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Carlo Brovelli è stato uno dei grandi autori della cucina moderna italiana. A lui va il merito di aver creato, spinto da grande coraggio e da una grande passione per l’alta cucina, quella che nel corso degli anni è diventata una tappa obbligata della grande ristorazione nazionale. Trasformare in un grande ristorante quella che un tempo era la locanda di famiglia, che da cinque generazioni ospitava e deliziava i palati di tante persone, non era affatto impresa facile.
Brovelli padre ci è riuscito abbondantemente inventando, coadiuvato dalla grande professionalità della moglie Itala, un luogo che per molto tempo è stata una fiera e genuina espressione della cucina creativa italiana, una fucina del gusto che partoriva creazioni geniali e golose come l’imitatissima “Lasagna del Sole”, una cucina che otteneva meritatamente importanti riconoscimenti da parte di critica e pubblico, apprezzamenti che arrivavano dall’Italia e dall’estero. Questo è quello che accadeva qualche tempo fa. Prima del cambio generazionale però, sembrava che qualcosa si fosse perduta o meglio, fosse rimasta imprigionata nel passato. Il Sole non splendeva più come una volta, qualcuno diceva che in quella splendida villa sul lago non c’era più la grande cucina di una tempo. Forse c’era bisogno di nuovi stimoli, di nuove idee. Forse diventava troppo complicato stare al passo dell’avanguardia gastronomica che stava sorgendo nel resto del mondo. Era necessaria un’energia nuova che però non voltasse le spalle a tutti i grandi sforzi fatti dal 1850 della famiglia Brovelli. Ecco che allora, dopo importanti esperienze passate all’estero ad apprendere le tecniche dei grandi cuochi francesi, giungeva provvidenziale Davide, figlio di Itala e Carlo, consapevole del fatto che la tradizione alle sue spalle potesse ancora dimostrare tanto, soprattutto a chi credeva che le stoviglie del Sole si fossero arrugginite per sempre. Oggi la sua mano si vede: è un cuoco umile che ha acquistato col tempo grande sicurezza e soprattutto, sembra avere ancora tante idee in cantiere che, sicuramente, ben presto, verranno alla luce. Il tutto per tenere alta la bandiera della sua “casa”. Davide sta riportando in altro le sorti e il nome di questo incantevole relais & chateaux: certo, c’è voluto un po’ di tempo per trovare un’identità, forse per paura di discostarsi troppo dalla tradizione culinaria di suo padre. Ci sembra però che Brovelli figlio abbia raggiunto uno stile da tenere in considerazione in cui si vede in maniera evidente l’importante equilibrio della sua cucina che percorre una linea tradizionale, ma che cede il passo ad incursioni creative, tralasciando rigorosamente le presentazioni e le tecniche avanguardiste. Il che non è una cosa negativa, anche perché è importante valorizzare i prodotti a chilometro zero (che si usano sempre di meno nei grandi ristoranti) sapendo lavorare abilmente e sapientemente su una materia prima di casa, cercando di attualizzare il più possibile le ricette del territorio. Quella che invece non si è mai sbiadita in questo luogo è la grandissima accoglienza e professionalità che giustifica la presenza di questo ristorante da molti anni tra i più importanti circuiti internazionali. La struttura è incantevole, la terrazza estiva è forse uno dei luoghi più belli dei ristoranti del nord, l’immensa quiete del lago e la sommità dei monti, insieme con il profumo dalle magnolie centenarie fanno il resto. La carta si concentra sul pescato d’acqua dolce ma anche di mare. Importante presenza di paste fatte in casa e di carni e selvaggina. La scelta è ricca. La caratura del ristorante è scandita anche dalla vasta cantina, curata da uno dei massimi professionisti del settore, Ivano Antonini, il quale è riuscito a racchiudere in due tomi enciclopedici etichette italiane e straniere di annate profonde.
Appuriamo subito la bontà e la varietà dei pani accompagnati con burro della casa. Buoni e sfiziosi gli amuse bouche, divertenti finger food, tra cui delle saporite crocchette di gorgonzola, delle uova di quaglia affumicate e una friabile sfoglia con tartareLa bistecca alla tartara (conosciuta anche come carne alla tartara, steak tartare o più comunemente tartare) è un piatto a base di carne bovina o equina macinata o finemente tritata e consumata cruda. La ricetta prevede che dopo essere stata triturata la carne deve o marinare nel vino o in altri alcolici oppure viene aggiunto del succo di limone e... Leggi di pesce spada, da mangiare insieme a dei ravanelli crudi.
