non ne ho parlato male infatti, l'ho al limite trovato poco significativo e un po' "tirato via.

  • Dibbo20 Febbraio 2011

    Grazie,chiarissimo!

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