Valutazione
Pregi
Difetti
Questa valutazione, di archivio, è stata aggiornata da una più recente pubblicazione che trovate qui
Recensione Ristorante
Bella sorpresa, e solidissima realtà, la cucina di Peppe Bonsignore.
Una cucina certamente non strillata ed addobbata con lustrini e paillettes, ma di Territorio con la T maiuscola, alleggerita da una mano gentile e calibrata.
Certo, le premesse non sono esaltanti (in Sicilia sono giorni di fermo biologico), eppure la materia prima che Peppe riesce a procurarsi (tra cui spicca una splendida ricciola di 22 kg) sarà il vero punto di forza di questa esaltante sosta. Dopo un’entrée consistente in una crema di zucchine (molto fine) con crostini di pane e pomodorino candito (ottimo), si incomincia il percorso con Crema di melanzane e ricotta di Zafferana Etnea
Nel barattolino una morbida e setosa crema, con qualche crostino a conferire la nota croccante. Sapori non prevaricanti, intensissimi ma molto eleganti.
La spuma di ricotta è sconvolgentemente buona, da strabuzzare gli occhi. Credo di aver mangiato la miglior ricotta di pecora della mia vita.
A fianco troviamo la caponataTradizionale ricetta siciliana a base di melanzane. Con il termine caponata si indica tun insieme di ortaggi fritti, conditi con sugo di pomodoro, sedano, cipolla, olive e capperi, in salsa agrodolce a base di aceto e zucchero.... Leggi della mamma (in questo caso la mamma di Chiara,sommelier e moglie di Peppe), rustica e gustosa, con il suo inconfondibile tocco agro.
Polpo su crema di carote e patate, riduzione alla soia (foto di apertura).
Le dimensioni ricordano più un moscardino.
La leggera cottura, probabilmente eseguita con il sottovuoto, dona morbidezza al cefalopode mantenendo inalterato il gusto, non invadente.
La crema è estremamente delicata, la riduzione di olio e salsa di soia un contrappunto raffinato, anche se ruffiano. Ricciolo di sedano a donare freschezza alla preparazione.
Crudo di gamberi rosa,cedro candito,misticanza
I gamberi sono appena conditi e sistemati in un tortino. Dico subito che sono i migliori gamberi rosa mai mangiati, quelli di Denia impallidiscono al confronto… 🙂
Grassi,dolci e con una decisa intensità. A ricoprirli abbiamo scorze di cedro leggermente candite, di una intensità incredibile: gli olii essenziali sembrano quasi voler esplodere, senza comunque prevalere in maniera eccessiva sul gambero. A fianco una semplice misticanza forse pleonastica.
Un grande piatto, una materia prima esagerata.
Ravioli di cernia su crema di canocchie e gamberi
Con la testa dei suddetti gamberi e qualche canocchia viene realizzata una zuppetta rosa intensa e iodata, dotata di molto sprint (il sapore della testa del gambero è evidente) ma anche molta dolcezza. Il ripieno del raviolo con Cernia in purezza.
Sapori equilibrati e ben dosati. Estremamente buono.
Spaghetto Verrigni trafilato in oro risottato con seppia e calamaretti
Forse il piatto del viaggio, a dispetto della foto 🙂
La crema ottenuta dalla mantecatura degli umori dei molluschi con l’amido della pasta è spessa, intensa e quasi tannica. Una cottura risottata, qui, quantomai appropriata.
Degustandoli la mia mente corre a piatti analoghi degustati a Senigallia e Rivisondoli, di fronte ai quali non sfigura affatto.
La cottura dello spaghetto è perfetta, seppia croccante e calamaretto leggermente più morbido.
Grande questa creazione di Verrigni. Non so quanto una trafilatura ad oro possa incidere in questa preparazione, resta il fatto che questo insieme è risultato perfetto.