Il vero inizio si ha con la trota salmonata affumicata, midollo e ravanelli
Che, se pur fresca e gradevole, sembra non reggere il confronto con altre insalate aromatiche provate di recente (a Rivoli e Alba, per citare alcuni esempi illustri).
Non potevamo non provare la famosa “Zuppa Pavese”: uovo a 60°, ricci di mare e lardo croccante, servita in un porta caviale personalizzato. Piatto nel quale se si trascura un ingrediente, il sapore non è lo stesso.
I confronti non si fanno solo con le insalate ma anche con le paste. In questo caso i ravioli alla carbonara con pancetta croccante della Val Formazza; saporiti e gustosi. Qui un confronto si può fare e come. La tiratura della pasta è perfetta. Il condimento da’ giusta ma non esagerata grassezza al tutto.
Di buon livello anche i secondi: lo spiedino di persico alle erbe fresche, croccante liquido di nocciole e cipolla rossa di Tropea, la cui frittura è eseguita da manuale e
lo storione cotto nel fieno, che è uno dei piatti della casa, contraddistinto dalla morbida consistenza del pesce ma che manca un po’ di mordente nel gusto.
Chiusura con la coturnice con carciofi e sedano rapa. Il piatto più interessante e, paradossalmente il più comune. Ci è piaciuta l’interpretazione e le diverse cotture del raro volatile. Ben fatto.
Interessante la proposta dei formaggi (anche se manca un vero e proprio carrello!)
il percorso 3 x 3 è una degustazione di tre formaggi locali accompagnati da mostarde e marmellate elaborate ed assemblate dallo chef. Accoppiate vincenti.
I dolci sono un punto forte della cucina di Davide Brovelli e il cremoso al frutto della passione ne è un esempio. Buono e mai stucchevole.
Dicevamo su Ivano Antonini (che tra l’altro quest’anno rappresenterà l’Italia al campionato mondiale di sommelier insieme a Luca Gardini) che è uno dei più competenti e appassionati sommelier che ci siano in Italia. Il suo consiglio ci ha portato ad assaggiare un intenso Gattinara di Nervi del 1997 “cru” “Vigneto Molsino”.
A nostro parere il Sole di Ranco oggi rappresenta una tappa gastronomica “in risalita” che vuole e può puntare ancora a qualcosa in più (ci sono sicuramente alti ma altrettanti bassi nella cucina di Brovelli) e che si forgia di un servizio e di una location di altissimo livello che, comunque sia, rende la sosta piacevolissima e appagante.
il pregio: Uno dei più bravi sommelier d’Italia.
il difetto: La sala interna andrebbe svecchiata un bel po’.
Ristorante Albergo Il Sole di Ranco
Davide Brovelli
Ranco (VA)
P.zza Venezia, 5
Tel. 0331.976507
Chiuso :Lunedì e Martedì. Aperto anche il Lunedì sera da Aprile a Ottobre
Alla carta 110 euro per un pasto completo.
Menu degustazione della tradizione 80 euro, menu degustazione 100 euro, menu 3 portate a scelta 50 euro
Visitato nel mese di Giugno 2010
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The Dark Knife
La famiglia Brovelli è una delle grandi dinastie che hanno fatto grande la ristorazione italiana. Ogni bene a Davide ! PS: Segnalo solo che il campionato mondiale dei sommelier si è già svolto...
con la vittoria di Gardini
Si è vero e ne approfitto per fare i complimenti a Gardini anche in questa sede. La scheda è stata redatta qualche giorno prima delle finali del campionato del mondo, pertanto mi scuso per il mancato aggiornamento del testo. ERRATA CORRIGE: leggasi gentilmente frase incriminata come segue: Dicevamo su Ivano Antonini (che tra l’altro quest’anno ha rappresentato l’Italia al campionato mondiale di sommelier insieme a Luca Gardini) che è uno dei più competenti e appassionati sommelier che ci siano in Italia. Il suo consiglio ci ha portato ad assaggiare un intenso Gattinara di Nervi del 1997 “cru” “Vigneto Molsino”.
Va per i 30 anni che conosco questo locale.Manco da molto tempo ma in me resta indelebile il ricordo dei primi carpacci di pesce, quandoi figli del sol levante non ci avevano ancora colonizzato. Uno per tutti: carpaccio di persico e trota salmonata di lago. Carlo Brovelli è stato uno dei pochi a valorizzare le risorse ittiche lacustri. Auguro al figlio altrettanto successo. LAMAX61°