Passione Gourmet Osteria del Borgo. Borgosesia (VC). Di Carlo Cappelletti. - Passione Gourmet

Osteria del Borgo. Borgosesia (VC). Di Carlo Cappelletti.

Ristorante
Recensito da Presidente

Valutazione

14/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

Difetti

Visitato il 04-2024

Recensione Ristorante

Foto by Guardiano del Flash

Per me che il Monte Rosa l’avevo sempre visto da lontano nelle belle giornate, a dominare il cielo di Lombardia, così bello quando è bello e menate di questo genere, arrivare a Borgosesia e vederlo da molto più vicino è stato come essere precipitato in uno specchio deformante, attraverso il quale la montagna che da qualche lustro vedo dal mio balcone prende una forma parecchio diversa (e ho l’atroce sospetto che sia questa quella giusta). Tante montagne intorno quindi. La neve pure c’è, e in abbondanza, pur essendo ancora bassi, ma quest’anno va così. Vicino il Monte Rosa, e vicina pure Borgomanero, distante giusto il tempo di un cambio gomme. Un naso a punta può causare inspiegabili forature. L’Osteria del Borgo di Luciano Alberti non è il locale giusto per chi esce a pranzo o a cena con la stessa tensione cerebrale con cui si affronta un sudoku diabolico. Qui la soddisfazione è, come direbbe un mio caro amico che per me a torto usa questa definizione in modo dispregiativo, primaria. Invece è bello che esistano queste realtà che, con cura della materia prima, buona tecnica e cura nelle presentazioni e nel servizio, tengono vivo il ricordo di sapori che rischiano di perdersi nei meandri della medio-bassa ristorazione. Non che non ci sia spazio per la rivisitazione del territorio, per carità, ma i sapori che abbiam trovato nel piatto, con le debite proporzioni qualitative, non devono essere tanto diversi da quelli che si possono trovare alla Capanna Regina Margherita, qualche migliaio di metri più su. Peraltro con 4 piatti alla carta il numero di calorie assorbite durante il pranzo (che abbiamo infatti ribattezzato il pranzo dell’alpinista) ci avrebbe consentito di inerpicarci fino al rifugio per controllare, mentre una volta terminato da bravi atleti del gusto abbiamo lasciato che le gomme facessero il lavoro sporco.
La cucina sforna piatti sì sostanziosi, ma anche ben eseguiti e con un certo grado di finezza tanto nei dettagli quanto nelle presentazioni, spesso più moderne di quel che ci si aspetterebbe viaggiando per queste lande e d’altronde, visti i prodotti del luogo ed una cucina che, privilegiando l’utilizzo del burro e non lesinando sui formaggi, rispetta il territorio che la circonda, una certa opulenza è ampiamente giustificata.
Da segnalare che non avremo entrate e predessert, da questo punto di vista il locale non si discosta molto dai propositi dell’insegna. Piacevoli, lineari e senza sorprese gli antipasti, come la polenta di farina di Netro con fonduta di toma della Valsesia, uovo bazzotto e tartufo nero (foto in apertura), o l’insalata di salmone selvaggio (non color giubbotto ANAS, vivaddio) con finocchi, melagrana, uvetta e arance.
390
Ottimi (e pazienza per il condimento davvero generoso) i tortelli farciti di paletta di Coggiola e parmigiano al burro di montagna e pancetta croccante.
390
Qualche perplessità desta la sella di coniglio nostrano disossata con salsa allo zenzero, accompagnata da carciofi e datteri farciti di olive di Apricale. Molto contrasto nel dattero, ed è logico, per cui pur non trovandolo gradevolissimo mi ha colpito, mentre la salsa allo zenzero lascia molti dubbi.
390
Premio violenza ad un ottimo cotechino (nostrano anch’esso, ci sono i locali che sottolineano molto il famo nostrano), servito con lenticchie di Castelluccio, polenta e mostarda di Voghera, piatto del viaggio nel vero senso della parola, dalle Alpi agli Appennini passando per la pianura.
390
Dal bel carrello di formaggi salta fuori l’ottima selezione di caprini della Cascina Albertana di Netro.
390
Si chiude con un eccellente gelato alla nocciola adagiato su uno zabaione freddo con biscotto.
390
Da una cantina non banale abbiamo estratto il Blanc de Blancs di Francis Boulard, Olivar di Cesconi e Lison di Kaltern.

il pregio: ottimo rapporto qualità prezzo.

il difetto: i dessert recitati a voce.

390
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Osteria del Borgo
Via F.lli Antongini 16
13011 Borgosesia (VC)
Tel. 0163 27841
Alla carta circa 50 euro

Visitato nel mese di Dicembre 2010
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Carlo Cappelletti

2 Commenti.

  • daniele18 Gennaio 2011

    ci sono stato un anno e mezzo fa, (lavoro a si e no 1 km di distanza) prima della stella. Già allora notai qulacosa in più rispetto al circondato, tra cui un foie gras veramente ben fatto. Segnalai a chi di dovere :-) Un piacere riaverti su questi schermi caro gdf. Daniele P.s. il monte rosa si apprezza al meglio all'albeggiare, tra balocco/buronzo/formigliana/greggio.. di un rosa quasi fosforescente. Provare x credere

  • Il Guardiano del Faro18 Gennaio 2011

    Grazie Daniele, ma si tratta solo di una cortesia a Carlo, con un norbert in una forma così devastante sulle fasce non serve altro a Cauzzi per contrastare il nemico gallico. Neanche Krasic. Una divertente pausa pranzo con Carlo cui abbiamo condiviso questo piacevole desco nella mia cittadina di origine. Questo ristorante rappresenta il minimo sindacale per lo standard Michelin. Non c'è nulla fuori posto, nulla di straordinario ma nulla di sbagliato, dall'accoglienza al congedo. Curioso però che su questo format le foto non rendano come sul precedente, o forse sarà questo pc portatile che non ha una bella definizione.

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