Ricciola con panure aromatica, patata affumicata al timo e salvia, cipolla rossa cotta nel sale
E’ molto difficile eleggere il piatto della serata, poichè i due primi e l’antipasto lo meriterebbero quasi in egual misura.
Premio la ricciola, forsanche per premiare la barca da posta che l’ha pescata e Peppe che l’ha scovata e acquistata per noi :-), ma soprattuto per la cottura della stessa e la qualità del contorno. La cottura, dicevamo, è assolutamente rosa e umida, gli umori ci regalano il sapore del pesce e le scaglie morbide delle carni accarezzano il palato. Grande!
Cannolo siciliano e gelato di pistacchio di Bronte
Ritroviamo l’incredibile ricotta di Zafferana Etnea mantecata con zucchero vanigliato, qualche candito e goccie di cioccolato.
A fianco il gelato di VERO pistacchio, eccezionale intensità, grassezza e spessore al palato.
si chiude con dei bellissimi fichi d’india, rigorosamente “scutulati”
I vini:
– Murgo Nerello Mascalese metodo classico bianco (bella scoperta!) e rosè (ottima conferma).
– Grillo dell’isola di Mozia di Tasca d’Almerita.
– Insolia di Planeta.
– Cerasuolo di Vittoria COS Pytos (fermentazione alcolica in anfora..sicuramente il vino della serata, buonissimo)
Un ringraziamento a Peppe e Chiara per la loro ospitalità, una serata da ricordare.
(PS: mi scuso per la qualità di alcune foto)
Il pregio:La qualità della materia prima.
Il difetto:Proposta vini limitata, ambiente un pochino costretto.
Hostaria – Enoteca
L’Oste e il Sacrestano
Via Sant’Andrea, 19
92027 Licata (AG)
Tel. 0922-774736
Chiuso la Domenica sera e il Lunedì.
40 Euro v.e.
Visitato nel mese di Ottobre 2010
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Raffo
Che ne dite di un bel corso fotografico...
Benvenuto Andrea, ci spiace ma questa recensione è stata effettuata con macchina inadeguata, ci dispiaceva non pubblicarla. Il buon Raffo però si è già attrezzato con strumenti adeguati :-) a presto
prezzi?
quasi poco 15 leggendo i commenti dei piatti
Sulla 40ina di euro, vini esclusi. Abbiamo aggiunto la voce, ci scusiamo per la dimenticanza
Il ragazzo è giovane, alle sue prime recensioni. Il tempo è galantuomo Roberto :-)
ho in programma un tour in sicilia in estate con amici......se passo da quelle parti allora me lo consigliate?
Cara Adriana se passi da quelle parti non ti dimenticare che anche Pino Cuttaia alla Madia non è malaccio.... :-) :-)
Esatto. L'Oste e il Sacrestano è una valida ed interessante alternativa se ci si ferma a Licata per più giorni. Vale comunque la pena pensare ad un mini soggiorno a Licata includendo anche il grande Pino Cuttaia ...
Vi racconto una storia? Era stato organizzato un mini-viaggio gourmet di 36 ore con l'obiettivo di pranzare da Cuttaia e visitare una cantina. Succede che,nella stessa data,a Roma organizzano la cena delle tre forchette...sfiga nera...Prima di partire ho pensato,e che cacchio a saperlo mica mi sarei iscritto...ma dopo aver cenato da Peppe il mio pensiero è diventato OSTCI CHE CULO! :D Per testare il buon Pino c'è tempo e modo,io sono contento e orgoglioso di aver conosciuto una realtà importante,inspiegabilmente ignorato o poco considerato dalle maggiori guide. Cos'ha di speciale Peppe? In teoria poco: saper rispettare e valorizzare una materia prima grandissima. In pratica è tanto,tantissimo.Ce ne fossero.
Assolutamente.
5 minuti fa lo chef ospite a "gusto" su canale 5 ha presentato la ricetta delle arancine di riso....GRANDE PEPPE! ;D